Il tema della sicurezza sul lavoro è ancora troppo spesso e allo stesso tempo non abbastanza frequentemente agli onori della cronaca. Troppo spesso perché troppi sono ancora oggi gli incidenti che si verificano sul luogo di lavoro, molti dei quali mortali, ma non abbastanza appunto perché il dibattito su questo tema si accende soltanto quando avviene una tragedia capace di attirare l’attenzione di cronisti e telegiornali, senza che da ciò nasca un dibattito serio e duraturo.

Datori di lavoro spesso negligenti, quando non volutamente inadempienti, oltre a essere la causa materiale di condizioni di lavoro non sicure, contribuiscono anche, indirettamente, alla creazione di un clima generale di lassezza, decisamente poco virtuoso, che mina ogni possibile principio di presa di coscienza anche da parte di chi – i lavoratori – dovrebbe prendere in seria considerazione il tema della sicurezza sul lavoro.
Ambiente di lavoro sicuro: tuti gli strumenti a disposizione di lavoratori e aziende
Dispositivi di protezione individuale
La costruzione di un ambiente di lavoro sicuro deve tenere in considerazione diverse variabili e contare su un ventaglio di strumenti. Un ruolo di prima importanza nella tutela della salute dei lavoratori lo gioca il materiale di sicurezza, i cosiddetti dispositivi di protezione individuale (DPI). Questi costituiscono l’ultima barriera protettiva in grado di prevenire infortuni potenzialmente letali; un esempio molto chiaro è costituito dalle scarpe antiinfortunistiche, che ricoprono diversi compiti: dalla protezione del piede da stress meccanici intensi, come schiacciamento, forze impulsive o foratura della tomaia, all’isolamento da terra in caso di dispersione di corrente; senza dimenticare di considerare l’importanza dell’ergonomia, che tutela le articolazioni da dolori e infiammazioni che possono diventare cronici nel lungo periodo.
Segnaletica di sicurezza
I dispositivi di protezione individuale sono soltanto uno dei tanti strumenti, materiali o normativi, che hanno lo scopo di proteggere il lavoratore attraverso la progettazione di uno spazio di lavoro sicuro. Specialmente in alcuni settori specifici, come quello della logistica, è importantissimo avere una segnaletica di sicurezza precisa e che tutti i dipendenti vi facciano particolare attenzione. Quando si movimentano carichi con mezzi come muletti e transpallet, sia in piccoli magazzini che in piazzali portuali o cantieri di ogni genere, molto spesso si ha a che fare con angoli ciechi in cui la visuale si annulla. In casi come questi sono soprattutto gli operatori a terra a correre i rischi più gravi, per questo è fondamentale che vi siano zone dedicate al transito esclusivo di questi ultimi e percorsi precisi per i mezzi da carico. In generale la creazione di protocolli di comportamento definiti, se rispettati da datore e dipendenti, riduce il rischio di incidenti proprio in virtù del fatto che riduce il numero delle variabili, creando situazioni definite e prevedibili: ad esempio, in una zona adibita al transito esclusivo dei mezzi da carico, il mulettista sa che non potrà trovare operatori a terra, per cui sarà libero di svolgere le proprie mansioni concentrandosi esclusivamente sulla movimentazione dei carichi.
Abbiamo portato l’esempio della logistica perché la movimentazione di carichi pesanti costituisce uno dei fattori di rischio maggiori, così come i lavori in quota registrano il maggior numero di sinistri, ma gli infortuni sul lavoro avvengono frequentemente anche in quei luoghi solo apparentemente più sicuri. Ogni settore costituisce una realtà a sé stante, per questo possiede norme specifiche, precise regole di comportamento e DPI dedicati progettati in base alla mansione svolta.
Spazi adeguati
Una buona percentuale di infortuni, ad esempio, deriva dal dover lavorare in uno spazio ridotto, fattore che aumenta in modo esponenziale i rischi. Troppo spesso microimprese e piccole imprese non investono adeguatamente nei locali di lavoro, che risultano, oltre che inefficienti, poco sicuri. Spazi di lavoro angusti creano un ambiente poco sicuro, incrementando i fattori di rischio: lavorare a stretto contatto con colleghi e macchinari aumenta la probabilità di infortuni; pensiamo, ad esempio, a una cucina, dove si trovino a operare quattro o cinque dipendenti a stretto contatto tra loro e in prossimità di macchinari pericolosi come friggitrici, fornelli e affettatrici: urtare un collega o effettuare movimenti innaturali per evitare il contatto, in questo contesto, è molto probabile, e, ovviamente, potenzialmente pericoloso.
Normativa vigente
Nel corso degli ultimi decenni sono stati fatti dei passi avanti per tutelare i dipendenti, anche se, considerando le statistiche, sembrerebbe che non siano ancora sufficienti. In ogni caso, a partire dal 2008, aziende e lavoratori italiani hanno recepito le indicazioni della Comunità Europea in tema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, attraverso numerosi decreti, a cominciare dal “Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi lavoro” (D.L. 81/2008) che, attraverso successive integrazioni, definisce un preciso modello di gestione dei rischi.
Una delle novità rispetto al passato riguarda il rafforzamento della figura del preposto (D.L. 146/2021), cui compete l’esecuzione delle attività di vigilanza, con particolare attenzione al controllo del rispetto delle norme di sicurezza da parte di lavoratori e alla rilevazione di eventuali comportamenti non conformi.
Oltre alla definizione delle figure di garanzia, che a partire dal datore di lavoro arrivano al lavoratore, una novità riguarda la redazione del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), attraverso cui si evidenziano fattori di rischio e si individuano specifiche misure di prevenzione e procedure applicative.
Tutte queste misure hanno un risvolto pratico immediato, che si riflette nell’attuazione di protocolli e procedure materiali da applicare alle concrete situazioni di lavoro, ma svolgono, indirettamente, un altro compito, quello di sensibilizzare datori e dipendenti, creando una cultura della sicurezza che costituisce il presupposto fondamentale per un vero progresso.