Chi lavora con le materie prime lo sa bene: basta una campagna agricola storta per cambiare gli equilibri di un intero settore. È quello che sta succedendo oggi, con le nocciole che corrono verso nuovi record e le patate che invece vedono crollare i loro valori. Due prodotti simbolo, due traiettorie opposte che raccontano bene lo stato attuale delle commodity agrifood.

Nocciole alle stelle, patate in caduta: due facce del mercato agrifood
Sul fronte delle nocciole, riporta Areté, il mercato sta vivendo una fase di volatilità rialzista senza precedenti. Il prezzo della sgusciata 11/13, consegnata in Europa, ha superato i 18mila dollari a tonnellata: +25% da inizio settembre e +133% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna. Secondo le analisi, la spinta dei prezzi è legata al continuo ridimensionamento delle stime produttive in Turchia per la campagna 25/26 (raccolta in corso) e alla scarsa qualità del nuovo prodotto. A rafforzare le tensioni del mercato contribuiscono la ritenzione alla vendita da parte dei produttori turchi e la difficoltà per la domanda internazionale di trovare alternative valide all’offerta turca, anche alla luce delle problematiche produttive italiane. E qui il quadro non è più rassicurante. Anche il raccolto italiano si è rivelato inferiore rispetto alle aspettative iniziali, con i produttori che segnalano perdite di oltre il 30% rispetto al potenziale medio. Di conseguenza, sulla scia della minor disponibilità di offerta interna e del contesto internazionale particolarmente di supporto, le quotazioni italiane in apertura di campagna hanno segnato aumenti di oltre il 50% rispetto ai prezzi di apertura del 2024.
Sul versante opposto troviamo le patate, dove la dinamica è tutta ribassista. Le quotazioni sul mercato finanziario dell’EEX da febbraio hanno imboccato un marcato trend deflattivo, interrotto soltanto a giugno da una fase di stabilità poi confermata anche dalle ultime settimane. A settembre, i prezzi delle patate da industria risultano inferiori del 56% rispetto all’inizio dell’anno e del 19% rispetto allo stesso periodo del 2024. Secondo le analisi di Areté, i ribassi sono legati al previsto rimbalzo produttivo che, in un contesto di disallineamento tra i prezzi del mercato libero e i livelli contrattualizzati di consegna, sta spingendo il settore verso una situazione di potenziale sovrapproduzione. Dietro questi numeri, ci sono gli effetti concreti per l’industria e per la cucina: da una parte la nocciola, ingrediente centrale nella pasticceria e nella cioccolateria, diventa sempre più preziosa; dall’altra la patata, base per l’industria di trasformazione, rischia di trasformarsi in un surplus difficile da collocare.