L’Ismea ha diffuso il Monitoraggio dei costi medi di produzione in agricoltura: raccolto frumento 2025, disponibile sul proprio portale. Per il grano duro i costi medi sono stimati in 302 €/t per l’Italia centro-settentrionale e 318 €/t per l’Italia centro-meridionale e la Sicilia. Nel cluster Puglia-Sicilia-Basilicata il prezzo medio è risultato di 295,5 €/t contro un costo medio di 318 €/t, con un differenziale negativo del -7%. Nel cluster Toscana-Marche il prezzo medio (296,5 €/t) è vicino ai costi (302,9 €/t), con un differenziale del -2%. Per il frumento tenero, il costo medio è 232 €/t. Nel cluster Centro-Nord (Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Toscana) il prezzo medio è di 236,3 €/t, con un differenziale positivo del +2%.

Grano duro e tenero, rese record ma differenziali diversi
Le rilevazioni Istat (ancora provvisorie) indicano per il 2025 una produzione nazionale di 3,8 milioni di tonnellate di grano duro, in crescita dell’8,5% rispetto al 2024, a fronte di una superficie di 1,15 milioni di ettari. La resa media si attesta a 3,3 t/ha (+11,4%). Gli incrementi maggiori riguardano la Basilicata, con rese di 4 t/ha, mentre in Sicilia e Puglia si stimano valori tra 3,1 e 3,5 t/ha. Nelle Marche la crescita è più contenuta (3,6 t/ha). Il profilo qualitativo è ritenuto soddisfacente, con tenori proteici fino al 14% e peso ettolitrico spesso superiore a 80 kg/hl.
Per il frumento tenero, la superficie coltivata scende a 498mila ettari (-4,3% rispetto al 2024), ma la produzione sale a 2,6 milioni di tonnellate (+1%), grazie a rese medie di 5,2 t/ha (+5,4%). Le rese crescono in Lombardia (+25%, 6,5 t/ha), Veneto (+12%, 6,0 t/ha) e Piemonte (+20%, 6,5 t/ha), mentre calano in Emilia-Romagna (5,5 t/ha contro 6,0 del 2024), a causa delle piogge persistenti in fase di semina e crescita. La pubblicazione dei dati era stata anticipata dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che agli agricoltori riuniti a Bari aveva spiegato: «I dati Ismea servono affinché non ci sia più concorrenza sleale sul mercato».