Secondo le stime preliminari diffuse dall’Istat, a settembre l’inflazione resta stabile al +1,6% su base annua. Questo risultato deriva da due dinamiche contrapposte: da un lato, una lieve accelerazione dei prezzi dei beni (da +0,6% a +0,7%), dall’altro, una decelerazione dei prezzi dei servizi (da +2,7% a +2,6%). Il differenziale inflazionistico tra beni e servizi si riduce così a +1,9 punti percentuali, rispetto ai +2,1 di agosto.

A settembre l’inflazione si è mantenuta stabile
Nel comparto dei beni alimentari si osserva un rallentamento, con una crescita dei prezzi che scende da +3,8% a +3,6%. A determinare questo risultato è soprattutto la dinamica degli alimentari non lavorati (da +5,6% a +4,8%), in particolare frutta fresca o refrigerata (+5,4% contro +8,8% precedente) e vegetali freschi o refrigerati diversi dalle patate (+2,9% contro +5,1%). Al contrario, i prezzi degli alimentari lavorati mostrano un lieve incremento, passando da +2,7% a +3,0%.
L’Ufficio Studi Confcommercio ha sottolineato che stanno emergendo segnali di rientro delle tensioni sui beni alimentari, con effetti positivi sull’aggregato definito «carrello della spesa». Questo andamento potrebbe riflettersi anche sulle percezioni dei consumatori, con benefici indiretti sulle scelte quotidiane. Confcommercio prevede che, se tali tendenze dovessero rafforzarsi nei prossimi mesi, si potrebbe assistere a un lieve recupero della fiducia delle famiglie. «Il possibile accentuarsi di queste dinamiche», si legge nella nota, «potrebbe contribuire a restituire un minimo di vigore alla domanda per consumi».
Secondo Federdistribuzione, è necessario che il rilancio della domanda interna torni al centro dell’agenda politica per stimolare la crescita economica. «La prossima Legge di Bilancio sarà un passaggio decisivo», sottolinea la federazione, «per destinare risorse a interventi concreti a sostegno di famiglie e imprese».