Martedì 24 febbraio la torrefazione Caffè Agust di Brescia apre le porte agli operatori, ai coffee lovers e a chi vuole conoscere più a fondo il mondo del caffè di qualità e scoprire il fascino di una competizione avvincente e unica, che mette alla prova i nasi e i palati più sensibili nel riconoscere ogni sfumatura di aroma e gusto. Si svolge la seconda semifinale italiana Cup Tasters del circuito Scae - Specialty coffee association of Europe, di cui è sponsor ufficiale Csc - Caffè speciali certificati: è una competizione da poco arrivata nel nostro Paese, ma grazie all’impegno organizzativo dell’associazione e all’eco positiva di ogni appuntamento, riscuote un successo e una partecipazione mai visti in Italia. Sono infatti numerosi gli operatori, ma anche i curiosi e gli amanti del buon caffè che chiedono di partecipare o di assistere a una gara che unisce professionalità, suspense e coinvolge in un circolo virtuoso di qualità.

«Questa attenzione crescente è un segnale molto importante - afferma Enrico Meschini, presidente di Csc - che evidenzia l’attenzione nei confronti del caffè e il desiderio di conoscerlo più a fondo. La nostra associazione ha due grandi obiettivi: identificare, selezionare e certificare la qualità dei caffè che propone alle torrefazioni che aderiscono a essa e promuovere la cultura del caffè di qualità, al fine di permettere a una platea sempre più ampia di operatori e consumatori finali di riconoscere e scegliere prodotti di pregio. E in un periodo come l’attuale in cui la maggioranza delle torrefazioni ha di fatto abbassato la qualità dei propri caffè, Csc ha deciso di fare un importante passo avanti: ha infatti ottenuto la certificazione ISO 22005, che offre la garanzia del prodotto attraverso la tracciabilità lungo tutta la filiera, dal chicco al confezionamento».
Un incontro di gusto
L’appuntamento è presso l’ampia sala corsi di Caffè Agust a Brescia: una rapida illustrazione delle attività di Csc poi una dimostrazione di come si estrae un caffè con il metodo filtro (il più amato nel Nord Europa e negli Usa, e molto apprezzato dai giovani), che comincia a essere presente in alcuni bar italiani e anche a casa. Questo metodo, più delicato rispetto al classico espresso, permetterà di cogliere le note fiorite e agrumate dell’Yrgalem, un caffè proveniente dall’Etiopia selezionato da Csc: un’esperienza di gusto molto particolare.
Quindi, via con la gara che prevede la partecipazione contemporanea di due concorrenti per turno; su un lungo tavolo sono poste otto triplette di tazze con caffè preparato in modalità filtro (le macchine sono fornite da Bunn): ognuna ne contiene due uguali da individuare “scartando” la terza tazza, con un aroma diverso. Vince chi identifica nel minor tempo il maggior numero di tazze diverse.
Tra i caffè ci sono differenze spesso sottili, che richiedono buone capacità sensoriali per essere individuate correttamente. Si tratta di un esercizio quotidiano per chi seleziona il caffè verde e per chi crea e controlla le miscele, ma organi di senso ben allenati sono preziosi alleati anche del barista, che ogni giorno può verificare di persona la qualità del caffè che propone ai clienti e coinvolgerli nel piacere di riconoscere e gustare un buon espresso.
Il pregio della trasparenza
Al momento del saluto finale, a tutti i convenuti sarà data una confezione di caffè che evidenzia il cambiamento in atto in Caffè Agust : “Le nostre miscele Gentile ed Elegante hanno il marchio Csc, dunque contengono caffè altamente selezionati - afferma Marco Corsini, titolare -. Nelle nuove confezioni, non ci limitiamo a indicare una composizione generica, ma diciamo quali caffè contengono, la loro provenienza e anche quali sentori ricercare in tazza. Nel 100% arabica Gentile, le origini sono Brasile Sul de Minas Capoeirinha, El Salvador La Libertad San Louis, Guatemala Santa Rosa El Hato Blu e India Plantation Kodagu Fairland. Abbiamo voluto dare un segno di trasparenza e una garanzia di qualità costanti che pochi altri torrefattori possono e sanno offrire”. Quanti clienti al bar e quanti consumatori a casa sanno davvero cosa c’è nell’amata tazzina?