La più antica pecora dell'Alto Adige protagonista in tavola da Oscar Messner
09 gennaio 2017 | 11:51
di Andrea Radic
Oscar Messner
La razza era in via d'estinzione negli anni '30, ma la tenacia di alcuni allevatori l'ha mantenuta, grazie anche al lavoro del presidio Slow Food e dell'azienda Furchetta. Dietro il marchio Furchetta lavorano tre autentici rappresentanti della Val di Funes, due dei quali cuochi per passione. Hanno deciso di impreziosire e di voler far conoscere questa specialità della loro valle, ispirandosi in primo luogo a criteri di freschezza e qualità.
Il loro è un fattivo contributo a un'agricoltura sostenibile, rappresentato dal ricorso a trasporti brevi e dall'utilizzo della lana degli animali. Oscar Messner, chef patron del ristorante Pitzock a San Pietro di Funes (Bz) è uno dei tre “conservatori” della tradizione. Dall'utilizzo delle carni d'angelo nel menu alla produzione di specialità come il prosciutto d'agnello di sella, coscia e spalla, il salame stagionato all'aria di montagna, la della cotta con le erbe e il ragù d'angelo in vasetto. Piatto signature del ristorante è lo Stinco d'agnello.
Il giovane Oskar Messner, nato e cresciuto in Val di Funes, ha saputo trasformare la vecchia osteria di famiglia lungo la strada del paese in un piccolo ristorante inconsueto, simpatico e moderno, dotato di ampia terrazza. Un menu all'insegna del territorio e del presidio Villnosser Brillenschaf dove spicca un lasagnetta al ragù d'agnello davvero di ottimo livello.
E poi l'entusiasmo di Oscar si manifesta nel parlare del progetto di valorizzazione dell'artigianato, della lavorazione della lana delle pecore per ricavarne giacche, coperte, berretti, comode e calde pantofole invernali, il tutto restituendo alla manualità del lavoro il segno della tradizione.
«Cercavo donne capaci di lavorare la lana - racconta Messner - ho scritto un annuncio sul foglio della chiesa e si sono presentate in trenta. Ci siamo messi nel mio locale e abbiamo organizzato il lavoro. Oggi produciamo e vendiamo i prodotti rigorosamente fatti a mano, simbolo del territorio con buon successo tra il pubblico». Bravo Oscar, un po' cuoco, un po' artigiano, un po' imprenditore. E da notare, senza contributi pubblici perché, come dice lui, «voglio poter guardare negli occhi chi ho di fronte».
Per informazioni: www.pitzock.com
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