Secondo Legambiente, verdura, frutta e prodotti trasformati, sono contaminati da uno o più residui di pesticidi. Sarebbe un terzo del totale dei prodotti analizzati (36,4%). Punte che rasentano il pericolo come il tè verde, risultato contaminato da un mix di 21 differenti sostanze chimiche. Residui chimici in quantità sono stati rinvenuti anche nell'uva da tavola e da vino, tutta di provenienza nazionale, contaminata anche da 7, 8 o 9 sostanze contemporaneamente. I dati sono contenuti nel report "Stop pesticidi", il dossier di Legambiente che raccoglie ed elabora i risultati delle analisi sulla contaminazione da fitofarmaci nei prodotti ortofrutticoli e trasformati, realizzati dalle Agenzie per la protezione ambientale, Istituti zooprofilattici sperimentali e Asl.

La risposta di Coldiretti non si fa attendere e fornisce una fotografia ben più controllata: «I prodotti alimentari italiani sono quasi ventidue volte più sicuri di quelli extracomunitari per quanto riguarda il contenuto in residui chimici». Dato rafforzato dall'Autorità per la sicurezza alimentare (Efsa): secondo il suo "National summary reports on pesticide residue" appena lo 0,3% dei prodotti Made in Italy, contiene residui chimici oltre il limite, mentre la percentuale sale all'1,6% per i prodotti di origine comunitaria.
«L'invasione di prodotti alimentari provenienti dall'estero aumenta dunque il rischio per i consumatori - aggiunge Coldiretti - come dimostra "la classifica dei cibi più pericolosi" da noi elaborata sulla base del rapporto del ministero della Salute sui sistema di allerta europeo che per quanto riguarda i pesticidi vede in testa per pericolosità le spezie dall'India come il peperoncino fichi secchi e peperoni, dalla Turchia ma anche la frutta e verdura dall'Egitto come olive e fragole e i broccoli ed i funghi dalla Cina. Paesi dai quali arrivano spesso cibi diventati di gran moda in Italia, come ad esempio la curcuma originaria dell'India o le bacche di goji, i fagioli azuchi e lo zenzero che sono in gran parte di provenienza cinese. Al contrario l'agricoltura italiana è la più green d'Europa con 288 prodotti a denominazione di origine (Dop o Igp) e 415 vini Doc o Docg, il divieto all'utilizzo degli Ogm e il maggior numero di operativi biologici, circa 60mila, con quasi 1,5 milioni di ettari coltivati o in conversione».