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Un’etichetta per tutelare il Made in Italy Governo e Confindustria studiano l’iter

Il ministero per lo Sviluppo economico e Confindustria stanno lavorando attorno alla possibilità di proteggere i prodotti italiani in vendita fuori dall’Unione europea attraverso un’etichetta distintiva. L’idea era già stata abbozzata nel 2010 con l'ok della Camera, ma si era poi arenata in fase di approvazione

19 aprile 2017 | 15:44
Un’etichetta per tutelare il Made in Italy 
Governo e Confindustria studiano l’iter
Un’etichetta per tutelare il Made in Italy 
Governo e Confindustria studiano l’iter

Un’etichetta per tutelare il Made in Italy Governo e Confindustria studiano l’iter

Il ministero per lo Sviluppo economico e Confindustria stanno lavorando attorno alla possibilità di proteggere i prodotti italiani in vendita fuori dall’Unione europea attraverso un’etichetta distintiva. L’idea era già stata abbozzata nel 2010 con l'ok della Camera, ma si era poi arenata in fase di approvazione

19 aprile 2017 | 15:44
 

L’Italia vuole difendere e valorizzare i suoi prodotti. In un’epoca in cui i mercati sono instabili e in cui non bisogna lasciare indietro nemmeno le briciole, e in un cui - anche a causa della crisi - i tentativi di falsificazione sono all’ordine del giorno, il Governo sta pensando di creare un marchio distintivo da apporre sui prodotti italiani in vendita all’estero, che si tratti di alimenti, capi di abbigliamento o altro ancora. Un’idea non nuova ma che ora sempre più concreta; al lavoro c’è il ministero dello Sviluppo economico, insieme ai rappresentanti di Confindustria e delle associazioni del mondo produttivo.

Un’etichetta per tutelare il Made in Italy Governo e Confindustria studiano l’iter

Il marchio, di matrice volontaria, dovrebbe applicarsi sulle merci esportate al di fuori dell’Unione europea e conterrebbe indicazioni sull’origine delle merci, nel caso in cui vengano prodotte in Italia. Secondo quanto confermato da Smi-Sistema moda Italia a Pambianconews, il progetto è attualmente in fase in studio e le eventuali tempistiche di realizzazione non sono certe, soprattutto perché tenta di mettere assieme diversi settori merceologici.

Il progetto è valido, ma tra il dire e il fare… Già nel 2010 c’era stato un tentativo di tutelare il Made in Italy con la legge Reguzzoni-Versace la quale introduceva l’etichettatura obbligatoria e la tracciabilità dei prodotti tessili, della calzatura e della pelletteria. Dopo aver ricevuto l’ok della Camera, il testo si era però subito arenato, senza ottenere i decreti attuativi, perché incompatibile con il diritto comunitario.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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