L’olio extravergine di oliva torna a far parlare di sé. Con l’inizio della raccolta e una stagione che promette di superare le 300mila tonnellate di produzione, i prezzi in Italia iniziano finalmente a scendere. A Milano, le quotazioni dell’olio evo nazionale hanno registrato il primo calo da novembre 2024: meno 5%, pari a circa 500 euro in meno a tonnellata, dopo mesi fermi a quota 9.700 euro. Un livello che, da maggio, si era mantenuto vicino al record storico toccato a gennaio. Il segnale è chiaro: il mercato sta tirando il fiato dopo una lunga corsa al rialzo.

Olio extravergine, primi segnali di ribasso dopo mesi di prezzi record
Più complesso il quadro per l’olio extravergine di origine comunitaria, che resta stabile ma ancora su valori molto alti, circa il 16% sopra i livelli di inizio estate. In questo caso, a pesare sono le difficoltà della Spagna, dove il caldo torrido e la mancanza di pioggia in Andalusia hanno ridotto le rese. Le precipitazioni arrivate solo a fine ottobre hanno evitato danni peggiori, ma non bastano per parlare di ripresa. Il ministero dell’Agricoltura spagnolo stima un calo della produzione del 3%, confermando un’annata complicata. Il divario tra Italia e Spagna non è mai stato così ampio. Da noi, la prospettiva di un raccolto generoso spinge i prezzi verso il basso; oltre i Pirenei, invece, la scarsità di prodotto tiene le quotazioni alte. Il risultato è uno spread da record, che segna nuovi equilibri nel mercato europeo dell’olio.
Come sottolinea Areté - The Agri-Food Intelligence Company - il comparto sta attraversando una fase di assestamento dopo due anni di rialzi e tensioni. Da oltre vent’anni, ricordiamo, la società bolognese analizza i mercati agrifood per aiutare aziende e istituzioni a orientarsi tra numeri, previsioni e trend globali. Questa settimana, l’olio torna protagonista. E il messaggio è chiaro: dopo mesi di rincari, qualcosa finalmente si muove.