C’è un ingresso, in via Garibaldi a Mestre (Ve), che per più di mezzo secolo ha accolto viaggiatori, turisti, famiglie, uomini d’affari. Un portone che oggi si chiude, almeno per un po’. L’Hotel Garibaldi, uno dei punti di riferimento del centro cittadino, saluta la gestione della famiglia Zanchin, che dal 1969 ne aveva fatto un luogo di ospitalità e di relazioni umane. La chiusura sarà solo temporanea, in attesa di un cambio di gestione, ma per Luigi Zanchin e sua moglie Lorella si tratta comunque di una tappa carica di significato.

L'Hotel Garibaldi di Mestre chiude: la famiglia Zanchin va in pensione
«È stato mio papà Berto con mamma Antonia ad acquistare la struttura nel ’69 - racconta Luigi a Il Gazzettino - dove io e mia sorella Grazia siamo cresciuti, gestendo tutto in famiglia, raccogliendone poi l’eredità con passione e dedizione. Dal 2019 ho condiviso l'impegno con mia moglie Lorella, veneziana doc, che dopo la pensione ha deciso di aiutarmi a tempo pieno, assieme a un gruppo di collaboratori e dipendenti affiatati, che non posso che ringraziare per tutti gli anni di vicinanza e impegno». Dentro quelle mura è passata una parte di storia di Mestre. «Da qui abbiamo visto la città cambiare, soprattutto il suo centro - racconta - chi ne parla male dimentica che certi fenomeni interessano ormai tutte le città. Infatti è stato bello vedere che i nostri ospiti si sono innamorati spesso di questo luogo, che sotto certi aspetti è molto migliorato in 50 anni, scoprendo con sorpresa i suoi lati positivi». In fondo, l’albergo non era solo un punto d’appoggio per chi viaggiava: era un osservatorio discreto sulla vita di una città che nel tempo ha cercato un’identità propria, accanto alla vicinissima Venezia.
Il Garibaldi è stato anche una scuola di ospitalità familiare, un luogo dove l’accoglienza passava soprattutto dai rapporti umani. «Abbiamo sempre messo i rapporti umani al centro di tutto - ricordano Luigi e Lorella - i clienti lo sentivano, questo ci permetteva di instaurare subito un rapporto diretto, conoscendo i loro gusti e desideri, in modo da poterli soddisfare». È da quella spontaneità che sono nate amicizie e legami durati anni. «Lo stesso approccio ha fatto sì che i legami non si esaurissero col soggiorno: una signora austriaca ci mandava ogni Natale una decorazione fatta a mano per l'albero e dalla Sicilia ci spedivano arance e mandarini. Alla notizia della chiusura i messaggi di affetto sono stati tantissimi, con alcuni tra i clienti più affezionati che hanno voluto addirittura prenotare una camera solo per passare a Mestre a salutarci, portandoci regali. In tanti ci hanno scritto parole commoventi come “Siete stati la nostra casa, avete lasciato un segno indelebile nei nostri cuori” o “L'hotel rimarrà sempre nel nostro cuore”».
Col tempo, l’albergo è diventato un punto di riferimento per chi viveva a Mestre e non solo per chi la attraversava. Nelle sue sale si sono tenuti piccoli eventi, celebrazioni, incontri che hanno scandito la quotidianità di una comunità. E anche nei momenti difficili, la famiglia Zanchin non ha mai fatto un passo indietro. «Certo, non sono mancati anche momenti che ci hanno messo a dura prova - ricordano Luigi e Lorella - come di recente la pandemia da Covid-19, dove abbiamo deciso di tenere comunque aperto anche senza personale, per garantire un servizio minimo ai clienti abituali. Dopo aver lavorato 8 giorni su 7 è arrivato il tempo del meritato riposo, ci mancheranno però queste mura, dentro ci sono vite intere di ricordi, ma quello che ci resta forte è l'affetto che i cittadini di Mestre e i clienti ci hanno donato».
Proprio quell’affetto ha contribuito a cambiare anche lo sguardo di molti visitatori verso la città. «Tanti italiani e stranieri venivano qui solo per dormire e poi andare a Venezia - raccontano - salvo poi scoprire Mestre e trovarla interessante, così tra la nostra clientela non erano in pochi a tornare anche tre o quattro volte l’anno. Dall’Irlanda avevamo chi addirittura conosceva giorni e orari di mercato». Il futuro dell’hotel resta aperto, in attesa di una nuova gestione che raccolga l’eredità di una storia lunga più di cinquant’anni. Luigi e Lorella salutano con serenità e fiducia: «Mestre può avere ancora un futuro interessante, non semplice perché i temi della sicurezza ci sono e sono complessi, ma può avere ancora tanto da dire e offrire a chi vuole visitarla. Siamo ottimisti che, con la nuova gestione, l’Hotel Garibaldi resti ancora un simbolo e un luogo che contribuisca a rendere attrattiva la città».