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Annata 2009, Francia sorpassa Italia in quantità ma non in qualità

Con un raccolto di 48 milioni di ettolitri, la Francia diventa nel 2009 il primo produttore mondiale di vino sorpassando l’Italia, ma non per qualità. Sul mercato internazionale tuttavia il made in Italy conferma la propria leadership e rimanere anche nel 2009 il primo esportatore mondiale di vino

 
28 agosto 2009 | 12:59

Annata 2009, Francia sorpassa Italia in quantità ma non in qualità

Con un raccolto di 48 milioni di ettolitri, la Francia diventa nel 2009 il primo produttore mondiale di vino sorpassando l’Italia, ma non per qualità. Sul mercato internazionale tuttavia il made in Italy conferma la propria leadership e rimanere anche nel 2009 il primo esportatore mondiale di vino

28 agosto 2009 | 12:59
 

 Con un raccolto previsto di 48 milioni di ettolitri, la Francia diventa nel 2009 il primo produttore mondiale di vino sorpassando l'Italia dove la vendemmia anticipata dal caldo di una decina di giorni dovrebbe portare in cantina 'solo” 46-47 milioni di ettolitri. è quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che per i cugini d'oltralpe si stima un aumento superiore al 10% rispetto allo scorso anno che è invece contenuto entro il 5% per l'Italia anche se la produzione rimane inferiore alla media degli ultimi cinque anni per entrambi i paesi, secondo le previsioni dell'Ismea e dell'Unione italiana vini e l'agenzia governativa francese FranceAgriMer.

Diverso il confronto sul piano qualitativo con la produzione italiana che si prevede di alta qualità con ben il 60% che potrà essere commercializzata sotto una delle 477 denominazioni di origine (Docg, Doc e Igt) riconosciute in Italia. Una produzione, realizzata per quasi i due terzi in Veneto, Puglia, Emilia Romagna e Sicilia, con un equilibrio tra vini rossi o rosati e bianchi anche se ci sarà una leggera prevalenza dei primi.

Sul piano economico la preoccupazione unisce i viticoltori dei due paesi per la situazione di incertezza in cui si trova il mercato del vino soprattutto per prezzi di vendita delle uve. Sul mercato tuttavia il made in Italy sembra mostrare una maggiore resistenza rispetto alla produzione del concorrente francese che evidenzia un vero crollo sia all'interno dei confini nazionali che all'estero. In Italia i consumi familiari di vino nel primo semestre sono diminuiti in quantità del 2,9% ma con un aumento del 2% per i Doc/Docg mentre in Francia c'è stato un crollo generalizzato del 17% per i vini bianchi da tavola e del 23% per rossi e rosè. Le esportazioni di vino made in Italy restano pressoché stabili in quantità (-0,3%) mentre quelle francesi si sono ridotte del 16% nel primo trimestre del 2009 ma con valori praticamente dimezzati per lo champagne (-41%) nell'intero semestre.

 Proprio lo champagne sta rappresentando un caso particolare. Dopo 15 an­ni in cui sono aumentati i consumatori, le vendite sono crollate del 23% nei primi mesi del 2009 e tra Giappone e Stati Uniti il calo tocca il 60%. Per superare la crisi le 150 case produttrici, guidate dal marchio Moet& Chandon vogliono dimezzare gli ordini dell'uva: da 14 a 7,5 tonnellate per ettaro. I 15mila vignaioli insorgono ac­cusando le maison di voler ap­profittare della crisi per strozza­re i produttori e comprarsi le vi­gne a prezzi stracciati e sono sul piede di guerra.

Lo scontro all'ultimo grappo­lo sarà il 2 di settembre quando il Civc (Comité interprofession­nel du vin de Champagne), comitato com­posto da 6 vignaioli e 6 rappre­sentanti delle case produttrici, dovrà arrivare a un compromesso su quanta uva comprare (il resto non verrà buttato ma conserva­to).

Con questi dati l'Italia dovrebbe quindi confermare la propria leadership sul mercato internazionale e rimanere anche nel 2009 il primo esportatore mondiale di vino, che rappresenta peraltro la prima voce dell'export agroalimentare nazionale.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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