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Italiani sempre più "pesanti" L'obesità cresce di più al sud

Sono quasi cinque milioni gli italiani obesi. Il loro costo sociale è pari a 8,3 miliardi di euro all'anno. Un 18enne su di peso costerà negli anni 100mila euro in più alla società rispetto al coetaneo normopeso. Per l'Italia è ormai allarme rosso da grasso anche se in Europa ci battono gli inglesi

27 settembre 2009 | 20:00
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Italiani sempre più "pesanti" L'obesità cresce di più al sud

Sono quasi cinque milioni gli italiani obesi. Il loro costo sociale è pari a 8,3 miliardi di euro all'anno. Un 18enne su di peso costerà negli anni 100mila euro in più alla società rispetto al coetaneo normopeso. Per l'Italia è ormai allarme rosso da grasso anche se in Europa ci battono gli inglesi

27 settembre 2009 | 20:00
 

 Sono quasi cinque milioni i nostri connazionali obesi. Il loro costo sociale è pari a 8,3 miliardi di euro all'anno. «Questo dato - dice Giuseppe Turchetti, docente di Economia e gestione delle imprese alla scuola superiore Sant'Anna di Pisa e coordinatore dello studio - è l'espressione di tutti i costi, diretti ed indiretti, generati dalla patologia e ci dà la misura di quanto incida sul tessuto socio-economico del Paese». Obesità, emergenza sanitaria globale dei prossimi anni: un'evidenza condivisa da tutti gli addetti ai lavori, certificata dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che ha posto la prevenzione e la cura di questa patologia tra gli obiettivi più importanti da conseguire a breve termine.

Non certo noto è invece il costo sociale dell'obesità, ovvero quanto pesino gli effetti negativi della patologia sulle condizioni di vita di chi ne soffre, dei suoi familiari e, indirettamente, sull'intera collettività, in termini di consumo di risorse economiche. La determinazione del costo sociale dell'obesità in Italia rappresenta la prima fase di uno studio congiunto - condotto dalla scuola superiore Sant'Anna e dall'Università Bocconi - relativo all'obesitàe alla chirurgia bariatrica.

Giuseppe Turchetti ha curato i risultati di questa prima parte che sono stati illustrati venerdì 25 settembre al Festival della salute, in occasione dell'incontro "Presentazione dei risultati di uno studio sui costi sociali dell'obesità", al quale partecipano anche l'assessore al Diritto alla salute della Regione Toscana, Enrico Rossi, e il presidente eletto della Società italiana di Chirurgia, Gianluigi Melotti.

«Questo lavoro - dice Giuseppe Turchetti - consente di capire quanto l'insieme di tutti gli aspetti della patologia (cure, patologie correlate, giornate di lavoro perse, ecc.) incidano sul tessuto socio-economico del nostro paese. A ottobre partirà la seconda parte dello studio, che valuterà il costo sociale su una popolazione di "ex obesi" che si sono sottoposti a interventi di chirurgia bariatrica. Saranno coinvolti 6 centri, equamente distribuiti tra Toscana e Lombardia, due regioni che insieme rappresentano quasi la metà del totale degli interventi di chirurgia dell'obesità effettuati oggi in Italia, interessanti anche perché propongono modelli di organizzazione e di assistenza diversi tra loro».

La bilancia pende a sud: il lavoro della scuola superiore Sant'Anna presenta i dati relativi alla prevalenza dell'obesità in Italia, negli Usa e in Europa e svolge una revisione sistematica degli studi internazionali sul costo sociale dell'obesità, che ha permesso di stimare il costo sociale annuo di una "generica" persona obesa in 1700 euro (1400 euro di costi sanitari e 300 di costi non sanitari). Secondo l'Istat "Health for All 2008", dal 1994 al 2007 si è assistito, in Italia, a un progressivo incremento del tasso medio di prevalenza dal 7,3% al 9,9%. Le regioni che in questi anni hanno fatto registrare i tassi più bassi di prevalenza sono il Piemonte, il Trentino Alto Adige e la Liguria. La regione più "pesante" - con medie sempre superiori al 10% - è il Molise, seguita da Puglia (picco massimo 12,9% nel 2006) e Basilicata (12% nel 2006).

 Sulla base di questi dati epidemiologici e della revisione degli studi internazionali, la scuola superiore Sant'Anna ha stimato l'impatto del costo sociale dell'obesità in Italia. Secondo l'esercizio svolto, considerata una prevalenza dell'obesità pari al 9,9%, che corrisponde a 4.898.496 persone adulte, il costo sociale annuo stimato dell'obesità risulterebbe essere di 8,3 miliardi di euro, pari a circa il 6,7% della spesa santiraria pubblica.

Ipotizzando una vita media attesa della persona obesa di 75 anni, è stimabile in circa 100mila euro aggiuntivi il costo sociale totale di un diciottenne obeso rispetto ad un coetaneo normopeso. Infine, un altro dato che invita alla riflessione: in Italia, sempre secondo i dati Istat Health for All 2008, il costo sanitario pro-capite è di 1.703 euro.

Se a questo dato togliamo i costi sanitari connessi alla cura dell'obesità, cosi' come calcolati nell'esercizio svolto, otteniamo un costo sanitario pro-capite di 1.565 euro. Ciò significa che l'obesità peserebbe sulla spesa sanitaria pro-capite per circa 138 euro e che un cittadino obeso costerebbe al Ssn più del doppio di un cittadino normopeso. Secondo le rilevazioni, aggiornate al 2008, del Behavioral Risk Factor Surveillance System dei Cdc di Atlanta (Centers for Disease Control and Prevention, il più grande network di controllo della salute pubblica nel mondo), dal 1985 a oggi si è assistito a un progressivo e massiccio consolidamento della prevalenza dell'obesità negli Usa, che oggi si attesta su valori che vanno dal 18,5% in Colorado a 31,4% in Alabama. Il fenomeno dell'obesità negli Usa ha avuto anche una chiara connotazione geografica, allargandosi dagli Stati della costa atlantica a quelli della costa pacifica, in una sorta di "conquista del West". Spostandoci in Europa, le cifre scendono di circa il 10%. Secondo i dati Eurostat, aggiornati al 2004, è Malta lo Stato con il maggior numero di obesi (23%), seguito dal Regno Unito (22,7%). Alla Norvegia la palma dello Stato europeo più "magro", con una prevalenza del 6,1%.


Fonte: Agi

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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