Il Comune di Venezia dice basta a kebab e pizza da asporto nel cuore della città. La giunta dic entro sinistra guidata dal Sindaco-filosofo Massmo Cacciari ha approvato una delibera che blocca tutte le nuove aperture e i traslochi degli esercizi che vendono specialità mediorientali e tranci di pizza da consumare per strada o a casa. Il provvedimento è immediatamente valido in 13 aree del centro storico e rimarrà in vigore fino al 2011. Nel frattempo, l'assessorato alle Attività produttive predisporrà una seconda delibera da votare in consiglio comunale che modificherà il piano regolatore veneziano introducendo questi nuovi divieti. «Estendiamo quanto già è in vigore a Rialto, San Leonardo, campo Santa Margherita e via Garibaldi», spiega l'assessore al Commercio Giuseppe Bortolussi. Le norme sul commercio infatti hanno liberalizzato la vendita anche nelle botteghe di alimentari di cibi di propria produzione e questo ha prodotto negli ultimi anni un boom di veri e propri take-away.
«Il divieto di aprire nuovi kebab e pizze da asporto sta nell'ottica di tutelare la residenza incentivando servizi di vicinato», continua l'assessore. A Rialto, Frari, Santo Stefano, in area Marciana, a San Canciano, Santi Apostoli, stazione ferroviaria, Bragora, Tolentini, San Marcuola e Santa Maria Formosa potranno dunque aprire macellerie, panifici, alimentari di vario genere e magari anche qualche ferramenta e altri negozi utili a chi vive a Venezia ma, per almeno due anni, niente locali da take-away. «Venezia per non morire ha bisogno di eccellenza, qualità e servizi per i cittadini — spiega Ernesto Pancin dell'Aepe —. Il proliferare di asporto non fa bene nemmeno al turismo e rende la città un parco divertimenti senza vita». La decisione parte dallo studio del Coses che ha anche spinto il Comune a eliminare il numero fisso di licenze per bar e ristoranti e bloccare aperture e traslochi in alcune aree di Venezia e Mestre.
«Il provvedimento fa parte del più complesso riordino del commercio che stiamo attuando con gli ambulanti e i plateatici», continua l'assessore che ha ricevuto una buona notizia dal Tar del Veneto. La corte amministrativa ha infatti bocciato la richiesta dell'osteria Naranzeria di sospendere la delibera comunale sui cosiddetti «pianini» (i plateatici e le loro misure) di Rialto e di Murano. «Il Tar ci dà ragione e ci permette di proseguire nel nostro lavoro», conclude Bortolussi. In realtà, il tribunale non si è espresso nel merito, ma ha solamente rilevato che il provvedimento comunale dello scorso 12 ottobre è un semplice «preannuncio» della riduzione dei plateatici (che nel caso della Naranzeria è praticamente un dimezzamento dello spazio che occupa in Erbaria) e dunque «non pregiudica in maniera attuale l'interesse della ricorrente». E intanto lunedì scadrà il termine per la richiesta di spazi per tavolini e sedie esterni da ottenere in concessione d'uso e a breve il Tar dovrà esprimersi su un altro ricorso simile ma presentato dal locale Bancogiro in Erbaria.
Lombardia e Toscana apripista
La strada scellta da Venzia segue quelle, contestate, già intraprese dalla regione Lombardai e da alcune giunte in Toscana per restrizioni in alcune attività legate al cibo. Dopo un provvedimento di Lucca nel 2008 che vieta i Kebab in centro stoico, la Regione Lombardia ha in particolare varato una legge che impone agli artigiani (non solo Kebab, ma anche rosticcerie, piadineie, gelaterie, e pizze d'asporto) l'obbligo di chiusura entro l'una di notte e il divieto di mangiare fuori dal locale. Nei giorni scorsi anche a Prato la giunta ha fatto un'ordinanza per vietare l'apertura di kebab in centro storico.