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Venezia sceglie qualità e utilità No a Kebab e pizze d'asporto

La giunta di Massimo Cacciari (centrosinistra) estende il divieto in 13 aree del centro storico. Bocciato il ricorso della Naranzeria. Stop a kebab e pizze al taglio, per l'assessore al Commercio Giuseppe Bortolussi così di possono tutelare i negozi di vicinato. La città ha bisogno di turismo alto

05 dicembre 2009 | 16:02
Venezia sceglie qualità e utilità No a Kebab e pizze d'asporto
Venezia sceglie qualità e utilità No a Kebab e pizze d'asporto

Venezia sceglie qualità e utilità No a Kebab e pizze d'asporto

La giunta di Massimo Cacciari (centrosinistra) estende il divieto in 13 aree del centro storico. Bocciato il ricorso della Naranzeria. Stop a kebab e pizze al taglio, per l'assessore al Commercio Giuseppe Bortolussi così di possono tutelare i negozi di vicinato. La città ha bisogno di turismo alto

05 dicembre 2009 | 16:02
 

Il Comune di Venezia dice basta a kebab e pizza da asporto nel cuore della città. La giunta dic entro sinistra guidata dal Sindaco-filosofo Massmo Cacciari ha ap­provato una delibera che bloc­ca tutte le nuove aperture e i traslochi degli esercizi che ven­dono specialità mediorientali e tranci di pizza da consumare per strada o a casa. Il provvedi­mento è immediatamente vali­do in 13 aree del centro stori­co e rimarrà in vigore fino al 2011. Nel frattempo, l'assesso­rato alle Attività produttive predisporrà una seconda deli­bera da votare in consiglio co­munale che modificherà il pia­no regolatore veneziano intro­ducendo questi nuovi divieti. «Estendiamo quanto già è in vigore a Rialto, San Le­onardo, campo Santa Marghe­rita e via Garibaldi», spiega l'assessore al Commercio Giu­seppe Bortolussi. Le norme sul commercio infatti hanno li­beralizzato la vendita anche nelle botteghe di alimentari di cibi di propria produzione e questo ha prodotto negli ulti­mi anni un boom di veri e pro­pri take-away.

«Il divieto di aprire nuovi kebab e pizze da asporto sta nell'ottica di tutelare la resi­denza incentivando servizi di vicinato», continua l'assesso­re. A Rialto, Frari, Santo Stefa­no, in area Marciana, a San Canciano, Santi Apostoli, sta­zione ferroviaria, Bragora, To­lentini, San Marcuola e Santa Maria Formosa potranno dun­que aprire macellerie, panifici, alimentari di vario genere e magari anche qualche ferra­menta e altri negozi utili a chi vive a Venezia ma, per almeno due anni, niente locali da take-away. «Venezia per non morire ha bisogno di eccellen­za, qualità e servizi per i citta­dini — spiega Ernesto Pancin dell'Aepe —. Il proliferare di asporto non fa bene nemme­no al turismo e rende la città un parco divertimenti senza vi­ta». La decisione parte dallo studio del Coses che ha anche spinto il Comune a eliminare il numero fisso di licenze per bar e ristoranti e bloccare aper­ture e traslochi in alcune aree di Venezia e Mestre.

«Il provve­dimento fa parte del più com­plesso riordino del commer­cio che stiamo attuando con gli ambulanti e i plateatici», continua l'assessore che ha ricevuto una buona notizia dal Tar del Veneto. La corte amministrativa ha infatti bocciato la richiesta del­l'osteria Naranzeria di sospen­dere la delibera comunale sui cosiddetti «pianini» (i plateati­ci e le loro misure) di Rialto e di Murano. «Il Tar ci dà ragione e ci permette di proseguire nel nostro lavoro», conclude Bortolussi. In realtà, il tribuna­le non si è espresso nel meri­to, ma ha solamente rilevato che il provvedimento comuna­le dello scorso 12 ottobre è un semplice «preannuncio» della riduzione dei plateatici (che nel caso della Naranzeria è pra­ticamente un dimezzamento dello spazio che occupa in Er­baria) e dunque «non pregiu­dica in maniera attuale l'inte­resse della ricorrente». E intanto lunedì scadrà il termine per la richie­sta di spazi per tavolini e sedie esterni da ottenere in conces­sione d'uso e a breve il Tar do­vrà esprimersi su un altro ri­corso simile ma presentato dal locale Bancogiro in Erbaria.


Lombardia e Toscana apripista


La strada scellta da Venzia segue quelle, contestate, già intraprese dalla regione Lombardai e da alcune giunte in Toscana per restrizioni in alcune attività legate al cibo. Dopo un provvedimento di Lucca nel 2008 che vieta i Kebab in centro stoico, la Regione Lombardia ha in particolare varato una legge che impone agli artigiani (non solo Kebab, ma anche rosticcerie, piadineie, gelaterie, e pizze d'asporto) l'obbligo di chiusura entro l'una di notte e il divieto di mangiare fuori dal locale. Nei giorni scorsi anche a Prato la giunta ha fatto un'ordinanza per vietare l'apertura di kebab in centro storico.  

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05/12/2009 16:02:00
4) Era ora....
Da Veneto dico: era ora! A tutto c'è un limite, pure all'indecenza.- E lo stesso problema lo viaviamo pure nella nostra bellissima città del Palladio dove marmaglia varia crede di poter fare picnic sui gradini delle chiese, davanti ai musei e sotto la Basilica Palladiana.- Ci vorrebbe anche da noi un....Sindaco-sceriffo "modello Gentilini"....(ed ora anche "modello Cacciari"...)


05/12/2009 16:02:00
3) Ma Venezia dovrà rivedere i suoi prezzi
Bella iniziativa, però visto che Venezia vive sul turismo dovrebbero rivedere un po' i prezzi dei locali nel centro storico e magari togliere quel maledetto "pizzo" del 10% sul conto messo sotto la voce servizio!!!!Questo purtroppo accade in tutte le città d'arte.


05/12/2009 16:02:00
2) Peccato che puntino al turismo "alto"
Peccato che la città di Venezia cerchi turismo "alto": per andarci dovrò aspettare che cambino idea!


05/12/2009 16:02:00
1) Venezia va goduta da tuti
Credo che a Venezia cerchino "turismo alto" per ovviare al rischio di annegamento quando c'è l'acqua alta. Scherzi a parte, stimo Bertolussi come "studioso", ma credo che queste affermazioni lascino il tempo che trovano. Venezia desiderano visitarla anche coloro i quali non possono permettersi di spendere tanto e si arrangiano per poter far quadrare i conti con i propri bilanci famigliari. Il bello piace a tutti. Un buon amministratore deve far si che la propria città funzioni non impedendo, ma operando affinchè il giusto equilibrio fra diverse offerte copra le esigenze ed i bisogni di tutti i turisti: ricchi e sgranati. Altro problema è l'educazione di chi lascia cartacce e sporco oppure in modo maleducato si ciba incurante del fatto che si trovi in uno dei posti più unici del mondo e va goduto con grande rispetto. 




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