
Alcune espressioni dialettali hanno sovente identificato la casa con la cucina. In Emilia Romagna, per esempio, 'andé in cà” significa 'andare in cucina”. Questo spiega la centralità che la cucina ha sempre avuto nelle case contadine. Un unico ambiente, con il fuoco al centro e un'apertura in alto per il fumo accoglieva chi entrava. E attorno al fuoco, vero cuore della casa, ci si riuniva, ci si scaldava, si cuocevano i cibi e si mangiava.
Nelle abitazioni delle classi altolocate, invece, la cucina era tenuta il più lontano possibile dai luoghi di soggiorno. Nei palazzi signorili si trovava spesso su un piano diverso rispetto a quello della sala da pranzo e si usava l''ascensorino”. Il lavoro dei cuochi non doveva essere messo in mostra, anche se si trattava di cucine straordinarie, come quella descritta nel 1570 da Bartolomeo Scappi, cuoco di papa Pio V, «che comprendeva: una stanza principale con focolare, fornelli, tavole, mensole, vasche, mortai; un'altra con strumenti per preparare la pasta, le salse e molte altre vivande; un cortile attrezzato per lavorare le carni, i pesci, le verdure; uno stanzino fresco per le conserve e uno per riporre le masserizie».
Fra due idee di cucina così diverse - una talmente centrale da diventare sinonimo della casa e l'altra emarginata dai locali 'importanti” - la prima, quella popolare e contadina, dopo secoli di subalternità culturale ha finito per imporsi. Ciò è accaduto nel corso del Novecento, con il venir meno della servitù nelle case borghesi e le rivendicazioni delle padrone di casa, costrette ora al lavoro in cucina per non vedersi escluse dalla vita in tinello o in salotto. Nasce poi, negli anni Trenta, la nuova formula della cucina/sala da pranzo, detta all'americana.
Poi negli ultimi decenni la cucina ha guadagnato altro terreno fra gli spazi domestici: disegnare la casa attorno alla cucina oggi non è più un segno di povertà, ma può diventare un progetto che sollecita la fantasia degli architetti di tendenza. Anziché nasconderla, oggi la cucina si ostenta. Lo stesso accade nei ristoranti alla moda, dove le cosiddette 'cucine a vista” mettono orgogliosamente in mostra il lavoro dei cuochi, senza più relegarlo in recessi nascosti.