
Consumatori disorientati, produttori preoccupati, operatori commerciali danneggiati. è questo il risultato, secondo la Cia (Confederazione italiana agricoltori) Sicilia, del servizio trasmesso ieri 14 gennaio su Canale 5 da 'Striscia la notizia” in cui si è affermato «con troppa superficialità e semplificazione che per individuare una vera arancia rossa siciliana 'originale” è necessaria la presenza del bollino Igp». Non ci si è poi soffermati a ricordare, nota l'organizzazione degli agricoltori, che il bollino identifica una produzione che l'Unione europea protegge e che viene realizzata da aziende agricole che per scelta imprenditoriale hanno deciso di aderire a un consorzio e rispettare un disciplinare di produzione.
Esistono, pertanto - così come sono sempre esistite prima del riconoscimento dell'Igp (Indicazione geografica protetta) da parte dell'Unione europea - anche moltissime arance rosse (che sono poi la maggioranza) prodotte in Sicilia, ugualmente buone e ugualmente 'vere”, ma che, per scelta imprenditoriale, non si fregiano del marchio Igp. La Cia siciliana ha chiesto l'immediata rettifica di quanto divulgato tramite Striscia la Notizia e si riserva di intraprendere azioni legali a tutela dei propri associati che «a causa di una leggerezza stanno subendo danni economici incalcolabili».
Quando si parla di arancia rossa (non necessariamente a Igp) si definisce un gruppo di cultivar di arancio, appunto, che in determinati areali riescono a produrre frutti con la polpa colorata di rosso. Gli addetti ai lavori conoscono bene il Tarocco, il Moro, il Sanguinello e il Sanguigno, tutte cultivar di arancio che solo in particolari condizioni pedoclimatiche riescono a produrre la speciale pigmentazione. Solo nella Sicilia orientale, infatti, grazie alla presenza dell'Etna si riesce a realizzare quella forte escursione termica che determina la formazione degli antociani che, oltre a dare il colore alla polpa, tanta importanza hanno nell'alimentazione umana con le loro proprietà antiossidanti e di contrasto alla formazione delle neoplasie.
Al fine di tutelare i produttori ed evitare il disorientamento dei consumatori, la Cia siciliana ribadisce la necessità di approvare una norma che tuteli le produzioni italiane basata sulla tracciabilità a partire dalla individuazione dell'azienda agricola in cui si realizza il prodotto immesso nel circuito commerciale.
Clicca qui per vedere il video del servizio di Striscia la notizia (14/01/2010)
Articolo correlato:
Confusione sulle varietà delle arance Confagricoltura chiede marchio Sicilia