Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
venerdì 26 aprile 2024  | aggiornato alle 19:53 | 104823 articoli pubblicati

Ercole olivario 2010, a Spoleto la Sicilia batte per 5 a 4 la Toscana

Alle Dop dell'isola 5 premi contro i 4 dei toscani. Dal podio è assente la Puglia, il maggior produttore italiano di olio. Al concorso hanno partecipato 250 extravbergine, con 100 finalisti provenienti da 17 regioni. L'anno scorso prodotte 464mila tomnnellate di olio contro le 607mila del 2008

28 marzo 2010 | 16:54
Ercole olivario 2010, a Spoleto 
la Sicilia batte per 5 a 4 la Toscana
Ercole olivario 2010, a Spoleto 
la Sicilia batte per 5 a 4 la Toscana

Ercole olivario 2010, a Spoleto la Sicilia batte per 5 a 4 la Toscana

Alle Dop dell'isola 5 premi contro i 4 dei toscani. Dal podio è assente la Puglia, il maggior produttore italiano di olio. Al concorso hanno partecipato 250 extravbergine, con 100 finalisti provenienti da 17 regioni. L'anno scorso prodotte 464mila tomnnellate di olio contro le 607mila del 2008

28 marzo 2010 | 16:54
 

Sicilia superstar al concorso nazionale 'Ercole Olivario 2010', che si è svolto a Spoleto, il cui protagonista, come di consueto, è stato l'olio extra vergine di oliva. Le Dop dell'isola si sono classificate prime, ottenendo cinque premi (contro i quattro della Toscana).

Al concorso hanno partecipato 260 oli extra vergine di oliva, con 100 finalisti, provenienti da 17 diverse regioni italiane e Giorgio Mencanori, presidente del comitato organizzatore del premio nazionale (nonchè della locale Camera di commercio) , ha annunciato che «per i vincitori dell'edizione 2010 il comitato dell'Ercole Olivario ha già in programma missioni commerciali in Francia, Belgio ed Olanda». La Camera di commercio di Perugia, diretta dal segretario generale Andrea Sammarco, ha fra l'altro lodevolmente attrezzato al meglio i laboratori di degustazione per la giuria, formata da 16 assaggiatori coordinati dal capo panel Giulio Scatolini. Costoro hanno egregiamente lavorato per ben cinque giorni, da lunedì 22 allo scorso venerdì 26, per valutare i 100 oli finalisti. Un notaio ha anonimizzato gli oli e si è reso garante in toto della regolarità  del concorso.

 Quando in Italia si parla di olio, è facile cadere nell'abusato assioma che vede un centro sud volto ad adoperare quale condimento base della propria cucina e della propria tavola l'olio extravergine di oliva, a fronte di un nord esterno alla corolla mediterranea che adopera quale condimento base di propria cucina e proprio tavola, il burro.

Tale assioma è ancora vero, posto che:
a)   lo si legga con un ampio spettro di grigi,
b)   si consideri anche al nord il ruolo della ristorazione di qualità, volto a privilegiare interpretazioni di cucina che abbiano un accorto utilizzo prevalente del condimento a base vegetale
c)   non si sottovaluti il ruolo della componente salutista.

Quando poi parliamo di numeri, sappiamo di cosa stiamo parlando ?

L'Italia è il secondo produttore al mondo di olio, la Spagna essendo il primo.

Nel nostro Bel Paese il quadro stimato della produzione olearia 2009 indica una produzione di circa 464mila tonnellate, a fronte di una produzione 2008 di circa 607mila tonnellate. E' un calo considerevole, che lambisce quasi un quarto della produzione, mica poco.

Se disaggreghiamo i dati a livello regionale, allora notiamo che il 20% delle regioni italiane, ovvero quattro regioni, contribuiscono alla produzione olearia nazionale per l'80%, in specchiato ossequio alla legge di Paredo.

Queste quattro regioni, giammai casualmente meridionali, sono: la Puglia (da sola pressoché un terzo della produzione nazionale: 32%), la Calabria (30%), la Sicilia (9%), la Campania (8%). Questa survey dell'oliveto Italia ci torna utile per supportarci in chiave di lettura dei premi dell'Ercole Olivario.

La location è una delle piazze più belle d'Italia, la piazza del Duomo di Spoleto.
Ci accoglie una bomboniera: il Teatro Caio Melisso. Anchorman il bravo Alessandro Di Pietro che saprà ridare cornice televisiva al Premio Ercole Olivario nella puntata del 21 aprile della trasmissione 'Occhio alla Spesa”, da lui condotta.

Eccoci ai premiati.

Categoria Fruttato Leggero – olio extravergine di oliva

1 classificato      -        Azienda Agraria Tore di Ittiri (Sardegna)

2 classificato      -        Agostini Alfredo di Petritoli (Marche)

Categoria Fruttato Leggero – olio extravergine di oliva DOP

1 classificato      -        Olio extravergine DOP Monti Iblei (sottozona Monte Lauro) dell'Azienda Terraliva di Frontino Giuseppina di Siracusa (Sicilia)

2 classificato      -        Olio extravergine DOP Chianti Classico del Frantoio Pruneti di San Polo (Toscana)

Categoria Fruttato Medio – olio extravergine di oliva

1 classificato      -        Olio extravergine dell'Azienda Manfredi Barbera e Figli spa di Palermo (Sicilia)

2 classificato      -        Olio extravergine dell'Oleificio Asaro srl di Trapani (Sicilia)

Categoria Fruttato Medio – olio extravergine di oliva DOP

1 classificato      -        Olio extravergine Toscano IGP del Frantoio Franci snc di Montenero d'Orcia – Grosseto (Toscana)

2 classificato      -        Olio extravergine DOP Colline Salernitane dell'azienda La Torretta scrl di Battipaglia – Salerno (Campania)

Categoria Fruttato Intenso – olio extravergine di oliva

1 classificato      -        Olio extravergine della fattoria La Vialla di Gianni Antonio e Bandino Lo Franco di Arezzo (Toscana)

2 classificato      -        Olio extravergine dell'azienda Quattrociocchi Valentina di Alatri – Frosinone (Lazio)

Categoria Fruttato Intenso – olio extravergine di oliva DOP

1 classificato      -        Olio extravergine DOP Monti Iblei sottozona Gulfi del Frantoio Cutrera snc di Chiaramonte Gulfi – Ragusa (Sicilia)

2 classificato      -        Olio extravergine DOP Monti Iblei sottozona Gulfi dell'azienda Rollo Giorgio di Ragusa (Sicilia).

Quali le considerazioni scaturenti dall'assegnazione di questi premi ?

Prima considerazione.
Il meritorio sfaldamento di un paradigma consolidato che traccia le eccellenze dei tre differenti fruttati quasi secondo latitudini, erroneamente abituando a considerare i gardesani quali detentori dei migliori fruttati leggeri, tutta la vasta macroarea centrale a vocazione di fruttato medio ed il sole caldo del meridione peninsulare e delle isole a vocazione di fruttato intenso. Suddivisione troppo semplicistica e, va detto, fin troppo evidentemente cagionata da un modello interpretativo che se può avere fondamento nei bianchi, molto di meno ne ha quando si tratta di olio.

Seconda considerazione.
Su 38 oli DOP, ben tre premi vanno ad una sola DOP, quella dei Monti Iblei e, cosa stramba, sia per il fruttato leggero che per quello intenso. E' accaduto e allora è possibile. Potenza delle sottozone. Gustosa coincidenza, l'olio DOP dei Monti Iblei è quello che condisce l'impasto dei panini McItaly.

Terza considerazione, che è questione interrogativa.
I frantoi conseguono premi. Gareggiano insieme con le aziende non frantoiane. E' corretto ?
Giochicchiamo un po' con una lettura aritmetica dei premi assegnati.
Assegniamo 5 punti ad ogni primo classificato e 2 punti ad ogni secondo classificato.

Ne sortisce il seguente podio.

La Sicilia è la regione vincitrice, con 19 punti; a seguire la Toscana con 12 punti; terza la Sardegna con 5 punti.
Medaglia di legno, se così ci si potesse esprimere, a Marche, Campania e Lazio che raccolgono solo 2 punti.
Ma attenzione, valutiamo adesso i risultati conseguiti ponendoli in relazione alla produzione olearia di ogni regione. Insomma quella cosa che poi . . . . alle Olimpiadi la Cina non è che di medaglie d'oro ne vinca chissà quante se relazionate al numero di abitanti. Ecco, ci siamo intesi.

Ciò fatto, è allora la Toscana al primo posto, la Sardegna al secondo, le Marche al terzo e la Sicilia è solo quarta. Il Lazio è quinto e la Campania è sesta. Appare molto strana l'assenza della Puglia, il frantoio dell'Italia, che riesce ad ottenere menzione per un premio assegnato al migliore package (Premio Speciale Amphora Olearia), conseguito dal Frantoio Galantino di Bisceglie (Ba).

La menzione speciale per l'olio biologico va alla fattoria La Vialla di Gianni Antonio e Bandino Lo Franco di Arezzo (Toscana).

Ovvie le analogie tra il mondo dell'olio ed il contiguo mondo del vino e facili da interpretare i segnali che lasciano intendere, nel bene e nel male, che ciò che il vino ha vissuto, l'olio si accinge a vivere. Si pensi all'enoturismo ed oggi si parla di elaioturismo. Cantine Aperte e poi Frantoi Aperti. Movimento Città del Vino e Movimento Città dell'Olio (il cui attivissimo Presidente Lupi era ben presente a Spoleto). Guide del Vino e Guide dell'Olio. Fiere del Vino e fiere dell'Olio. Ecco, basterebbe che all'olio riuscisse quell'understatement che il vino a volte smarrisce per strada.

        

 

 

 

 

  

 

 

 

 

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
Voglio ricevere le newsletter settimanali


Agugiaro e Figna Le 5 Stagioni
Italmill
Cosi Com'è
ROS
Union Camere

Agugiaro e Figna Le 5 Stagioni
Italmill
Cosi Com'è

ROS
Senna
Julius Meiln