Tradizione e innovazione. Milano sceglie di rifarsi il look in vista dell'Expo 2015 puntando ad armonizzare l'arredo urbano e i colori che la caratterizzano. E quindi, a partire dal grigio. Grigio ghisa che ritorna negli svariati elementi previsti dall'abaco allegato al piano per la qualità urbana della giunta.
Il piano è una raccolta di regole che punta sul verde come colore dominante, insieme al grigio. Con una doppia sfumatura: da una parte il verde in senso ambientale (a partire dall'obbligo di alberare ogni strada che si realizza o riqualifica), dall'altra il verde delle panchine, degli orologi, delle vedovelle di ghisa, elette simbolo della 'rinascita” urbana.
Portato in giunta dall'assessore Maurizio Cadeo, il piano fissa le regole per rimettere ordine in una città in cui le regole per l'arredo urbano sono state disattese per troppo tempo. Qualche esempio: via i panettoni e al loro posto aiuole; piante o fioriere su tutti i marciapiedi larghi, a tutela anche delle piste ciclabili che vi correranno sopra… Così, corso Buenos Aires diventerà un boulevard alla francese. Gli archetti gialli lasceranno spazio alle parigine. I cestini dei rifiuti diventeranno grigi. I dehor saranno grigio ghisa con tetto verde, come i chioschi delle edicole. Qua e là forse del giallo nelle finiture.
Allegato al piano, l'abaco dell'arredo urbano: un lungo elenco, che sarà sempre estendibile, di oggetti di arredo urbano come panchine (verdi) e cesate (grigie), lampioni (grigi) e fioriere (in ghisa). Il Comune prevede di mettere rastrelliere per le bici (grigio ghisa) lungo i raggi verdi, che saranno di un verde diverso grazie a nuove graminacee che correranno dal centro alla periferia, con buona pace degli allergici.
Al piano della qualità urbana sarà allegato un 'Piano del colore”, di cui il primo contiene le linee guida. Così Palazzo Marino vieterà facciate colorate nel centro storico, che dovrà tornare ai colori originali (graffitari permettendo). In periferia invece ogni casa dovrà attenersi al cromatismo del quartiere. Previste eccezioni solo per oggetti di design di particolare pregio, ma non nel centro storico.
La rivoluzione partirà dagli orologi: a breve sarà pubblicato il bando per sistemare i 13mila quadranti cittadini. Erano e restano verde scuro, ma potranno avere diversi numeri e lancette, per salvare la creatività e perché - soprattutto - se no la gara andrebbe deserta, per stessa ammissione di Cadeo. Poi toccherà ai pali (170mila quelli censiti nel 2003, molti dei quali dovranno sparire) mentre si prosegue il lavoro sui panettoni (42mila quelli tirati via negli ultimi 5 anni).
Dehor e chioschi, Milano cambia
Milano prepara un piccola rivoluzione estetica e i primi effetti concreti si vedranno, in autunno, in Galleria Vittorio Emanuele con i nuovi dehors. In arrivo anche nuove panchine, cestini più belli, chioschi eleganti e tutti uguali, aiuole come dissuasori del traffico al posto dei panettoni di cemento. Con un colore dominante che, almeno nelle intenzioni dell'amministrazione, non vuole richiamare il cielo milanese ma una tonalità classica che appartiene alla storia della città: il grigio. La giunta comunale ha dato il via libera ieri al Piano della qualità urbana, fissando regole e canoni estetici per tutti i manufatti delle vie, delle piazze, dei parchi della città e persino per le cesate di cantiere.
Il documento, che dovrà essere approvato dal consiglio comunale ed è collegato all'abaco degli arredi e al manuale dei raggi verdi, intende fare "ordine"
nella modalità con cui si realizzano parcheggi, orti, giardini, rotatorie, piste ciclabili e, al contempo, fare "pulizia" nell'infinita collezione di oggetti multicolor che puntellano gli spazi pubblici, individuando per ogni tipo di arredo un modello predefinito, generalmente, appunto, di colore grigio (verdi i cestini nei parchi).
I locali in Galleria Vittorio Emanuele dovrebbero rinnovare nell'ottobre prossimo i dehors con le nuove verande sormontate da tende verdi e bordature ocra. Il primo chiosco a pagoda, realizzato secondo le nuove regole in anticipo sull'approvazione del Piano da parte del consiglio comunale, sarà probabilmente quello dell'edicola di via Arcivescovado, dietro piazza Duomo. Altri effetti saranno visibili in centro e in periferia, con i cestini nuovi e le panchine.
Nei prossimi mesi saranno infatti sostituiti 20 mila porta rifiuti, 15 mila di grandi dimensioni e posati a terra (di cui 4 mila di pregio per il centro) e 5 mila più piccoli aggrappati all'asta.
«Questo importante documento, frutto di un lungo lavoro - ha osservato l'assessore all'Arredo, Maurizio Cadeo - è necessario affinché, nella costruzione del verde e del grigio in città, si centrino quegli obiettivi di qualità che faranno di Milano una metropoli più funzionale e più bella». «Sono stati fissati i criteri per la progettazione della città - aggiunge l'architetto Flora Vallone, direttore del settore Arredo, Verde e Qualità Urbana - e
varranno per noi e per tutti gli operatori interessati ad intervenire a Milano. Da oggi in avanti avremo un modello da applicare, un quadro di riferimento».
Una volta fissato l'obiettivo si dovranno insomma seguire regole precise per raggiungerlo. «L'obiettivo è Milano più verde? - cita a titolo di esempio l'architetto. Significa che tutti coloro che costruiranno strade dovranno prevedere la piantumazione di alberi». In maniera graduale, «con buonsenso e tenendo conto dei costi», sottolinea l'assessore Cadeo, verranno sostituiti archetti gialli o di acciaio, panettoni, pali senza un perché (in città se ne contano 170 mila). Il modello più gettonato è Parigi, dove esiste un solo tipo di dissuasore per il traffico e un solo genere di lampione.
Negli ambiti di pregio il Comune intende dire la sua anche sui colori degli edifici e sui materiali da utilizzare per gli interventi. Le nuove regole avranno un trampolino di lancio nella zona pedonale di Paolo Sarpi e nelle sistemazioni di corso Buenos Aires (verso piazza Oberdan). «Molti degli oggetti di arredo avranno il logo del Comune», promette l'assessore. Che ha anche un sogno nel cassetto: «Mi piacerebbe, un domani, tornare a un colore unico per i tram».
Fonte: Corriere.it