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A rischio spaghetti e vongole Telline, la Ue cambia le norme

Per telline, vongole e canolichi non allevati sarà vietata, dal 1° giugno, la pesca con le draghe. I pescatori del Lazio chiedono una deroga per un settore che nella regione vale fra 700 e 800mila euro l'anno. La tellina del litorale romano è diventata il presidio ittico di Slow Food

02 maggio 2010 | 23:40
A rischio spaghetti e vongole Telline, la Ue cambia le norme
A rischio spaghetti e vongole Telline, la Ue cambia le norme

A rischio spaghetti e vongole Telline, la Ue cambia le norme

Per telline, vongole e canolichi non allevati sarà vietata, dal 1° giugno, la pesca con le draghe. I pescatori del Lazio chiedono una deroga per un settore che nella regione vale fra 700 e 800mila euro l'anno. La tellina del litorale romano è diventata il presidio ittico di Slow Food

02 maggio 2010 | 23:40
 

L'Unione europea mette a rischio spaghetti e bruschetta con le telline, simboli più golosi della tradizione ittica del made in Italy. Una delle norme contenute nel Regolamento comunitario del Mediterraneo nel settore della pesca che entrerà in vigore il primo giugno, infatti, vieta la pesca con le draghe fino a 0,3 miglia dalle coste. E le telline, appunto, vengono catturate con questo attrezzo sotto costa ad appena 20 metri dal litorale, una distanza molto inferiore a quella che sarà consentita a fine maggio.

A rischio scomparsa dalle tavole ci sono anche il cannolicchio pescato a circa 100 metri dalla costa e la vongola, quella non allevata, pescata a pochi metri più a largo. Una grave rinuncia per i buongustai, ma soprattutto un danno economico per i pescatori di molte Regioni, in particolare per il Lazio che detiene la leadership per la produzione delle telline, seguito a distanza da Puglia e Campania. Basti pensare che il 10% della flotta laziale è attiva nella molluschicoltura con draghe e rastrelli, per un totale di 70 piccole imbarcazioni che catturano in media ogni giorno circa 40-50 chili per 11 mesi l'anno, escluso aprile.

«Siamo in attesa di una deroga promessa proprio per il settore dei molluschi», ha affermato all'Ansa il presidente di Federcoopesca-Confcooperative Lazio, Claudio Brinati ancora speranzoso che l'Ue possa ripensarci. «Altrimenti - aggiunge - sarebbe il colpo di grazia per un settore che vive già una forte crisi». Il settore delle telline ogni anno, solo nel Lazio, muove un business alla produzione di circa 7-800mila euro, per una quantità di circa 80 tonnellate l'anno.

Ed è proprio la tellina del litorale romano ad essere diventata il primo presidio ittico di Slow Food nel Lazio, riconoscimento che nasce per sostenere piccole produzioni di eccellenza che rischiano di scomparire, valorizzando il territorio e recuperando mestieri di lavorazione tradizionali. Rinomata fin dai tempi romani, grazie alla qualità e alla finezza della sabbia, la tellina della zona che va da Passoscuro a Capo d'Anzio, è molto ricercata, essendo un bivalve più delicato di altri molluschi, dal gusto inconfondibile tanto che va condita poco per rispettarne le qualità organolettiche.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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