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In Francia piacciono le bollicine italiane +34% nel primo bimestre 2010

Al Forum Internazionale della Coldiretti a Bruxelles è stata presentata l’analisi sul consumo di prodotti alimentari italiani nel primo bimestre del 2010: nella sola Francia si è registrato un +34% per le bollicine e un +13% per i formaggi, capitanati dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano

 
27 maggio 2010 | 11:12

In Francia piacciono le bollicine italiane +34% nel primo bimestre 2010

Al Forum Internazionale della Coldiretti a Bruxelles è stata presentata l’analisi sul consumo di prodotti alimentari italiani nel primo bimestre del 2010: nella sola Francia si è registrato un +34% per le bollicine e un +13% per i formaggi, capitanati dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano

27 maggio 2010 | 11:12
 

In controtendenza alla crisi si registra un aumento del 34% del valore delle esportazioni di spumante italiano in Francia nel 2010 che sono in realtà solo l'espressione piu' evidente della crescita sulle tavole di tutto il mondo del Made in Italy alimentare che svolge un effetto traino per la ripresa dell'intera economia. è quanto è emerso al Forum Internazionale della Coldiretti a Bruxelles dove è stata presentata l'analisi sul consumo di prodotti alimentari italiani nel primo bimestre del 2010 che evidenzia una affermazione sui mercati mondiali dei prodotti base della dieta mediterranea, con un aumento in quantità del 14% nelle esportazioni di ortofrutta, del 15% del vino e addirittura del 21% per l'olio di oliva.

Se far bere spumante ai francesi è un po' come vendere i frigoriferi agli eschimesi, tra le statistiche non mancano altri risultati sorprendenti come la forte crescita dei consumi di formaggi italiani in Francia (+13%) considerata storicamente la patria della produzione casearia, per effetto soprattutto dei due prodotti simbolo del tricolore quali il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano. Ma ci sono anche l'aumento dell'8% delle bottiglie di vino italiano spedite in Gran Bretagna dove tradizionalmente si consuma birra e le spedizioni di grappa che addirittura triplicano in Russia.

In media le esportazioni di prodotti alimentari sono cresciute nel mondo del 6% in quantità per effetto di un aumento di poco piu' dell'uno% nei paesi extracomunitari e di oltre il 7% nei Paesi comunitari. Sul risultato non si evidenzia quindi  ancora l'impatto positivo che potrà avere la rivalutazione del dollaro nei confronti dell'euro sulle esportazioni di paesi come gli Stati Uniti che rappresentano un importante mercato di sbocco per le produzioni agroalimentari Made in Italy. Gli Usa sono infatti il secondo Paese, dopo la Germania, di destinazione del vino italiano e dopo il calo del 3% dello scorso anno nelle bottiglie spedite si è registrato nel 2010 un incoraggiante aumento del 9%.

I segnali positivi sui mercati esteri, ai quali si aggiunto l'aumento record del 3,7% nelle vendite al dettaglio in Italia dei prodotti alimentari nel marzo del 2010, non si sono però trasferiti alla produzione dove le imprese agricole devono affrontare un calo del 4,5% dei prezzi in campagna ad aprile secondo i dati Ismea che registra,  tra gli altri, cali del 29% per la frutta, del 5% per i cereali, del 4% per gli ortaggi e per i vini. Una situazione che rischia invece di provocare l'abbandono delle campagne, a causa delle inefficienze e delle speculazioni lungo la filiera agroalimentare con pochi centesimi pagati agli agricoltori nei campi che diventano euro al consumo e con il risultato di un aumento della forbice nel passaggio dei prodotti dal campo alla tavola durante il quale i prezzi degli alimenti moltiplicano oggi in media cinque volte. La Coldiretti sta promuovendo un progetto per una filiera agricola tutta italiana con l'obiettivo di tagliare le intermediazioni e arrivare ad offrire in Italia e all'estero  prodotti alimentari al cento per cento italiani firmati dagli agricoltori al giusto prezzo attraverso la rete di Consorzi Agrari delle cooperative e delle imprese agricole.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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