«Sono stato sulla Luna».
«Magari, ricordati bene, forse era Marte».
Potrebbe sembrare un frammento di scherzosa conversazione fra amici buontemponi in vena di suffragare momenti onirici. Così non è. Davvero lo scorso sabato 4 settembre, all'ora magica dell'imbrunire, allorquando il sole si tuffa oltre le onde per violentare altre notti, in quel luogo unico al mondo che è la Solfatara di Pozzuoli (Na) si celebrava (è il caso di dirlo) la più augusta delle cene.
Augusta in quanto non solo si è data piena e coerente attuazione al km zero, ma si è nel contempo vissuto il T con zero: il momento in cui la cottura delle cibarie avviene mediante la perenne energia data dal suolo della Solfatara. Come succedeva in semplicità appena un bimillennio addietro. E davvero lunare è il paesaggio. Esperienza unica.
Gena Iodice, la valente e cordiale chef della Compagnia del ragù (Giugliano, Na), ben lieta di raccontare al pubblico attento il suo operato, pose all'umido calore delle fumarole della Solfatare due grandi e ghiotte pietanze: parmigiana di alici e cefalo. In felice e coerente abbinamento con la dovizia enoica dell'area flegrea due Falanghina della cantina La Sibilla.
Un complimento vivissimo all'ideatore organizzatore, l'entusiasta e instancabile Rosario Mattera, così ben coadiuvato dall'addetto stampa Ciro Biondi. Encomiabile la competenza e la capacità divulgativa di Vito Trotta, responsabile Campania dei Presìdi Slow Food.
Malazè, il cratere del gusto, prosegue fino al 14 settembre, nel magico territorio dei Campi Flegrei.