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Secessione in Valtellina Il Bitto storico "torna" a Bergamo

Il Bitto volta le spalle alla Valtellina “matrigna”, che ha fatto di tutto per far sparire la produzione tradizionale, e torna a Bergamo. Dal presidente dell’Associazione produttori Valli del Bitto Paolo Ciapparelli arriva l'annuncio che la 97ª Mostra del Bitto (storico) si svolgerà a Branzi (Bg)

22 settembre 2010 | 10:02
Secessione in Valtellina 
Il Bitto storico
Secessione in Valtellina 
Il Bitto storico

Secessione in Valtellina Il Bitto storico "torna" a Bergamo

Il Bitto volta le spalle alla Valtellina “matrigna”, che ha fatto di tutto per far sparire la produzione tradizionale, e torna a Bergamo. Dal presidente dell’Associazione produttori Valli del Bitto Paolo Ciapparelli arriva l'annuncio che la 97ª Mostra del Bitto (storico) si svolgerà a Branzi (Bg)

22 settembre 2010 | 10:02
 

Paolo Ciapparelli. Foto: L'Eco di BergamoLa Valtellina della bresaola di plastica e del Bitto senza latte di capra fatto con i mangimi e i fermenti lo fa scappare. Il formaggio orobico tornerà a gravitare sul versante bergamasco
 
Dopo l'ennesima manovra della casta per cercare di dividere tra loro i produttori storici, e  mettere in difficoltà il presidente Paolo Ciapparelli (nella foto), arriva l'annuncio che la 97ª Mostra del Bitto (storico) si svolgerà a Branzi (Bg).

Il Bitto, dunque, volta le spalle alla Valtellina matrigna che ha fatto di tutto per fare sparire la produzione tradizionale e torna in 'tèra de Bèrghem”. Paolo Ciapparelli conferma il 'trasloco” ma si scusa anche con il  presidente della Provincia vittima, alla Sagra del Bitto di domenica scorsa, 19 settembre, di un episodio della 'guerra del Bitto” che i produttori storici avrebbero volentieri evitato

A monte della clamorosa decisione ci sta la 'guerra” tra i produttori del formaggio Bitto in Valtellina, un Dop tra i più conosciuti in Italia e non solo. Dal 1996 l'area di produzione del formaggio è stata estesa a tutta la Valtellina, operazione difesa dal Consorzio tutela Casera e Bitto: e la maggior parte di produttori ha accettato anche le nuove 'licenze” introdotte dalla Dop, ovvero uso di mangimi, fermenti, mungitura a macchina e l'aggiunta di latte di capra facoltativa.

Cosa che non è piaciuta appunto ai produttori storici degli alpeggi delle valli del Bitto. I casari così si sono riuniti in associazione e, dal giugno scorso, hanno costituito il Consorzio per la salvaguardia del Bitto storico (presidio Slow food). Il gruppo riunisce 14 produttori storici delle valli del Bitto (Gerola e Albaredo), ma anche degli alpeggi dell'alta Val Brembana e della Val Varrone, nel Lecchese. Produttori che, naturalmente, considerano un tradimento le possibilità introdotte dalla Dop.

Curioso fatto in questa guerra del Bitto, una vera e propria guerra territoriale, che i due presidenti della Provincia di Sondrio, Massimo Sertori e quello della Provincia di Bergamo Ettore Pietro Pirovano siano entrambi dello stesso schieramento, e proprio della Lega.

Riportiamo da www.ruralpini.it l'esclusiva intervista di Michele Corti a Paolo Ciapparelli che annuncia come il Bitto storico la sua Mostra la farà dal 2011 a Branzi (Bg) allontanandosi dalla Valtellina matrigna che il Bitto storico ha sempre cercato di affossarlo (sino alle manovre in occasione della Sagra del Bitto di domenica scorsa). L'annuncio sabato 25 alla Fiera di San Matteo a Branzi ad una Tavola rotonda sui formaggi orobici.


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Perché alla Sagra del Bitto domenica scorsa c'è stato il clamoroso rifiuto dei vostri casari di ritirare il tradizionale premio di fine alpeggio creando imbarazzo al presidente della provincia?
Il fatto è che non abbiamo avuto tempo di preparare delle prese di posizione in tempo. Ho saputo solo venerdì cosa bolliva in pentola; con quelle paginate sui giornali in cui si annunciava un fantomatico accordo sul Bitto. Con tanta malizia, si è allegata agli articoli anche una foto d'archivio con me e i due sindaci di Albaredo e di Gerola (rispettivamente Patrizio Del Nero e Fabio Acquistapace).



Ovviamente noi non ne sapevamo niente. Un accordo dovrebbe vedere protagonisti i produttori, non i comuni. Comuni che fino a ieri se ne dicevano dietro di tutti i colori proprio a causa del Bitto e che ora, con i nuovi equilibri politici in comunità montana e qualche accordo...  In realtà quello che si voleva era cercare di dividere i produttori illudendosi di  mettermene contro almeno alcuni. Speravano che, desideroso di non rovinare la festa e, pur di non rinunciare alla premiazione, qualcuno più ingenuo avrebbe abboccato. Ma i nostri di vicende simili ne hanno già vissute parecchie e non ci cascano.

Erano indignati che qualcuno possa ancora pensare di fare accordi sottobanco alle nostre spalle e non erano certo contenti che alla Sagra del Bitto - qui a Gerola - siano venuti, senza chiedere nulla ai nostri, i due casari 'traditori” di Albaredo (i 'traditori” sono usciti dall'Associazione produttori Valli del Bitto quando l'allora sindaco di Albaredo, Patrizio Del Nero, in precedenza grande sostenitore dell'Associazione e del Presidio Slow Food, prese un'altra direzione che l'ha portato a divenire direttore del 'Multiconsorzio” Valtellina c'è più gusto che comprende oltre a Bresaola Igp e vini Dop e Docg il Consorzio Casera e Bitto Dop, quello stesso Consorzio che i produttori storici accusano di aver voluto snaturare la produzione del Bitto introducendo l'uso dei mangimi e dei fermenti selezionati, ndr)
 
Come sono andate le cose? Come avete protestato?
In modo civilissimo, educato. Di fronte alla manovra e contro di noi ho chiesto ai nostri 15 casari di non partecipare alla premiazione nel centro Polifuzionale. Qualcuno mi chiedeva anche di ritirare il formaggio dalla Sagra ma ho detto: "il formaggio portatelo da far assaggiare, partecipate alla festa, ma quando vi chiamano non salite sul palco". Non volevamo certo rovinare la festa. Le meschinità politiche passano, il Bitto resta. Così è stato. Di fronte alle chiamate a vuoto dei casari il sindaco Acquistapace ha lanciato un appello: "C'è qualcuno che vuol spiegare?". Dal pubblico gli hanno risposto: "Se c'era Ciapparelli ve lo spiegava". Ma Ciapparelli non c'era perché mi invitano solo a mangiare. Sul palco con le autorità non mi chiamano. E allora non si lamentino. Il sindaco non può neppure lamentarsi se poi, quando  è venuto al nostro Centro del Bitto, qualcuno l'ha apostrofato con un "capissi mia cosa fai qui".

Non credi, però, che Sertori non meritasse di trovarsi in una situazione imbarazzante?
A me spiace per Sertori che non c'entra niente. Noi non sapevamo neanche che dovesse venire. Chiederò scusa a Sertori a nome di tutti i nostri produttori anche , come ho cercato di spiegare, noi avremmo volentieri evitato di essere trascinati in questa situazione determinata dal comportamento di altri.



Di fronte a questo nuovo episodio che conferma l'ostilità dell'ambiente politico valtellinese nei vostri confronti cosa farete?
è presto detto. Come sai è da un po' che medito di portare a Branzi la Mostra del Bitto. C'è la storia dietro a questa decisione e non solo la polemica  (alla fiera di San Matteo a fine settembre a Branzi confluiva in passato la maggior parte della produzione di Bitto-Branzi, un tempo due nomi ma una stessa produzione, che veniva venduta a partite ai 'neguziant' e poi inviata alle stagionature di Bergamo ndr). Sarà la 97ª Mostra del Bitto storico è presto detto. Come sai è da un po' che medito di portare a Branzi la Mostra del Bitto (la Mostra del Bitto Dop è arrivata alla 103a edizione quest'anno ma i produttori storici hanno partecipato solo sino alla 96ª). Il Formai de Mut e il Branzi sono ben contenti di accoglierci tra i formaggi orobici. Dopo 200 anni da quando Napoleone ha tolto il confine sulla cresta delle Orobie faremo sapere di stare meglio nelle Orobie con le valli lecchesi e bergamasche piuttosto che nella provincia di Sondrio dalal quale siamo costretti a distaccarci. Magari faremo fare anche delle nuove cartine...
 
A parte gli scherzi non credi che il danno di immagine per la Valtellina di questa secessione casearia sia grave?
Mah, già la Valtellina sta compromettendo la sua immagine con quella bresaola di plastica. Non capisco neanche perché quelli dei vini accettano di stare lì dentro. Certo che con questa storia del Bitto che si allontana dalla Valtellina rimedieranno una figuraccia a livello mondiale. In ogni caso al prossimo Salone del Gusto ho chiesto di farmi mettere lo stand di fronte a quello 'istituzionale' dei prodotti valtellinesi, del Multiconsorzio. Voglio guardarli in faccia questi signori.

Michele Corti


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