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Doc Colleoni
 un successo
 tutto orobicoCantoni
: più qualità e credibilità nei vini

Via libera dei produttori del Valcalepio ad una nuova denominazione per raccogliere 14 tipologie di vino che, a partire dalla vendemmia 2011, potranno fregiarsi della nuova Doc bergamasca Colleoni. Dopo il via libera da Roma alla nuova denominazione
 c'è soddisfazione al Consorzio Tutela Valca

 
16 ottobre 2010 | 16:57

Doc Colleoni
 un successo
 tutto orobicoCantoni
: più qualità e credibilità nei vini

Via libera dei produttori del Valcalepio ad una nuova denominazione per raccogliere 14 tipologie di vino che, a partire dalla vendemmia 2011, potranno fregiarsi della nuova Doc bergamasca Colleoni. Dopo il via libera da Roma alla nuova denominazione
 c'è soddisfazione al Consorzio Tutela Valca

16 ottobre 2010 | 16:57
 



«Un grande successo per il vino bergamasco, ora potremo presentarci sui mercati esteri con delle credenziali diverse rispetto a prima, dato che la Denominazione d'origine controllata ci dà più autorevolezza e rappresenta un notevole salto di qualità rispetto all'attuale Igt Bergamasca». Non nascondono la loro soddisfazione al Consorzio Tutela Valcalepio dopo l'approvazione definitiva, lo scorso 13 ottobre a Roma da parte del Comitato nazionale vini Doc e Docg, della nuova Doc bergamasca Colleoni o Terre del Colleoni per 14 tipologie di vino che fino a ieri erano Igt (vini ad Indicazione geografica tipica) o vini da tavola.

«è evidente a tutti - dice Bonaventura Grumelli Pedrocca, presidente del Consorzio Tutela Valcalepio - che questa nuova Doc conferisce maggiore credibilità al vino bergamasco, con un richiamo storico a una delle maggiori figure della nostra terra, il condottiero Bartolomeo Colleoni che all'estero è conosciuto più di quanto possano immaginare gli stessi bergamaschi».

«Con questo riconoscimento - aggiunge il direttore del Consorzio, Sergio Cantoni - il vino bergamasco diventa adulto, grazie anche all'apporto di Provincia e Camera di Commercio che ci hanno sostenuto in questa battaglia. Siamo consapevoli che la Doc, più che un premio, è un impegno dei nostri produttori a dare ai consumatori un vino sempre più di qualità e con una forte identità territoriale». Sarebbe soddisfatto Luigi Veronelli, strenuo difensore dei vitigni autoctoni, aggiunge Cantoni, «dato che la nuova Doc Colleoni valorizza, tra gli altri, vitigni storici locali come l'Incrocio Manzoni, il Franconia, la Schiava, l'Incrocio Terzi e il Moscato Giallo».

«La nuova Doc - aggiunge Emanuele Medolago Albani, vicepresidente del Consorzio Tutela - permette una maggiore qualificazione dei nostri vitigni soprattutto sui mercati esteri dove la Doc pesa e dà anche un valore aggiunto a tutto il territorio bergamasco».
«Il Valcalepio - aggiunge Cantoni - continua ad essere la bandiera enoica della nostra provincia ma ora possiamo portare all'attenzione dei consumatori una più ampia offerta di prodotti che, con il marchio Doc, ottengono una qualificazione che l'Igt Bergamasca non poteva certo garantire in particolare sui mercati esteri». Un salto di qualità produttivo è atteso anche per gli spumanti: «Avremo tre tipologie - spiega Cantoni - Brut, Extrabrut e Dry: con la Doc potremo raddoppiare le attuali 200 mila bottiglie». Tutte le modifiche proposte dal Consorzio sono state accettate a Roma. La nuova Doc «Colleoni» debutterà con la vendemmia 2011.

Fonte: L'Eco di Bergamo

Articolo pubblicato il 7 ottobre

A Bergamo avanza la Doc Colleoni
Sono 14 le tipologie di vino che, a partire dalla vendemmia 2011, potranno fregiarsi della nuova Doc bergamasca «Terre del Colleoni» o «Colleoni», voluta dai produttori del Consorzio Tutela Valcalepio, che si inserirà a metà strada tra la Denominazione d'origine controllata del Valcalepio e i vini Igt ad Indicazione geografica tipica. Un passo importante verso il riconoscimento della Doc «Colleoni» è stato compiuto ieri pomeriggio all'ex Borsa Merci, dove si è tenuta la «pubblica audizione» sul disciplinare della nuova Doc, presenti i rappresentanti del ministero delle Politiche agricole, del Comitato nazionale vini, della Regione, della Provincia e del Consorzio Tutela Valcalepio. Un passaggio indispensabile, utile a raccogliere suggerimenti e proposte di modifica al testo del disciplinare a cui ha già dato il suo parere favorevole la Commissione tecnico-normativa del Comitato nazionale vini. Sarà ora il Comitato stesso a dare il via libera definitivo nella riunione già fissata per il 13-14 ottobre e, di conseguenza, al relativo decreto ministeriale previsto entro la fine dell'anno. Valutazioni positive sull'audizione sono state espresse dal presidente della stessa - e relatore della proposta di disciplinare - Ettore Ponzo (membro della Commissione tecnico-normativa Lombardia-Liguria, in rappresentanza del presidente Secondo Scanavino) e da Gloria Corti della Regione Lombardia (che hanno apprezzato «l'impegno e la determinazione» dei nostri produttori), a cui si affiancavano, al tavolo dei relatori, il vicepresidente del Consorzio Tutela Valcalepio Emanuele Medolago Albani (che ha fatto le veci del presidente Bonaventura Grumelli Pedrocca, ieri indisposto), il direttore Sergio Cantoni, Alessandro Maggi della Regione, Diego Compagnoni della Provincia di Bergamo, Stefano Valeri del ministero delle Politiche agricole, Giovanna Cattaneo, agronoma del Consorzio Tutela Valcalepio. «La pubblica audizione - ha commentato Medolago Albani - è una delle ultime tappe di un lungo percorso iniziato quattro anni fa e che, con la nuova Doc, punta a valorizzare e a far crescere i vini a monovitigno della nostra provincia, gli spumanti e il vino novello».

Ecco le 14 tipologie di vino bergamasco che dall'anno prossimo diventeranno Doc «Terre del Colleoni»: i vini fermi bianchi Pinot Bianco, Pinot Grigio, Chardonnay, Incrocio Manzoni, Moscato Giallo; il bianco Moscato Giallo Passito; i fermi rossi Schiava, Merlot, Marzemino, Cabernet, Franconia, Incrocio Terzi; il Novello (per il quale si potranno utilizzare i vitigni a bacca rossa ad esclusione del Marzemino e della Schiava, ma nel corso dell'audizione di ieri è stato chiesto di inserire anche questi ultimi); e, infine, lo Spumante (utilizzando i vitigni Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Nero, e - su proposta del Consorzio Tutela - anche Pinot Grigio e Incrocio Manzoni).

Svariati i temi e i problemi esaminati nel corso della pubblica audizione. A cominciare dal nome: la proposta di modificarlo in «Terre bergamasche del Colleoni» non è apparsa felice: «troppo lunga da un punto di vista commerciale», hanno detto Medolago Albani e Cantoni; «provinciale», ha aggiunto qualche produttore. E poi sulle etichette deve prevalere la stringatezza; anche i bresciani sono passati da «Terre di Franciacorta» a «Curtefranca». Il collegamento con il condottiero (il cui busto già campeggia nel simbolo del Consorzio Tutela Valcalepio) è ovviamente storico; ma per ottenere la Doc occorreva un riferimento geografico, ed ecco che allora - con un escamotage - è tornata utile l'esistenza della frazione Brembilla Colleoni di Chignolo d'Isola, grazie alla quale si potrà usare il termine «Colleoni Doc». Proposte e discussioni anche sul Rosato, sui vitigni del Novello e sulla zona di produzione della nuova Doc. Ma si è fatto anche presente che troppe modifiche avrebbero potuto dilatare ulteriormente i tempi dell'approvazione della Doc. E, invece, l'auspicio è che la settimana prossima il Comitato nazionale vini possa dare il suo «placet» alla Doc «Colleoni».

Fonte: L'Ecdo di Bergamo, articolo di Pierluigi Saurgnani

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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