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Con le bollicine dell'Alta Langa presto la 13ª Docg piemontese

Il presidente del Consorzio Lamberto Vallarino Gancia ne rilancia l'immagine di Champagne di colllina. 300mila bottiglie al momento grazie a 70 ettari vitati a Chardonnay e Pinot nero fra Asti, Alessandria e Cuneo. Un progetto giunto all'11° anno di vita e che prevede molte tappe di crescita

 
27 ottobre 2010 | 10:44

Con le bollicine dell'Alta Langa presto la 13ª Docg piemontese

Il presidente del Consorzio Lamberto Vallarino Gancia ne rilancia l'immagine di Champagne di colllina. 300mila bottiglie al momento grazie a 70 ettari vitati a Chardonnay e Pinot nero fra Asti, Alessandria e Cuneo. Un progetto giunto all'11° anno di vita e che prevede molte tappe di crescita

27 ottobre 2010 | 10:44
 

Riportiamo da "Saporri del Piemonte"

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Lamberto Vallarino GanciaL'Alta Langa, lo spumante piemontese di collina, punta all'élite delle bollicine e chiede la docg che, se concessa, sarà la 13ª della regione più vinicola d'Italia. Dunque, come richiede la legge, la pubblica audizione per avviare l'iter necessario ad ottenere l'ok ministeriale ad aggiunge una 'g” alla doc Alta Langa, si avrà giovedì 11 novembre alle 16, nel palazzo della Provincia, in piazza Alfieri ad Asti.

Una cornice assolutamente non suggestiva e men che meno enoica scelta, forse, per dare pesantezza alla richiesta.

L'annuncio dell'”audizione” è stato confermato ieri dal presidente del Consorzio di tutela Alta Langa, Lamberto Vallarino Gancia (nella foto).

Che non ha nascosto ambizioni per una piccola doc che oggi non fa paura a nessuno con le sue 300 mila bottiglie vendute (tutte, però, tra i 30 e i 40 euro a pezzo), i 70 ettari vitati a Chardonnay e Pinot Nero (tutti tra Astigiano, Alessandrino e Cuneese oltre i 250 metri di altitudine), la pattuglia di 50 vignerons coinvolti e le 9 aziende 'sorelle” – Gancia, Enrico Serafino, Martini & Rossi, Fontanafredda, Valter Bera, Ettore Germano, Vigne Regali-Banfi, Tosti e Cocchi – che hanno investito in un progetto partito undici anni fa.

Ma che con la 'g” in più e soprattutto un adeguato marketing mediatico potrebbe puntare a bissare i successi del Franciacorta.

La condicio sine qua non è che i piemontesi ci credano. E questo fatto, conoscendo la mentalità imperante del comparto ormai più incline alle strategie precotte che alle sfide, non è per nulla scontato.

«La strada da fare è molto lunga - avverte Gancia -. In questi anni abbiamo sviluppato le coltivazioni, le tecniche di spumantizzazione. Ora che i mercati stanno rispondendo, dobbiamo puntare alla comunicazione» esorta. Altro argomento ostico per i 'bogia nen” sabaudi.

Sia come sia Alta Langa s'è visto e gustato al Salone del Gusto, appena passato, al Forum spumanti di Venezia, è stato presente a fiere e manifestazioni, e non manca un capillare lavorìo ai fianchi dei ristoratori. Primi passi di una campagna di valorizzazione che deve necessariamente essere più articolata.

Del resto a chi gli chiede se l'Alta Langa stia studiando da 'Champagne” Lamberto Gancia, esponente della quinta generazione di industriali canellesi a capo dell'azienda che nel 1860 inventò lo spumante italiano –  risponde così: «Lo Champagne è un'altra cosa. Certo che il mio trisavolo quando applicò il metodo di spumantizzazione francese alle uve canellesi lo chiamò Champagne di Canelli. Ecco con Alta Langa stiamo percorrendo un po' lo stesso sentiero, tornare alle origini per trovare nuovi spunti per il futuro». Il che suona bene, ma bisogna metterlo in pratica.

Quanto agli obiettivi Gancia non ha dubbi: «Il primo è che nei ristoranti e nelle case dei piemontesi non manchi una bottiglia di Alta Langa per brindare non solo con uno spumante interamente piemontese». Beh, se fossiumo du Facebook cliccheremmo 'mi piace” sulla frase di Gancia

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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