Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
sabato 01 giugno 2024  | aggiornato alle 22:22 | 105559 articoli pubblicati

Elle & Vire
Rational
Rational

Igp ai “vermicelli cinesi” Primo riconoscimento europeo

L’Ue ha iscritto nel registro degli alimenti a Indicazione geografica protetta la pasta “Longkou Fen Si” che sarà tutelata dalle imitazioni sul mercato comunitario. Nota anche con il nome di “vermicelli cinesi” (cellophane noodles), è ottenuta con amido secco ricavato da fagiolini verdi e piselli

 
03 novembre 2010 | 11:17

Igp ai “vermicelli cinesi” Primo riconoscimento europeo

L’Ue ha iscritto nel registro degli alimenti a Indicazione geografica protetta la pasta “Longkou Fen Si” che sarà tutelata dalle imitazioni sul mercato comunitario. Nota anche con il nome di “vermicelli cinesi” (cellophane noodles), è ottenuta con amido secco ricavato da fagiolini verdi e piselli

03 novembre 2010 | 11:17
 

Arriva la prima pasta 'Doc” made in China, con l'Unione europea che ha deciso di iscrivere nel registro degli alimenti a Indicazione geografica protetta (Igp) la pasta alimentare 'Longkou Fen Si” che sarà così tutelata dalle imitazioni sul mercato comunitario. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che l'Italia risponde con la presentazione della prima pasta fatta con grano 100% italiano del pastificio Ghigi nell'ambito del progetto per una filiera agricola tutta italiana.

La pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L.285/17 è stata accolta con favore in Cina dove c'è chi sostiene siano stati inventati gli spaghetti. La pasta Longkou Fen Si (Igp), nota anche con il nome di vermicelli cinesi (cellophane noodles), è ottenuta con amido secco ricavato da fagiolini verdi e piselli dalla forma di sottili vermicelli di spessore uniforme, morbidi ed elastici, che non si incollano e dal colore bianchi translucido.

Sono prodotti in Cina orientale nella penisola di Shandong e la caratteristica principale è che, anche immersi nell'acqua bollente per tempi lunghi, non si incollano e non si spezzano per l'elevato contenuto in amido dei vermicelli dovuto al metodo di lavorazione e alle acque utilizzate.

Oltre ai vermicelli sono in attesa della registrazione europea altri prodotti alimentari cinesi come la mela Shaanxi Ping Guo, il tè verde Longjing cha, il pomelo (un tipo di agrume) Guanxi Mi You, il tubero Lixian Ma Shan Yao e l'aceto di riso fermentato Zhenjiang Xiang Cu.

«Il riconoscimento comunitario del primo prodotto cinese deve anche significare un impegno per il gigante asiatico a combattere le contraffazioni e imitazioni dei prodotti alimentari tipici sul proprio territorio», ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini a Rimini, all'Hotel Le Meridien, dove il Pastificio Ghigi, partecipato dai Consorzi agrari, ha presentato la prima pasta fatta al 100% con grano italiano nell'ambito del progetto per una filiera agricola tutta italiana.

In Cina purtroppo il falso Made in Italy è spesso arrivato prima di quello vero ed è possibile trovare sul mercato parmesan australiano, provolone statunitense ma anche pecorino e pomodorini di collina cinesi che tolgono spazio sugli scaffali al prodotto nostrano.

Non mancano peraltro segnali incoraggianti come il fatto che le bottiglie di vino Made in Italy esportate in Cina sono più che triplicate nel corso del 2010 facendo registrare un aumento record del 242%, ma a crescere sulle tavole del gigante asiatico è l'intero agroalimentare italiano che complessivamente in un anno è quasi raddoppiato in valore (+86%), secondo una analisi della Coldiretti su dati Istat.

Resta comunque necessario un riequilibrio nella bilancia commerciale agroalimentare tra Cina e Italia con le importazioni dal gigante asiatico che sono state in valore pari a tre volte le esportazioni, nel primo semestre del 2010. A preoccupare sono anche le garanzie di sicurezza alimentare del prodotto proveniente dalla Cina, dopo i recenti allarmi sul latte contaminato dalla melamina.

Il prodotto agroalimentare maggiormente importato dalla Cina in Italia è il concentrato di pomodoro per il quale si registra un aumento del 18% degli arrivi nel primo semestre 2010. Quest'anno si stima che arriveranno in Italia 100 milioni di chili di concentrato dalla Cina destinato ad essere 'spacciato” come Made in Italy perché non è ancora obbligatorio indicare in etichetta la zona di coltivazione della materia prima agricola.

«La notizia del riconoscimento Igp ad un particolare tipo di pasta made in China non ci sorprende, visto che dall'aprile 2006 l'Ue ha previsto la possibilità di presentare domande di registrazione Dop, Igp e Stg anche per i prodotti non comunitari». Così Federico Vecchioni, presidente di Confagricoltura, commenta la notizia che Bruxelles ha concesso ai 'vermicelli” cinesi 'Longkou Fen Si” di fregiarsi dell'indicazione geografica protetta Ue.

«Ci auguriamo che questo riconoscimento ad un prodotto cinese sia il primo passo verso una multilateralità in sede Wto che per il nostro Paese è fondamentale. Oggi, infatti, non c'è reciprocità e, se un prodotto cinese può godere in Europa delle tutele previste dal marchio Igp, un nostro imprenditore non ha, invece, alcuna tutela di questo tipo in Cina».

«La vera sfida che attende l'Unione europea - prosegue Federico Vecchioni - è far recepire il sistema delle denominazioni di origine in sede Wto in modo da ottenere un riconoscimento esteso a livello globale dei suoi marchi di garanzia. Indubbiamente quello della Cina è un passo avanti sulla strada della qualità che risponde ad un disciplinare produttivo ed a tradizioni locali e di questo si avvantaggiano i consumatori. Certo - conclude il presidente di Confagricoltura - ci crea qualche preoccupazione perché riguarda un prodotto, come la pasta, che è un simbolo del made in Italy alimentare. Ma siamo favorevoli alle sfide sul mercato globale ad armi pari».


© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
Voglio ricevere le newsletter settimanali


Consorzio Barbera Asti
Sartori
Siggi

Consorzio Barbera Asti
Sartori

Siggi
Senna
Schar