GRADO (GO) - Marco Andronico (nella foto, in piedi il primo a destra) maître triestino che opera in Toscana e fa parte della sezione Amira di Roma, ha conquistato il titolo di campione del mondo di cucina flambé. Ma la quarta edizione di questo evento che si è svolta tra Grado e Trieste che sono riuscite a spuntarla come sede su candidature come Parigi e Londra, ha visto pure la nomina di un bisiaco di Pieris, Livio Bergamasco, titolare di un prestigioso ristorante nelle Antille Olandesi, a Gran Maestro della Ristorazione.
Alla gara hanno partecipato 15 professionisti giunti da tutto il mondo - causa cancellazioni di voli non è arrivato il concorrente peruviano - ed ha, come detto, vinto l'italiano Marco Andronico con 215,50 punti che ha proposto il 'Petto d'anitra in dolce forte con crema di polenta bianca al pecorino senese”. Ha preceduto il colombiano Alejandro Chavarro (212 punti). Al terzo posto ex aequo con 211 punti si sono classificati il francese Antonio Fochi e lo spagnolo Enrique Duran Virseda.
Il nuovo campione mondiale è nato a Trieste dove vive ancora la mamma Liliana Di Benedetto. Andronico ha iniziato a lavorare nel 1993 a Grado (Go), all'albergo Astoria dove l'altra sera è stato incoronato. Ha quindi lavorato a Lignano, Selva di Val Gardena, a Francoforte, in Svizzera, in Sardegna e a Roma. Oggi è Restaurant manager al Terme di Saturnia Spa and Golg Resort.
Combinazione vuole che a Grado sia iniziata pure la carriera del nuovo Gran Maestro della ristorazione, Livio Bergamasco che è tornato in Italia appositamente per il mondiale. Da giovane ha lavorato, infatti, negli alberghi Zuberti, Fonzari, Villa Mirella e Astoria. Poi esperienze all'estero fino a stabilirsi nello stato caraibico.
«Sono stati tre giorni di magnifica internazionalità, all'insegna della professionalità e dell'amicizia più vera». Lo ha detto Raffaello Speri, presidente dell'Amira, l'associazione nazionale dei maître che ha così definito il quarto Flambé World Championship (il prossimo anno potrebbe svolgersi in Spagna, a Segovia, ma c'è Parigi che insiste...).
La prima edizione del campionato del mondo di cucina alla fiamma dei maître è stata vinta dal gradese d'adozione - è pugliese, di Ruvo, di nascita - Giacomo Rubini che è stato ancora una volta l'anima di tutto l'evento.
Nell'arco delle tre giornate di manifestazione ci sono stati altri due significati momenti. Innanzitutto la consegna della medaglia del Capo dello Stato a 6 grandi maestri della ristorazione con almeno di 50 anni di elevata professionalità alle spalle (il triestino Evaristo Busetti, Alberto Di Girolamo di Bari, Giuseppe Di Napoli del capoluogo campano, Adamo Guidi di Borghi di Foligno, Carlo Hassan di Mondello di Palermo e Alberto Salvadori di Firenze) e lo stesso presidente nazionale dell'Associazione dei maître, Raffaello Speri.
I prestigiosi riconoscimenti sono stati consegnati nel corso di una cerimonia di alto profilo e di grande commozione dal Prefetto di Gorizia Maria Augusta Marrosu. «Voi siete da esempio - ha detto il prefetto Marrosu - ai giovani che vogliono intraprendere questo mestiere e siete quelli che capiscono che in vacanza il cliente va coccolato; in questo siete maestri».
L'altro momento particolarmente scenografico è stato l'inserimento fra i numerosi Guinnes dei primati la preparazione alla fiamma di speciali crepés flambate con grappa Nonino, da parte di 53 maître. Ovviamente con flamba tura in contemporanea.