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Wikileaks: Usa pronti a combattere contro gli oppositori delle colture Ogm

Il quotidiano inglese The Guardian svela la nuova bomba di Wikileaks, che stavolta investe il mondo dell’agricoltura. Si parla delle trame degli Usa per imporre gli Ogm in Europa: l’ambasciatore americano a Parigi nel 2007 annunciava l'eventualità di una vera e propria “guerra commerciale”

 
04 gennaio 2011 | 18:31

Wikileaks: Usa pronti a combattere contro gli oppositori delle colture Ogm

Il quotidiano inglese The Guardian svela la nuova bomba di Wikileaks, che stavolta investe il mondo dell’agricoltura. Si parla delle trame degli Usa per imporre gli Ogm in Europa: l’ambasciatore americano a Parigi nel 2007 annunciava l'eventualità di una vera e propria “guerra commerciale”

04 gennaio 2011 | 18:31
 

L'ambasciata degli Stati Uniti a Parigi suggerì a Washington di intraprendere una vera e propria guerra commerciale in stile militare contro qualunque Paese dell'Unione europea che si fosse opposto alla coltivazioni di Ogm (Organismi geneticamente modificati). è quanto emerge da un nuovo cablogramma di Wikileaks: il 'fenomeno” non ha risparmiato nemmeno l'agricoltura, su scala mondiale e su un tema fondamentale come quello dell'introduzione degli Ogm in Europa.

Reagendo all'iniziativa della Francia di proibire a fine 2007 una varietà di granturco Monsanto geneticamente modificato, l'ambasciatore Craig Stapleton chiese a Washington di penalizzare l'Ue e in particolare i Paesi contrari all'utilizzo di coltivazioni Ogm. Il rappresentante diplomatico era buon amico e alleato commerciale dell'ex presidente statunitense George W. Bush. Da altri dispacci della diplomazia statunitense è emerso che i diplomatici statunitensi nel mondo hanno sostenuto i raccolti Ogm come imperativo strategico e commerciale del Governo. A rendere nota la notizia è il quotidiano inglese 'The Guardian, che sottolinea come la volontà dell'allora ambasciatore sarebbe stata quella di «calibrare una lista di obiettivi ritorsivi che causino dolore in tutta l'Unione europea, perché si tratta di una responsabilità collettiva, ma che si concentrino in parte sui peggiori colpevoli».

Da altri 'cabli” pubblicati da Wikileaks e ripresi dal Guardian si scopre che per i diplomatici Usa di tutto il mondo il tema del mais geneticamente modificato è stato un vero e proprio imperativo governativo e commerciale, tanto da coinvolgere le alte sfere vaticane. La sensazione dell'ambasciata americana in Vaticano era quella di avere il supporto dello stesso Papa, sensazione basata sulle posizioni espresse dal cardinal Renato Martino, capo del potente Consiglio pontificio per la giustizia e la pace, e uomo che meglio rappresenta il Papa alle Nazioni unite. Appoggio che venne presto a mancare, basato com'era solo sulla volontà del cardinal Martino di rasserenare i rapporti con il Governo Usa dopo la dura condanna della guerra all'Iraq.

Il cardinale ghanese Peter K.A. Turkson, responsabile del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace ha espresso forti dubbi sul fatto che l'uso degli Ogm possa contribuire a risolvere il problema della fame. Una considerazione condivisa dalla Coldiretti, che auspica un modello di sviluppo economico e agroalimentare a misura d'uomo per rimuovere le vere cause della fame nel mondo, che sono soprattutto di carattere sociale e istituzionale piuttosto che collegabili alla carenza di cibo.

La Coldiretti condivide il rischio di 'dipendenza economica” che Turkson vede profilarsi come «una nuova forma di schiavismo». Da un'analisi della Coldiretti sulla base del rapporto annuale dell'International service for the acquisition of agri-biotech applications (Isaaa) è emerso che gli affamati nel mondo sono cresciuti del 9% arrivando alla vetta di 1,02 miliardi, il livello più alto dal 1970 secondo la Fao, nonostante l'aumento del 7% dei terreni coltivati con Organismi geneticamente modificati, che hanno raggiunto i 125 milioni di ettari nei 25 soli Paesi dove sono coltivati nel mondo. Il record di persone che soffrono la fame è stato raggiunto proprio nell'anno in cui - sottolinea la Coldiretti - si è avuta un forte aumento degli Ogm nei Paesi in via di sviluppo, dove la crescita è stata superiore alla media mondiale (+13%) e dove oggi si trovano quasi la metà (46%) dei terreni coltivati a biotech nel mondo.

Il pressing delle multinazionali, che è fallito in Europa dove le semine sono calate del 12%, ha avuto invece successo nei Paesi meno sviluppati dove però le coltivazioni Ogm non solo non hanno risolto il problema della fame, ma - continua la Coldiretti - hanno anche aggravato la dipendenza economica dall'estero. Nei Paesi in via di sviluppo servono prima di tutto politiche agricole regionali che sappiano potenziare le produzioni locali con la valorizzazione delle identità territoriali, per sfuggire all'omologazione che deprime i prezzi e aumenta la dipendenza dall'estero. Sono ormai venti anni che si coltivano Ogm nel mondo e nei Paesi in via di sviluppo dove la fame anziché diminuire è aumentata. Alle agricolture di tutto il mondo devono essere invece garantiti credito e investimenti adeguati, ma soprattutto si devono applicare regole chiare per evitare che sul cibo si inneschino speculazioni vergognose e per questo occorre garantire trasparenza e informazione ai consumatori.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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