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Germania, uova contaminate Scatta l’allarme diossina

Si tratta probabilmente di un errore umano: grassi destinati ad uso industriale sarebbero stati mescolati ai mangimi. L'effetto è stata la contaminazione da diossina di uova tedesche. L’emergenza conferma l’importanza di estendere a tutti i prodotti l’obbligo di indicare l’origine in etichetta

 
05 gennaio 2011 | 18:45

Germania, uova contaminate Scatta l’allarme diossina

Si tratta probabilmente di un errore umano: grassi destinati ad uso industriale sarebbero stati mescolati ai mangimi. L'effetto è stata la contaminazione da diossina di uova tedesche. L’emergenza conferma l’importanza di estendere a tutti i prodotti l’obbligo di indicare l’origine in etichetta

05 gennaio 2011 | 18:45
 

Le autorità di Berlino hanno sospeso la conferma delle consegne di uova e carne provenienti da mille allevamenti di polli, tacchini e maiali, a seguito del rinvenimento della diossina nelle uova. L'Unione europea chiede di sapere se carni o uova siano state esportate in altri stati dell'Unione ma, un rapporto del ministero federale dell'Agricoltura ha escluso che i mangimi alla diossina siano stati venduti all'estero, assicurando che l'emergenza è circoscritta alla Germania.

Secondo le indagini degli esperti della Federazione degli Agricoltori tedeschi (Dbv), le 3mila tonnellate di acidi grassi destinati ad uso industriale sono stati prodotti dalla società Petrotec, produttrice di biodiesel, e rivenduti tramite l'azienda olandese Olivet al produttore di mangimi tedesco 'Harles & Jentzsch”, che produce tra l'altro anche i grassi destinati all'industria della carta.

Le autorità politiche reagiscono con la richiesta della galera per chi ha contaminato i mangimi. Juergen Reinholz, ministro dell'Agricoltura della Turingia chiede a nome dei 15 colleghi degli altri Laender la reclusione per i responsabili della contaminazione. Il ministro, al quotidiano 'Neue Osnabruecker Zeitung” ha dichiarato: «Sono necessarie sanzioni durissime, poiché anche le ammende salate previste dal codice non sono sufficienti a bloccare l'azione dei ciarlatani del settore».

Le diossine sono essenzialmente dei residui di combustioni, industriali o naturali, altamente tossici. L'Organizzazione mondiale della Sanità le ha classificate come cancerogene. Dal primo gennaio 2004 è in vigore per le uova un sistema di etichettatura obbligatorio che consente di distinguere tra l'altro la provenienza e il metodo di allevamento. Secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat, nei primi dieci mesi del 2010 sono state importate dalla Germania 2,7 milioni di chili di uova, in guscio, fresche, conservate o cotte), con un aumento del 12% rispetto allo stesso periodo del 2009.

Tuttavia, grazie al pressing della Coldiretti per l'etichettatura trasparente in tutti i prodotti alimentari sulle uova, è stato introdotto a livello comunitario un codice che con il primo numero consente di risalire al tipo di allevamento (0 per biologico, 1 all'aperto, 2 a terra, 3 nelle gabbie), la seconda sigla indica lo Stato in cui è stato deposto (es. IT), seguono le indicazioni relative al codice Istat del Comune, alla sigla della Provincia e, infine il codice distintivo dell'allevatore. A queste informazioni si aggiungono quelle relative alle differenti categorie (A e B a seconda che siano per il consumo umano o industriale) per indicare il livello qualitativo e di freschezza e le diverse classificazioni in base al peso (XL, L, M, S). I consumi nazionali di uova, ricorda la Coldiretti, hanno raggiunto la cifra di 13 miliardi di pezzi all'anno che significa una media di circa 218 uova a testa.

L'emergenza europea sulle uova alla diossina conferma l'importanza di estendere a tutti i prodotti l'obbligo di indicare l'origine in etichetta che attualmente riguarda circa la metà delle produzioni alimentari e in particolare la carne bovina, la carne di pollo, il latte a lunga conservazione, il miele, le uova, la frutta fresca, l'extravergine e la passata di pomodoro ma non la carne di maiale, la carne di agnello e di coniglio, la frutta trasformata, la pasta e il latte fresco. Con l'inizio dell'anno l'Italia dovrà porsi all'avanguardia a livello europeo con l'approvazione da parte del Parlamento della legge sull'etichettatura fortemente sostenuta dalla Coldiretti e dai consumatori.

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