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Arriva il pollo del futuro Resiste al virus dell’aviaria

Secondo la rivista Science i polli geneticamente modificati (creati solo a scopo di ricerca e non per la filiera alimentare) pongono i ricercatori sulla via giusta per creare animali resistenti all’influenza aviaria. I polli potrebbero essere usati negli allevamenti per prevenire le epidemie

 
13 gennaio 2011 | 17:40

Arriva il pollo del futuro Resiste al virus dell’aviaria

Secondo la rivista Science i polli geneticamente modificati (creati solo a scopo di ricerca e non per la filiera alimentare) pongono i ricercatori sulla via giusta per creare animali resistenti all’influenza aviaria. I polli potrebbero essere usati negli allevamenti per prevenire le epidemie

13 gennaio 2011 | 17:40
 

Creati polli transgenici che non trasmettono l'influenza ai vicini di pollaio: i polli Ogm, ottenuti con una modifica genetica, potrebbero essere usati per allevamenti sicuri per prevenire epidemie di influenza aviaria che rappresentano una minaccia per la salute umana. Lo studio è stato realizzato da scienziati delle Università di Cambridge e Edimburgo.

Secondo quanto reso noto sulla rivista Science i polli geneticamente modificati (creati solo a scopo di ricerca e non per la filiera alimentare) pongono i ricercatori sulla via giusta per creare polli Ogm resistenti all'influenza. L'influenza aviaria, causata dal virus H5N1, ha ucciso oltre 240 persone in tutto il mondo dalla fine del 2003. è la febbre dei polli e degli uccelli ma il virus talvolta è riuscito a saltare all'uomo con conseguenze spesso fatali; si teme che l'aviaria un giorno faccia il salto di specie divenendo capace di trasmettersi in modo efficiente da uomo a uomo.

Ciò potrebbe materializzare l'incubo pandemia. Poiché gli animali sono il suo cavallo di battaglia, è importante trovare ogni mezzo per impedire al virus di pullulare nei pollai e modificarsi per divenire più cattivo. Servono allevamenti sicuri che rispettino tutte le misure igieniche necessarie a evitare infezioni e contagi. Fare dei polli resistenti all'infezione sarebbe ideale, ma siamo ancora lontani da tale traguardo.

Però il gruppo di Cambridge, guidato da Laurence Tiley, ha raggiunto un risultato importante. Gli scienziati hanno inserito nel Dna dei pulcini un ”gene esca” che imbroglia il virus dell'aviaria. Quando il pollo Ogm viene infettato il macchinario molecolare che serve al virus per riprodursi viene intercettato dal gene esca e quindi il virus non può più replicarsi e infettare altri polli. «Ci aspettiamo che l'esca funzioni con tutti i ceppi di aviaria e che i virus difficilmente troveranno un modo di aggirarla» conclude Tiley.

«Se a pubblicarla è una rivista come Science - afferma il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan - io ritengo che ci si trovi di fronte ad una notizia importante. E così è quando ci viene detto che, grazie agli studi condotti da alcuni scienziati delle Università di Cambridge ed Edimburgo, sono stati creati polli geneticamente modificati. Sia chiaro: polli geneticamente modificati a scopo di ricerca e non da immettere nella filiera alimentare. Ma perché, a mio parere, questa è una notizia che apre orizzonti interessantissimi su di un prossimo futuro? Perché con i loro studi gli scienziati di Cambridge e di Edimburgo hanno aperto nuovi scenari, hanno fatto sì che si possa parlare di un primo caso di resistenza al virus dell'influenza aviaria, e tutto ciò ottenuto proprio attraverso polli geneticamente modificati».

«Il mio entusiasmo - prosegue Galan - è dovuto alla conferma che solo la ricerca, un'autentica ricerca scientifica, ci pone nelle condizioni di compiere grandi passi in avanti, quelli, per esempio, che dobbiamo compiere per tutelare al meglio la nostra stessa salute o per risolvere i drammatici problemi posti da fame e carestia. In ogni caso, per ritornare sulla notizia, va detto che si tratta di una fase della ricerca assolutamente pioneristica, quindi del tutto iniziale, ma ciò non annulla certo i meriti di chi conduce ricerche avanzate al di fuori di pregiudizi ideologici o  di oscurantismi culturali».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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