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Dal Ministero un decreto “salva kiwi” Strategie contro il batterio killer

Il decreto prevede l’esecuzione di una serie di controlli avvalendosi della rete di monitoraggio gestita dai servizi fitosanitari regionali, comportamenti standardizzati nei casi in cui venga rilevata la presenza del batterio e le misure da mettere in atto da parte di tutti gli adetti al settore

 
18 febbraio 2011 | 14:45

Dal Ministero un decreto “salva kiwi” Strategie contro il batterio killer

Il decreto prevede l’esecuzione di una serie di controlli avvalendosi della rete di monitoraggio gestita dai servizi fitosanitari regionali, comportamenti standardizzati nei casi in cui venga rilevata la presenza del batterio e le misure da mettere in atto da parte di tutti gli adetti al settore

18 febbraio 2011 | 14:45
 

Manca solo la registrazione della Corte dei Conti al decreto ministeriale 'salva kiwi” del 7 febbraio 2011, elaborato dal ministero delle Politiche agricole per contrastare la diffusione del batterio Pseudomonas syringae pv. Actinidiae, una delle patologie più diffuse e dannose per la coltivazione del kiwi. Si tratta di un provvedimento molto atteso dagli operatori del settore, varato a seguito del parere favorevole del Comitato fitosanitario nazionale e della Conferenza Stato-Regioni, con il quale si completa il quadro delle prescrizioni da mettere in atto per difendere le nostre preziose coltivazioni di kiwi da questo pericolosissimo batterio, soprattutto per la parte riguardante la produzione e la commercializzazione del materiale di propagazione.

Il decreto prevede l'esecuzione di una serie di controlli avvalendosi della rete di monitoraggio gestita dai servizi fitosanitari regionali, comportamenti standardizzati nei casi in cui venga rilevata la presenza del batterio e le misure da mettere in atto, da parte degli agricoltori, dei responsabili dei servizi fitosanitari e dell'intera filiera vivaistica.

La diffusione di questa fitopatologia è seguita con estrema attenzione, date le pesanti ripercussioni, sia sotto il profilo economico che fitosanitario, che la mancanza di un provvedimento di questo tipo avrebbe comportato. Poco meno dell'80% della nostra produzione di kiwi è infatti destinata all'esportazione e gli operatori internazionali, come è giusto che sia, pretendono garanzie sui rischi di diffusione di avversità di questo tipo.

Gli interventi messi in atto sono poi completati dal finanziamento di un programma di ricerca che vede il coinvolgimento del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (Cra) e di istituti di ricerca delle Regioni in cui la coltura è più diffusa, con cui si tenta di dare risposte sempre più puntuali agli operatori della filiera, per quanto riguarda la selezione di varietà resistenti al batterio, le tecniche di lotta e di prevenzione da mettere in atto.

Tra gli strumenti messi in atto per difendere il reddito degli agricoltori, da non sottovalutare è la possibilità di stipula di polizze assicurative garantite dal contributo dello stato. Il piano assicurativo nazionale nel settore agricolo, anch'esso recentemente approvato, prevede infatti, tra le avversità di natura fitopatologica assicurabili per la campagna 2011, anche quello che viene chiamato il 'cancro batterico” del kiwi.


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