Il 16 febbraio sono stati sequestrati quasi 2.600 litri di olio extravergine di oliva detenuti in uno stabilimento in provincia di Latina che risultavano privi della prescritta tracciabilità di introduzione, non risultando compilato in alcuna parte il previsto registro di carico e scarico degli oli extravergini sfusi e confezionati.
Inoltre, l'olio sequestrato era contenuto in 5 serbatoi (per complessivi litri 1.700) e in 35 latte metalliche (per complessivi litri 875) prive dei cartelli e delle etichette che avrebbero dovuto riportare la denominazione merceologica del prodotto in essi contenuto.
L'assenza di tracciabilità non permette di associare, qualitativamente e quantitativamente, i prodotti ottenuti alle materie prime introdotte e priva, quindi, il prodotto di ogni possibile riferimento qualitativo di cui potrebbe fregiarsi sul mercato.
«L'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari – ha commentato il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan - ha il merito di tenere sempre alta la guardia a difesa delle nostre produzioni e di realizzare un costante presidio dell'agroalimentare per la difesa del consumatore e dei produttori che operano nel rispetto delle norme”. La tracciabilità delle produzioni costituisce uno dei fondamentali strumenti con i quali si realizza il contrasto ai fenomeni fraudolenti garantendo al contempo quella riferibilità all'origine che non è solo più garanzia di sicurezza ma anche di qualità e identità del prodotto».