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"Un Po per l’ExPo", viaggio sul fiume fra storia, natura ed enogastronomia

Il direttore dell'Osservatorio economico vini effervescenti, Giampietro Comolli, lancia un progetto a imprese ed enti pubblici che racchiude il tema dell’Expo: da Milano a Venezia un “viaggio” sul fiume Po fra cultura, storia, qualità, gusto, sicurezza, alimentazione, nutrizione e architettura

 
14 giugno 2011 | 16:01

"Un Po per l’ExPo", viaggio sul fiume fra storia, natura ed enogastronomia

Il direttore dell'Osservatorio economico vini effervescenti, Giampietro Comolli, lancia un progetto a imprese ed enti pubblici che racchiude il tema dell’Expo: da Milano a Venezia un “viaggio” sul fiume Po fra cultura, storia, qualità, gusto, sicurezza, alimentazione, nutrizione e architettura

14 giugno 2011 | 16:01
 

Giampietro ComolliIl fiume Po come biglietto da visita e attrazione per i visitatori di Expo 2015. Da Milano a Venezia un 'viaggio” sul fiume fra cultura, storia, qualità, gusto, sicurezza, alimentazione, nutrizione e architettura. Progetto da presentare alle amministrazioni pubbliche e imprese. Giampietro Comolli (nella foto), direttore dell'Osservatorio economico vini effervescenti lancia un progetto a imprese ed enti pubblici che racchiude il tema dell'Expo. La valle del fiume Po come esempio di nutrizione, di energia mentale e alimentare per la vita. 'Un Po per l'ExPo questo il filo conduttore del progetto che Comolli intende presentare.

L'Expo di Milano si tiene dal 1° maggio al 31 ottobre 2015 e, oltre a un grande biglietto da visita per l'Italia e un segnale di ospitalità del Bel Paese, è sicuramente un'occasione per presentare il successo del made in Italy alimentare, la capacità di realizzare un territorio dedicato a eccellenze alimentari, derivanti dalla cultura, storia, origine e tipologia di imprese e persone. Ma ha anche un risvolto economico. Si stimano 20 miliardi di euro gli investimenti, finanziamenti diretti e indiretti, 70mila posti di lavoro nell'area, circa 140 miliardi di ricavi presunti per le imprese, oltre a tutto quello che può significare ricettività, ospitalità, vendita prodotti, souvenir alimentari, immagini, cultura, musei.

Senza pensare anche che un intervento strutturale e infrastrutturale di questa portata non può essere vincolato alla tempistica, ma deve durare negli anni, aiutare a vivere meglio in pianura Padana, creare nuovi contatti, dare una continuità di flussi e di interessi. Si parla di 20 milioni di visitatori come minimo in 180 giorni per visitare due milioni di mq di esposizione, ma anche interessati a capire perché il Mondo ha scelto Milano e la Pianura Padana per l'Expo del 3° millennio.

Molti vorranno curiosare e capire, conoscere e assaggiare. Milano guarda al fiume Po che coinvolge i territori di 4 regioni, decine tra province e comuni, origine e denominazioni di numerose eccellenze culturali e alimentari da far conoscere a iniziare dai vini frizzanti e spumanti, Doc e Docg, di tutte le colline a sud dell'asta del fiume, da Alessandria a Pavia, da Piacenza a Ferrara, ma anche Mantova e Brescia e Treviso, una patria mondiale di bollicine, circa 1/3 della produzione mondiale è prodotta in questa area. Un territorio che è capitale della carne di maiale e dei salumi, a iniziare dall'elevato livello dei controlli, della sicurezza, degli enti di certificazione e della ricerca e sperimentazione avvalorata da Università di agraria, alimentazione nutrizione Scienze Tecnologiche conosciute nel Mondo, l'Ente europeo del controllo con sede a Parma, i centri tecnici di Cremona, Mantova, Modena Reggio Emilia, le strutture sanitarie e veterinari. Allevamenti e quindi latte e quindi formaggi: lungo il Po si producono i migliori formaggi a pasta dura al Mondo, il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano, ma anche Provolone e altri.



Senza dimenticare eccellenze meno note al grande pubblico, ma che sono 'gioielli” alimentari e di sanità nutrizionale. Il tutto presentato da centinaia di osterie, ristoranti, locande lungo gli argini del fiume: oltre 300 km navigabili con barche diverse, 800 km di strade bianche degli argini, flora e fauna caratteristica, pace e tranquillità di un fiume che porta con se anche storia. Dai monasteri Benedettini ai Cluniacensi che disboscarono e insegnarono a coltivare, le prime bonifiche, centri di cultura e degli orti, uso della alimentazione e dei prodotti come medicina o coadiuvanti terapeutici, luoghi di soggiorno e riposo per chi attraversava il nostro Paese da Nord a Sud, ponti di strade famose come la Francigena, la Romea e la Claudia Augusta.

Un bacino fluviale, ma anche un 'genius loci” di grande forza per far crescere un Paese, per trasmettere a tanti visitatori l'idea di creare un sistema di eccellenza, di ospitalità, di conoscenza alimentare come fonte di energia, come istruzione e formazione alla vita. L'aceto balsamico è di queste parti, piatti e ricette note nel Mondo hanno origine lungo questi argini, senza dimenticare il panettone, il torrone, il nocino e le acquadelle e l'anguilla marinata di Comacchio, il Delta del Po e per arrivare al porto commerciale, culturale storico della serenissima repubblica di Venezia. Milano punto di partenza, Venezia traguardo di un viaggio che racconta migliaia di anni di storia 'padana, da Padus, nome latino del fiume Po.

Comolli, allora, un'occasione per le eccellenze Padane?
è un'opportunità per turismo, arte, cultura, architettura e tutto l'ambiente, paesaggi e agricoltura, prodotti tipici, ricette alimentari e anche l'acqua del grande fiume, protagonista come fonte di energia per coltivare, allevare, produrre e nutrire. Penso a quanto istruttive possano essere le visite alle abazie della Certosa di Pavia, di Morimondo (Mi), di Chiaravalle della Colomba (Pc), di Bobbio (Pc), di San Benedetto Po (Mn), tanto per citarne alcune, simboli di bonifica di terreni, coltivazione dei campi, allevamenti, erbe medicamentose, ospitalità ai viandanti, traghettatori. La ricerca in questi luoghi è alla base della nutrizione di oggi per gli abitanti della pianura Padana, per esempio la conservazione di formaggi, salumi, carne, pesci, bevande: se si osserva, si comprende che grazie a questa tecniche di conservazione, un tempo si poteva viaggiare, si poteva tenere il cibo e oggi li conosciamo grazie a queste pratiche. Infine un delta che è un parco produttivo, che è ricco di flora e di fauna unica, che segna il confine fra acqua dolce e acqua salata, unisce la cultura veneta con quella emiliana. Una ricchezza nazionale poco sostenuta e valorizzata. Un insieme di occasioni culturali e escursionistiche per tutti i gruppi.

Un fiume Po che meriterebbe più attenzione, più cura, con porti e navigabile. Un'occasione?
Certamente, assolutamente, indispensabile. La mia idea è proprio quella di dare un servizio durante l'Expo e darlo nel modo migliore, ma soprattutto che gli investimenti, gli sforzi di tutti, il grande progetto unitario e di sistema economico-strumentale-turistico diventi anche un'occasione per far diventare l'asta del fiume una strada percorribile sempre, un modo per fare vacanze quotidiane, un modo per aggregare investimenti e lasciare nel tempo un''infrastruttura” naturale al servizio delle generazioni future anche in termini di qualità della vita, di ritorno a certi valori , a non dimenticare e a poter magari avere servizi logistici, di trasporto, infrastrutture ferroviarie e metropolitane di superficie che permettano di raggiungere i centri industriali e pensanti della Padania anche da centri minori, dalla provincia. Non vedo l'Expo solo come evento temporaneo, ma come costruzione di un progetto di vita integrato per chi vive in Pianura Padana, una delle regioni europee e mondiali più forti in termini di business, ma che deve essere ben integrato, per durare, con l'ambiente. Da secoli la corrente, l'aria, l'energia del grande fiume 'padano” trasportano ricchezza di prodotti, di vita, di cultura e di storia.

Quindi un grande investimento anche infrastrutturale, dinamico, utile per i residenti, non solo vetrina temporanea?
Giustissimo, questo è il vero obiettivo del nostro progetto da presentare a Expo. Il Po è una via antica e moderna, perché è stata 'strada” per trasportare beni e persone, oggi è la spina dorsale di un grande territorio produttivo, alimentare, culturale. Una Food Valley. Ma non solo. Un fiume che può puntare all'ospitalità e accoglienza, ma dovrà migliorare l'alveo, renderlo navigabile in certi punti anche a monte della chiusa di Isola Serafini a Piacenza, creare approdi e attivare un sistema di barche per un turismo mondiale. Un fiume che è stato testimone storico di vicissitudini culturali e religiose, che ha unito e diviso, che ha segnato confini fra stati, che è costellato di città d'arte come Mantova, con oltre 50 castelli e fortilizi a poca distanza, molti visitabili. Ha visto nascere corti e orti monastici che sono stati energia per la vita materiale e spirituale. Si potrebbe oggi pensare di riscrivere un progetto per Expo che segue 'il viaggio nella valle del Po” di Mario Soldati nel 1957....

Dunque il Po e il suo bacino come attrazione enogastronomica e culturale per i visitatori dell'Expo?
Expo, secondo me, deve 'sfruttare” il fiume Po e proporlo come attrazione turistica perché studiandolo, si è realizzato il progetto che ruota intorno allo stesso Po è in linea con le motivazioni dell'Expo... nutrire il pianeta, energia della vita dunque legato all'alimentazione, con la possibilità di far conoscere prodotti alimentari, agroalimentari, da sempre settore primario e punto di partenza per una società civile, per uno sviluppo economico, cosa che la pianura e il bacino del Po hanno fatto in 3mila anni... facendolo diventare luogo dove assaporare il piacere, il gusto luogo da frequentare e conoscere sempre più. L'Expo deve essere anche un motore di cambiamento e sviluppo, far partire un meccanismo di navigabilità più estesa, più diversificata. Spesa enorme che può essere iniziata subito e magari completata con i ricavi che ristoranti, osterie, compagnie di navigazione, attracchi portuali, outlet, negozi, ristori di sosta possono avere proprio grazie alla comunicazione e promozione dell'Expo. Il progetto prevede di investire in comunicazione mondiale. Già da adesso, da Mantova, da Cremona alla foce i visitatori, possono in gran parte navigarlo.

Comolli, esiste già una definizione del progetto e dei prodotti?
Sì, il progetto è stato steso. Deve essere dettagliato e bisogna trovare i partner pubblici e privati. Ci saranno a breve incontri importanti con enti privati ed enti pubblici come Province e Regioni. Alcune sono già state avviate attraverso scambi d'informazioni. Nel giro di qualche mese diversi saranno i contatti per presentare, se possibile, il progetto in Regione Lombardia, al comune di Milano e alla presidenza di Expo. Il punto importante, secondo me, è che tutte le regioni e province vicino a Milano hanno l'opportunità di esprime un proprio dettaglio, un proprio asset di specificità, di particolarità che ne esalti il localismo, la visibilità e la comunicazione di ambito in un progetto unico, nazionale, comunitario, continentale che strategicamente esalta le diversità e differenze, in un'ottica però unitaria di grande spessore , peso , investimento collettivo, valore aggiunto e di prospettiva futura per milioni di abitanti del bacino, centinaia di migliaia di imprese piccole che così diventano una sola, grande.



Comolli, in termini più prosaici, dove vuole portarci e cosa possiamo assaggiare lungo gli argini del fiume?
Milano, sede dell'Expo è il punto di arrivo o di partenza, gli aeroporti e le ferrovie sono strategici e dovranno informare, anche Venezia, sede della cultura, dell'architettura è un punto strategico. Tutte le agenzie viaggi del Mondo devono essere informate e possono creare i pacchetti turistici a seconda dei tematismi, dei tempi, delle necessità del visitatore. Nulla di scontato, ma grande ospitalità e affabilità. Si parte da Alessandria con tutto quello che è dolci, cioccolato, riso, vini, poi in Oltrepò pavese e piacentino, con i vini frizzanti e i vini spumanti, l'area del re Lambrusco e a Ferrara con la Fortana quindi c'è tutta la parte a sud del Po. Poi carne, allevamenti, maiali e salumi a cavallo del fiume, i salami di Pavia e Piacenza, i prosciutti e il culatello di Parma, la salama di Mantova e Cremona, la mortadella. Quindi i formaggi da Pavia a Lodi, da Parma a Brescia, da Modena a Reggio: il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano. Per vini con bollicine, per i formaggi a grana dura, per i salumi stagionati e le relative certificazioni e tracciabilità la Pianura Padana è leader mondiale, senza dimenticare l'abbinamento con storia, gastronomia, arte, cultura, architettura.

Grazie per queste anticipazioni e buon lavoro. è un'occasione che mette alla prova il sistema Paese per riuscire a realizzare un vero progetto di riflesso mondiale e dare una lettura di prospettiva per l'Italia al tema di Expo «nutrire il pianeta, energia per la vita».


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