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Nel Parco umbro del monte Cucco tra borghi suggestivi e deliziosi tartufi

Il Parco regionale del monte Cucco comprende i territori di Fossato di Vico, Sigillo, Costacciaro e Scheggia. Quattro piccole gemme, borghi deliziosi con eremi e abbazie. A Sigillo in particolare spicca la presenza del tartufo, bello a vedersi e buono da degustare. L'estate è la stagione del nero

 
25 luglio 2011 | 10:59

Nel Parco umbro del monte Cucco tra borghi suggestivi e deliziosi tartufi

Il Parco regionale del monte Cucco comprende i territori di Fossato di Vico, Sigillo, Costacciaro e Scheggia. Quattro piccole gemme, borghi deliziosi con eremi e abbazie. A Sigillo in particolare spicca la presenza del tartufo, bello a vedersi e buono da degustare. L'estate è la stagione del nero

25 luglio 2011 | 10:59
 

Siamo nel lembo nord orientale dell'Umbria, in territorio eugubino. Gubbio, infatti, è vicina. Ad ovest l'Alto Tevere, a Sud il Folignate e ad est, vicinissimo, lambente, incuneantesi a tratti, il territorio marchigiano: la bella Fabriano poco dista. Terra di confine, allora. Nei secoli scorsi tra Ducato di Perugia e Ducato di Urbino, oggi tra confini amministrativi regionali che dicono Umbria di qui e Marche di là. Siamo nel Parco Regionale del monte Cucco, che imperioso fa svettare la sua cima oltre i 1.500 metri, in turbinio ventoso con Eolo regale che maieutica ed abilita i voli fantastici di Icaro ardimentosi, qui in raduno da tutto il mondo per il campionato mondiale di deltaplano. Sì, il Monte Cucco, con le sue pareti ripide, è tra le mete ambite dai deltaplanisti di tutto il mondo.



Il Parco Regionale comprende i territori comunali di Fossato di Vico, Sigillo, Costacciaro e Scheggia. Quattro piccole gemme di un unico, poco conosciuto diadema. Borghi deliziosi con frazioncine incantate. Di tutte, una: Pascelupo, frazione di Scheggia. Ed eremi e abbazie. Qui vi è misticismo vissuto, come dire, in 'understatement”. Non vi è santo famosissimo nel ricordo e nella venerazione del quale sono diventate mete di devoti, località umbre famose quali Assisi, Norcia, Cascia. Qui si comprende ancor meglio, sebbene non immediatamente, cosa sia stato nei millenni il bisogno di stabilire silente contatto con il divino.

E se l'ardito accostamento sacro profano ci è perdonato, altro 'understatement” è qui ghiotto e molto ci intriga. In Umbria, di certo non sbagliando, se si pensa al tartufo, si pensa a Norcia. Orbene qui, nel Parco regionale del Monte Cucco e nel territorio comunale di Sigillo in modo particolare, è luogo d'elezione il tartufo. Sia esso quello estivo, sia esso quello invernale.

Ed è a Sigillo che si è svolta la seconda edizione della mostra mercato del tartufo estivo, quello nero. Bello a vedersi e buonissimo da degustare. Abbiamo vissuto 'on the field”, ed è proprio il caso di dire così, l'attività di ricerca del tartufo. In ciò guidati dal decano dei tartufai, Alberto Facchini. E cena sontuosa, sul tartufo nero estivo imperniata, si è tenuta Dal Lepre.

Dal Lepre ha location splendida: quasi in cima al Monte Cucco, vicino al luogo di decollo dei deltaplanisti, con veduta su valle ubertosa. La cucina è permeata sì dal tartufo di stagione ma certamente si giova di una filiera corta felicemente resa possibile da un network di approvvigionamenti che mai esula dall'ambito familiare. Insomma, una famiglia al lavoro con una ragguardevole tecnica ed una sconfinata passione da parte della valentissima chef Francesca.

Ben calibrati gli antipasti, ci ha particolarmente colpiti l'olio extravergine di oliva adoperato per nobilitare la tradizionale bruschetta. è olio umbro da Spoleto proveniente. E poi un primo piatto che da solo avrebbe meritato sosta Dal Lepre: piciarelli con funghi e tartufi. Il piciarello è pasta fresca ottenuta dalla lavorazione dell'impasto del pane. Quindi, quasi sorta di mollica che si trasmuta in pasta e si presta a suggere, al nostro deliziato palato trasferendoli, i profumi intensi del tartufo nero estivo ed i sapori netti dei funghi. Nessuna forzatura nell'immissione del tartufo nero estivo anche in una composizione pasticciera che molto ci ha intrigato. Insomma, cena memorabile.

Molto buoni anche i pranzi a Villa Pascolo (squisita la frittatina con i tartufi) ed a Villa Anita. Ma qui, ancora coerentemente al virtuoso understatement, è anche terra di eccellenti prodotti biologici. Considerevole l'importanza ed il ruolo di vettore trainante questo settore, costituito dall'Azienda Agricola Fattoria La Torre, con sua spiccata sembianza anche nella bellissima struttura agrituristica Villa Dama. Lembo di terra umbra ancora sconosciuto alle correnti turistiche che visitano la regione, questo territorio esprime intriganti potenzialità che poco bello sarebbe tenere ancora sopite. Un competente ed appassionato team è al lavoro. Natura docet: i frutti, di certo positivi e lusinghieri, non potranno non venire.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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