Con il caldo torrido di fine estate è già praticamente finita la vendemmia delle uve bianche destinate agli spumanti mentre si iniziano addirittura a raccogliere le castagne. è quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti che mette in evidenza gli effetti dell'andamento climatico anomalo di settembre, dopo un agosto che si è classificato al decimo posto tra i più caldi degli ultimi duecento anni e che inoltre con il 73% di precipitazioni in meno rispetto alla media si attesta all'ottavo posto tra i mesi più asciutti dal 1800.
La vendemmia per le uve bianche destinate agli spumanti si è praticamente conclusa in un periodo in cui nel passato normalmente iniziava, ma si registra anche un inaspettato anticipo per il frutto più rappresentativo dell'autunno come le castagne. L'inizio della raccolta ha messo peraltro in evidenza un buon livello qualitativo importante per l'Italia che detiene la leadership produttiva in Europa e si classifica al terzo posto nel mondo dopo Cina e Corea. In Italia sono a castagno il 7,5% dei boschi per un totale di 780mila ettari mentre sono 34.160 le imprese agricole impegnate nella sua raccolta. Ci sono le premesse di una buona produzione per un frutto che è entrato nella tradizione enogastronomica nazionale con numerosi piatti, dal castagnaccio al Mont Blanc.
A preoccupare sono invece i danni provocati da un insetto killer 'Cinipide galligeno del castagno” arrivato in Italia dalla Cina che ha già dimezzato la produzione italiana delle castagne contro il quale è stata avviata una capillare guerra biologica attraverso lo sviluppo e accurata diffusione dell'insetto Torymus sinensis, che è un antagonista naturale.
L'andamento climatico ha favorito la vendemmia che si prevede ottima dal punto di vista qualitativo, ma contenuta anche per effetto del caldo torrido di fine estate che ha influito sulla resa. L'inizio è avvenuto con un anticipo fino a quindici giorni nelle regioni del nord Italia e si è praticamente già conclusa per le uve bianche destinate agli spumanti che nel passato si iniziavano a vendemmiare proprio adesso.
Le attuali condizioni climatiche non aiutano però la nascita dei funghi che per essere rigogliosa richiede come condizioni ottimali terreni umidi senza piogge torrenziali e una buona dose di sole e 18-20 gradi di temperatura all'interno del bosco. Il cambiamento del clima non ha dunque giocato fino ad ora a favore dei molti cercatori e buongustai che dedicano il proprio tempo libero nelle montagne e nei boschi italiani alla "caccia ", nel sottobosco o sulle tavole, dei gustosi miceli. Si stima che, in annate normali, i quasi 10 milioni di ettari di bosco che coprono un terzo dell'Italia possano offrire una produzione di circa 30mila tonnellate tra porcini, finferli, trombette, chiodini e le altre numerose specialità note agli appassionati.