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La crisi cambia la spesa Meno sprechi e più biologico

Il 57% degli italiani ha ridotto lo spreco a causa della crisi. Dopo anni si inverte la tendenza e aumenta il tempo dedicato dalla maggioranza degli italiani (55%) a fare la spesa con un 25% in più che fa acquisti nei discount e 38% in meno nei negozi. Tengono consumi di qualità, tipico e biologico

21 ottobre 2011 | 11:06
La crisi cambia la spesa Meno sprechi e più biologico
La crisi cambia la spesa Meno sprechi e più biologico

La crisi cambia la spesa Meno sprechi e più biologico

Il 57% degli italiani ha ridotto lo spreco a causa della crisi. Dopo anni si inverte la tendenza e aumenta il tempo dedicato dalla maggioranza degli italiani (55%) a fare la spesa con un 25% in più che fa acquisti nei discount e 38% in meno nei negozi. Tengono consumi di qualità, tipico e biologico

21 ottobre 2011 | 11:06
 

Se ben l'89% degli italiani ritiene che la situazione economica del Paese sia negativa, oltre la metà (53%) giudica positivamente il bilancio della propria famiglia. è quanto emerge dalla presentazione dei risultati della prima indagine su 'Gli italiani e l'alimentazione nel tempo della crisi”, realizzata da Coldiretti-Swg a ottobre 2011 e presentata nel corso del Forum Internazionale dell'agricoltura e dell'alimentazione, organizzato dalla Coldiretti a Villa d'Este di Cernobbio (Co). Una situazione che è confermata dal fatto che se il 49% dichiara di riuscire a pagare appena le spese senza permettersi ulteriori lussi e addirittura un 5-10% non è in grado di garantirsi il minimo indispensabile, c'è un 42% che afferma di vivere serenamente senza particolari affanni. Alla crisi economica si aggiunge una forte preoccupazione per il futuro, con il 62% degli italiani che ritiene che la situazione economica dell'Italia sia destinata a peggiorare. Una mancanza di fiducia nel proprio Paese che emerge anche dal fatto che il 54% degli italiani ritiene di aver dato all'Italia più di quanto ha ricevuto mentre solo il 12% sostiene che ha ricevuto più di quanto ha dato.
 


Il 57% degli italiani riduce gli sprechi a tavola
Il 57% degli italiani ha ridotto lo spreco di cibo per effetto della crisi. «Si tratta di una tendenza positiva in un Paese come l'Italia dove a causa degli sprechi dal campo alla tavola viene perso cibo per oltre dieci milioni di tonnellate» ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che è importante un recupero di sensibilità nei confronti del cibo e del suo valore, soprattutto in un mondo dove «la globalizzazione dei mercati, a cui non ha fatto seguito quella della politica, ha portato a un deficit di responsabilità, di onestà e di trasparenza che ha generato la crisi internazionale e ha drammaticamente legittimato la derubricazione del tema cibo fino a farlo considerare una merce qualsiasi, come fosse un aspirapolvere o un frigorifero». In Italia gli sprechi alimentari equivalgono a un valore annuale di ben 37 miliardi di euro in grado di garantire l'alimentazione per ben 44 milioni di persone. Tra coloro che hanno ridotto lo spreco il 47% lo ha fatto facendo la spesa in modo più oculato, il 31% riducendo le dosi acquistate, il 24% utilizzando quello che avanza per il pasto successivo e il 18% guardando con più attenzione alla data di scadenza.

Cosa hai fatto per ridurre lo spreco?
Spesa in modo più oculato                            47%
Riducendo le dosi acquistate                          31%
Utilizzando quello che avanza                        24%
Più attenzione alla data di scadenza               18%
Fonte: indagine Coldiretti-Swg risposte multiple



Per il 55% degli italiani più tempo per fare la spesa
Dopo anni si inverte la tendenza e aumenta il tempo dedicato dalla maggioranza degli italiani (55%) a fare la spesa, nei confronti della quale ben il 72% dichiara di prestare una maggiore attenzione rispetto al passato. In Italia la tavola è una componente importante della spesa familiare con un valore per famiglia che è stato di 467 euro al mese nel 2010, pari al 19% rispetto al 19,1% destinato a trasporti, combustibili ed energia. Se è dunque naturale che in tempo di crisi ben il 61% confronti con più attenzione i prezzi e il 59% guardi alle offerte 3 x 2, è interessante verificare che ben il 43% si accerta della qualità dei prodotti e una percentuale analoga verifica la provenienza. «Un risultato che mette in evidenza una tendenza alla ricerca del miglior rapporto prezzo qualità per l'alimentazione davanti alla vastità dell'offerta sugli scaffali” ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che «non è un caso infatti che solo l'16% degli italiani dichiari di aver ridotto la spesa o rimandato gli acquisti alimentari, una percentuale superiore solo alle spese per i figli (9%)». La consapevolezza dell'importanza dell'alimentazione è evidente, se confrontata ad altri beni di consumo come l'abbigliamento, per il quale ha ridotto la spesa il 51%, o le vacanze (50%) o, ancora, i beni tecnologici (34%).

Per quali di queste categorie ha ridotto la spesa, rinunciato o rimandato l'acquisto
Abbigliamento                                   51%
Viaggi o vacanze                               50%
Tempo libero                                     47%
Beni tecnologici                                 34%
Attività culturali                                 33%
Arredamento                                     33%
Auto/moto                                         30%
Generi alimentari                               16%
Spese per i figli                                  11%
Fonte: indagine Coldiretti-Swg risposte multiple

Il 25% in più nei discount e il 38% in meno nei negozi
Il 25% degli italiani ha aumentato nel 2011 la frequenza dei discount mentre, all'opposto, ben il 38% ha ridotto la propria presenza nei negozi tradizionali, che rischiano un vero crack mentre tengono sostanzialmente i supermercati. «Si evidenzia la tendenza da parte di un crescente segmento della popolazione ad acquistare prodotti alimentari a basso prezzo nei discount, a cui però può corrispondere anche una bassa qualità con il rischio che il risparmio sia solo apparente» ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini. Che ha continuato: «Risparmiare oltre un certo limite sul cibo può significare nutrirsi di alimenti che possono avere contenuto scadente con effetti negativi sul piano nutrizionale, sulla salute e sul benessere delle persone. Non è un caso che la prima mozzarella blu sia stata trovata proprio all'interno di un discount ma si registrano anche casi di aglio blu, prodotti scaduti o contraffatti. Un fenomeno di riduzione significativa dei negozi tradizionali determina anche evidenti effetti negativi legati alla riduzione dei servizi di prossimità ma anche un indebolimento del sistema relazionale, dell'intelaiatura sociale e spesso anche della stessa sicurezza sociale dei centri urbani. A contrastare lo spopolamento dei centri urbani va segnalata peraltro la crescente presenza di mercati degli agricoltori e di Botteghe di Campagna Amica. Una opportunità per i produttori e per i consumatori che va anche a sostegno della storia, della cultura e della vivibilità dei centri urbani».

Tengono consumi di qualità, tipico e biologico
Quasi un italiano su tre (29%) acquista regolarmente prodotti a denominazione di origine, il 14% quelli biologici e il 15% direttamente dal produttore. Resta alta, nonostante la crisi, l'opposizione agli organismi geneticamente modificati che sono considerati meno salutari da ben il 60% degli italiani, con un 16% che non risponde. Si assiste però ad una polarizzazione. Le percentuali degli italiani che acquistano prodotti a denominazione, bio o dagli agricoltori tengono rispetto allo scorso anno, a conferma del fatto che «la crisi non incide sul bisogno di sicurezza alimentare dei cittadini che continuano ad esprimere un forte interesse per le produzioni ad elevato contenuto salutistico, identitario e ambientale», ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel precisare che «esiste in realtà una polarizzazione nei comportamenti. Chi ha disponibilità di reddito ed è un consumatore attento alla qualità e alla tipicità consolida i propri stili mentre chi si trova in difficoltà è spesso costretto a rinunciare». A dimostrarlo è la crescita degli acquisti diretti dal produttore che hanno raggiunto il valore di 3 miliardi di euro e interessano più di 60mila imprese agricole tra cantine, cascine e malghe oltre a mille mercati degli agricoltori e alle botteghe di Campagna Amica. Complessivamente i 229 prodotti a denominazione di origine Made in Italy protetti dal riconoscimento comunitario hanno sviluppato nel 2010 un fatturato al consumo superiore ai 9 miliardi di euro dei quali circa 1,5 miliardi realizzati sui mercati esteri attraverso l'esportazione. A crescere è anche il biologico, che ha fatto segnare un incremento record dell'11,6% nel 2010, e che continua anche quest'anno, con un aumento dei consumi dell'11,5% nei primi quattro mesi, in controtendenza rispetto al resto dell'agroalimentare.

Gli acquirenti di prodotti alimentari
Tipo di prodotto                                             
Prodotti di origine controllata e protetta         29%
Prodotti direttamente dal produttore              15%
Prodotti biologici                                          14%
Prodotti equo-solidali                                    6%
Prodotti etnici                                                6%
Fonte: indagine Coldiretti-Swg su quanti dichiarano di acquistare regolarmente o qualche volta

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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