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Broccoli come telefoni? Sono entrambi brevettabili

Il colosso alimentare Plant Bioscience ha presentato e ottenuto un brevetto sui broccoli, in particolare quelli più ricchi di sostanze anticancerogene. Questo è solo uno dei tanti depositati dalle multinazionali sul vivente (animali e vegetali). Dove andremo di questo passo? Le proteste continuano

 
03 gennaio 2012 | 14:32

Broccoli come telefoni? Sono entrambi brevettabili

Il colosso alimentare Plant Bioscience ha presentato e ottenuto un brevetto sui broccoli, in particolare quelli più ricchi di sostanze anticancerogene. Questo è solo uno dei tanti depositati dalle multinazionali sul vivente (animali e vegetali). Dove andremo di questo passo? Le proteste continuano

03 gennaio 2012 | 14:32
 

Il broccolo appartiene alla famiglia delle piante crucifere, chiamate così dai botanici per il piccolo fiore con i petali a croce che caratterizza tutte le piante che ne fanno parte, dal cavolfiore alla rucola, fino ai ravanelli e alle cime di rapa. Nel 2002, la Plant Bioscience ha presentato e ottenuto un brevetto, EP1069819, nel quale proponeva un metodo per aumentare nei broccoli la produzione di particolari sostanze anticangerogene, i glucosinati.

L'azienda europea non ha fatto altro che individuare l'assetto genomico responsabile della concentrazione di queste sostanze e selezionare ed incrociare le piante, in modo da ottenere broccoli ricchi della particolare molecola anticancerogena.

Fin qui, nulla di strano. Tuttavia, l'azienda in questione ha chiesto i brevetti di tutti i broccoli con il livello di glucosinati pari ai vegetali prodotti nei loro laboratori, broccoli non Ogm, ma 'naturali”. Questo è un dettaglio fondamentale, inquanto è illegale brevettare ciò che esiste già in natura o può comunque essere ottenuto da coltivazione convenzionale (articolo 53b della convenzione europea dei brevetti).

Nel 2003 alcune multinazionali tra cui la Limagrain e la Syngenta, già coinvolte in vicende simili, hanno fatto appello all'Epo (European patents office) contro questo brevetto specifico.

Carlo PetriniSpiega Carlo Petrini (nella foto), presidente di Slow Food: «I broccoli, con i loro glucosinolati, non li hanno inventati loro e quindi se un altro ricercatore, o un agricoltore evoluto, decide di misurare i glucosinati che ci sono in un broccolo, con un procedimento chimico, e poi incrociare tra loro con sistemi tradizionali solo quelli con i tassi più alti, ottiene per un' altra strada quello che i primi hanno ottenuto studiando i Dna».

Continua Petrini: « è come se qualcuno trovasse un sistema ad altissima tecnologia per fare nascere solo gatti neri e poi volesse il brevetto non solo su quelli che produce lui con il suo sistema, ma anche su tutti i gatti neri che ci sono in circolazione, e che mai ci saranno. Ecco dove stiamo andando».

Secondo il padre di Slow Food, se la vicenda dei broccoli brevettati andrà a buon fine, ci saranno due gravi conseguenze: in primo luogo , si darà il permesso ai ricchi di studiare la natura e brevettare i segreti conosciuti come loro proprietà, un'azione che violerebbe non solo i principi della morale, ma anche il diritto Ue sui brevetti, che dovrebbero limitarsi alle "Invenzioni biotecnologiche" e inoltre salirà inevitabilmente il prezzo del cibo, per i piccoli produttori e per i consumatori.

La sua conclusione è negativa, ma non priva di sbocchi: «Le società di capitali hanno capito già da un pezzo e molto bene quello che la politica stenta a vedere. Se c'è un bene durevole la cui domanda non può cadere, perché i consumatori non possono decidere di farne a meno, è il cibo. Una saggia politica partirebbe da qui per capire che i consumatori sono prima di tutto cittadini e che ogni politica che non si basi sulle esigenze alimentari (e dunque di salute, ambiente, educazione, giustizia...) dei cittadini è una politica miope e dannosa».

D'altra parte è pur vero che il brevetto garantirebbe a società come la Plant Bioscience Ltd l'esclusiva di un particolare tipo di pianta, e, a meno che i coltivatori non producano quella specifica varietà, non dovranno pagare niente a nessuno. Inoltre, il brevetto di piante e animali è una prassi già da tempo in Europa, da quando è entrata in vigore la Direttiva 98/44 EC. Da allora sono stati brevettati circa 900 animali e 1.800 vegetali, di cui 200 solo nel 2010. Il "broccoli-case" non è dunque isolato, anzi, è solo parte di tanti brevetti della stessa risma che già sono stati depositati in passato e verranno depositati in futuro.

Le proteste continuano, anche sottoforma di manifestazioni popolari, perché, come dice anche Kerstin Lanje di Misereor, dell'organizzazione di sviluppo della Conferenza episcopale tedesca: «In tempi in cui quasi due miliardi di persone soffrono la fame è semplicemente immorale far crescere i prezzi degli alimenti creando monopoli dei brevetti».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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