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Il 2012 “possibile” del vino italiano Export contro la crisi del mercato

L’export continuerà a rappresentare nel 2012 l’antidoto alle difficoltà del mercato interno. E per i vini del Belpaese sarà importante la ricettività dei mercati asiatici, in testa la Cina, approdo naturale per i grandi marchi, un po’ meno immediato ma potenzialmente importantissimo per i piccoli

 
09 gennaio 2012 | 14:48

Il 2012 “possibile” del vino italiano Export contro la crisi del mercato

L’export continuerà a rappresentare nel 2012 l’antidoto alle difficoltà del mercato interno. E per i vini del Belpaese sarà importante la ricettività dei mercati asiatici, in testa la Cina, approdo naturale per i grandi marchi, un po’ meno immediato ma potenzialmente importantissimo per i piccoli

09 gennaio 2012 | 14:48
 

I trend 2012 per il vino italiano? Tra tensioni finanziarie globali e notizie 'interne” che di certo non fanno sorridere i produttori, come l'introduzione dell'Imu in agricoltura e il costo dei carburanti alle stelle, secondo Winenews, il vigneto Italia potrebbe avere qualche asso nella manica. L'export continuerà a rappresentare l'antidoto alle difficoltà del mercato interno. E per i vini del Belpaese sarà importante la ricettività dei mercati asiatici, in testa la Cina (ma occhio all'India), approdo 'naturale” per i grandi marchi, un po' meno immediato, ma potenzialmente importantissimo, per i piccoli.

Il mercato interno, negli ultimi anni in costante calo, potrebbe complicarsi ulteriormente a causa della crisi, ma tanti produttori sembrano voler tornare a investire con più decisione anche 'in patria”, se non per far crescere i consumi, almeno per fermarne la discesa. Mercato italiano che potrebbe reagire con segni di discontinuità, in favore di un ritorno al classico, cioè a etichette e aziende in storicizzate dalla forza del proprio marchio o da quella del proprio stile e della propria consistenza e continuità qualitativa. Una sorta di rassicurante 'caccia” alle certezze.

Il 2012, probabilmente, vedrà divaricarsi ancora di più, in Italia e nel mondo, la forbice di prezzi, polarizzando i consumi tra vini 'cheap” (fino a 5 euro) e 'fine wines” (da 50 euro in sù). Ma, a sorpresa, potrebbe anche essere l'anno della riscossa dei 'second vin”, il cui prezzo è a 'mezza strada”, che hanno sofferto nel recente passato ma che, in un contesto fluido come quello che ci aspetta, potrebbero riconquistare qualche posizione, grazie ad una qualità che, spesso, rasenta quella dei 'cru”, e alla competenza di consumatori sempre più preparati.

L'idea di 'sostenibilità ambientale”, poi, continuerà a tirare, con i vini da agricoltura biologica e/o biodinamica che emergeranno ancora di più nel 'Vecchio Mondo”, ma il cui appeal potrebbe valicare l'oceano, States in testa. E crescerà la richiesta di vini più bevibili ed equilibrati, anche se il riscaldamento globale continuerà a spostare il profilo organolettico dei vini in direzione opposta, a partire dal grado alcolico. Un riscaldamento globale che, tuttavia, porterà con sé anche qualche novità destinata a imporsi. Potrebbe essere il caso dei 'Britagne” le bollicine del Regno Unito, dove il clima sta tornando mite, riportando le lancette della storia enologica indietro di un paio di millenni. Non a caso è stata scelta questa tipologia perché, con molta probabilità, anche nel 2012 continuerà a riscuotere un successo crescente. Le bollicine manterranno la loro prerogativa di sposarsi perfettamente con i nuovi stili del bere universale, con la loro capacità di essere al contempo vini poco 'invasivi”, quindi consumabili anche fuori dai luoghi classici del bere, e di buona/ottima qualità, interpreti più che adeguati di quel certo 'disincanto” che sembra caratterizzare la nostra epoca.

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