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Barbara Tamburini a Roma per Ais Una degustazione a ritmo di Merlot

Il 13 gennaio, a Roma, l'enologa toscana pluripremiata Barbara Tamburini, ha presentato all'Ais, associazione italiana sommelier, dieci etichette che portano la sua firma, in un percorso articolato tra Merlot e Sangiovese. La degustazione ha visto protagonista la Toscana e un'etichetta umbra

di Mariella Morosi
 
16 gennaio 2012 | 17:35

Barbara Tamburini a Roma per Ais Una degustazione a ritmo di Merlot

Il 13 gennaio, a Roma, l'enologa toscana pluripremiata Barbara Tamburini, ha presentato all'Ais, associazione italiana sommelier, dieci etichette che portano la sua firma, in un percorso articolato tra Merlot e Sangiovese. La degustazione ha visto protagonista la Toscana e un'etichetta umbra

di Mariella Morosi
16 gennaio 2012 | 17:35
 

Barbara TamburiniUn percorso articolato tra il Merlot, vitigno internazionale dalle grandi potenzialità, al Sangiovese, principe degli autoctoni toscani,è stato presentato a Roma il 13 gennaio dall'enologa Barbara Tamburini (nella foto), con la degustazione di dieci grandi etichette che portano la sua firma. Il "viaggio" nelle sale dell'Hotel Rome Cavalieri, rivolto agli associati dell'Ais, Associazione italiana sommelier, è cominciato con la degustazione di un Merlot 100%, l'Albertus 2007 di Castel Pietraio di Monteriggioni (Siena) e si è conclusa con un Sangiovese egualmente in purezza e un Brunello di Montalcino 2006 del Podere Brizio di Montalcino (Siena).

In mezzo ai due estremi l'enologa ha proposto tutta una serie di equilibrate composizioni tra i due vitigni, armonizzati in varie percentuali. Per questo la degustazione non ha rispettato, come avviene di solito, l'annata di produzione. Barbara Tamburini rappresenta quella nuova generazione di winemaker che fa vini riconoscibili, dall'inscindibile legame con il territorio, non standardizzati.

«L'enologo - ha voluto precisare - è in cantina una figura sì predominante, ma non dominante, perché quello che conta è il lavoro di squadra. Deve contribuire alla massima valorizzazione di un vino e del suo territorio, esaltando quel potenziale che si è creato in vigna dalla primavera fino ad ottobre, al momento della vendemmia. Fondamentale inoltre per la buona riuscita di un vino è l'affiatamento tra produttore e consulente enologico». Per questo la Tamburini, oltre che dei processi di vinificazione, ha voluto parlare della storia personale, familiare e aziendale dei produttori, dando loro la parola e mostrando slides sui territori. Nove delle dieci etichette erano espressioni diverse della Toscana e una sola dell'Umbria: l'Arringatore 2007 dell'azienda Goretti di Perugia.

Toscana, giovane ma già affermata, Barbara Tamburini si laurea in Viticoltura ed Enologia all'università di Pisa nel 2002, dopo aver conseguito il diploma universitario in Tecnologie Alimentari con orientamento in Viticoltura ed Enologia nel 2000. Nessuna familiarità con il mondo del vino, eppure la scelta di vita appare subito chiara. Il suo impegno e la collaborazione con Vittorio Fiore, che considera il suo maestro, le confermano la validità di una vocazione in un mestiere tradizionalmente al maschile. «Volevo lavorare a contatto con la natura ed essere libera - ha detto - per questo ho scelto la strada dell'enologia».


Nel 2007 ha vinto il Premio Veronelli come miglior winemaker emergente, ha ricevuto la nomination all''Oscar” del vino, nonché numerosi altri riconoscimenti. Oggi collabora con 18 aziende in tutt'Italia, in Toscana, Umbria, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Sicilia. La degustazione romana è cominciata con l'Albertus 2007 di Castel Pietraio , un'azienda giovane inserita in un complesso che risale all'anno 1000, seguito da un altro Merlot in purezza, il Val di Cornia Suvereto I'Rennero 2008 di Gualdo del Re di Suvereto (Livorno). L'azienda è storica, ormai di terza e di quarta generazione,con 25 ettari vitati in un territorio ottimale che guarda il mare, protetto dalla montagna come un anfiteatro. A seguire, elegante ma di non troppo imponente struttura, il Renzo 2008, Doc Bolgheri Rosso Superiore (Merlot 60%, Cabernet Sauvignon 40%) di Tringali Casanuova di Bolgheri (Livorno), un'area in cui si riesce ad ottenere un grande Cabernet, l'ultima uva che arriva a maturazione e quindi con piena maturità fenolica.

Il quarto vino in degustazione è stato il Black Label 2008 (Merlot 50%, Cabernet Sauvignon 50%) de I Balzini di Barberino Val d'Elsa (Firenze). Molto stretta la collaborazione con l'azienda di Vincenzo e Antonella D'Insanto, 'produttori per passione”, come amano definirsi. Hanno voluto chiamare i loro vini con il nome inglese dei colori: White Label, Black Label, Red Label,e Green Label; tutti Igt Colli della Toscana centrale e tutti rossi, frutto di quelle balze (collinette) che hanno dato il nome all'azienda. La recente verticale del White Label, condotta sempre da Barbara Tamburini nella sede dell'Ais per il ventenale de I Balzini, ha confermato l'attitudine all'invecchiamento dei loro vini, dal carattere deciso ma nello stesso tempo elegante, armonico e di grande piacevolezza.

La serie dei toscani è stata interrotta dall'unica etichetta fuori zona: l'Arringatore 2007 della Doc Colli Perugini (60% Sangiovese, 30% Merlot e 10% Ciliegiolo), per poi riprendere con un Carmignano Sanctii 2008 (Sangiovese 70%, Cabernet Sauvignon 20%, Merlot 10%) delle Colline San Biagio di Carmignano (Prato). Successivamente è stata fatta un'incursione all'isola d'Elba con l'Elba Rosso Riserva 2008 (Sangiovese 90%, Syrah 10%) dell'azienda Cecilia, apprezzato per la particolare morbidezza,rotondità e salinità.

Ultimi in degustazione sono stati tre blasonati toscani. Nell'ordine: il Nobile di Montepulciano Riserva 2007 (Sangiovese 90%, Merlot 10%) de La Calonica di Valiano, azienda al confine tra Montepulciano e Cortona,della famiglia Cattani; il Chianti Rufina Poggio Gualtieri Riserva 2006 della Fattoria di Grignano di Pontassieve (in cui il Sangiovese domina sempre più arrivando al 90% e un 10% di Merlot). Questa grande azienda,che comprende una quarantina di poderi, ha una storia vitivinicola che risale a Caterina de'Medici. La Tamburini ha scelto di chiudere l'incontro romano con una massima espressione del Sangiovese: il Brunello di Montalcino 2006 Docg del Podere Brizio, di Roberto Bellini e Patrizia Mazzi.

Alla fine applausi e domande del pubblico, incuriosito e ammirato dalla competenza dimostrata da questa giovane e determinata donna del vino, che continua a incassare riconoscimenti, pronta sempre a nuove sfide professionali. Volerà alto, c'è da giurarci. Anzi, come ci tiene lei stessa a precisare, ha già volato alto, anche se il vino in questo caso non c'entra: quinta donna al mondo, il 29 ottobre 2004 è salita su un MB339, il mitico aviogetto delle Frecce Tricolori, ed insieme al comandante della pattuglia acrobatica nazionale ha fatto un'ora di volo acrobatico nei cieli del Friuli.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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