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Patrimonio agricolo italiano in vendita Liberalizzazioni pericolose per il Paese

Le liberalizzazioni nel settore agroalimentare e in particolare la dismissione di terreni demaniali e a vocazione agricola, fanno discutere. Per Emanuele Esposito, cuoco e promotore di Mediterraneas, la riforma del ministro Catania aprirebbe le porte alla vendita del nostro patrimonio agricolo

di Emanuele Esposito
 
30 gennaio 2012 | 11:07

Patrimonio agricolo italiano in vendita Liberalizzazioni pericolose per il Paese

Le liberalizzazioni nel settore agroalimentare e in particolare la dismissione di terreni demaniali e a vocazione agricola, fanno discutere. Per Emanuele Esposito, cuoco e promotore di Mediterraneas, la riforma del ministro Catania aprirebbe le porte alla vendita del nostro patrimonio agricolo

di Emanuele Esposito
30 gennaio 2012 | 11:07
 

Trovo questo decreto assurdo, per non dire altro. Mi aspettavo qualcosa in più da questo ministro, anche perché, non avendo direttamente il politico dietro, avrebbe avuto le mani più libere per fare quelle riforme necessarie al comparto agricolo. Invece il ministro si è comportato come si sarebbe comportato un qualsiasi politico di vecchia guardia.

L'Italia non crescerà mai fino a quando non daremo alle nostre risorse la giusta dimensione e importanza: con la dismissione dei terreni agricoli italiani si apre una pagina brutta del settore, perché è un modo per regalare di fatto questi terreni non agli agricoltori ma al settore affaristico dell'edilizia. Non mi vengano a dire che questi terreni non saranno mai cambiati d'uso, perché a Babbo Natale è da un decennio che non ci credo più.

Non è questo l'approccio che un ministro dovrebbe adottare per rilanciare il settore. Il decreto parla di prelazione per i giovani imprenditori, ma con quali misure e con quali fondi, visto che le banche italiane, oltre ad avere tassi d'interesse da usurai, non concedono mutui a giovani se non hanno un patrimonio superiore alla richiesta dei fondi? è con questo decreto che vogliamo dare lavoro ai giovani?

No. è inconcepibile che le associazioni di categoria non dicano una sola parola a proposito di questo decreto. Doveva essere il governo del rilancio economico del Paese ma, a quanto si vede nelle misure decretate non solo da questo dicastero, non credo che siamo in grado di avere un rilancio serio e a lungo termine. Qui si sta cercando di fare solo cassa, e, scusatemi, non ci volevano i professori per fare questi giochetti.

Caro dottor Catania, credevo che lei, venendo da questo mondo, avesse una conoscenza maggiore dei problemi del settore, non solo agricolo. Avevo posto in lei tutta la mia fiducia e con orgoglio nazionale ero felice di questa nomina, perché credevo che un uomo che ha sempre lavorato all'interno del ministero potesse fare di più, e ciò non è stato. Almeno fino ad oggi.

Sono altre le riforme che lei dovrebbe prendere in considerazione: se ha il coraggio di farle, bisognerebbe partire da dall'inizio. Non possiamo essere schiavi di un'Europa che non tiene conto del valore economico di un Paese come l'Italia, non possiamo accettare che quattro signori europei ci impongano delle misure assurde. L'Italia ha il patrimonio più grande per quanto riguarda l'arte, ma anche l'agricoltura. Se mettessimo insieme queste due ricchezze saremmo il Paese più potente al mondo, e i signori che siedono nel Parlamento europeo lo sanno bene. Dunque, per difendere il loro patrimonio, cercano di distruggere la nostra agricoltura.

Non possiamo piegarci alla concorrenza sleale, stiamo vendendo il nostro patrimonio ai cinesi e con i nostri stessi soldi. Lei non vedrà mai un cinese o un giapponese in Italia che compra i prodotti cinesi ma solo quelli Made in Italy, perché ?

La priorità dovrebbe essere difendere il nostro patrimonio artistico e agroalimentare. Come? Combattendo in Europa e imponendo i nostri diritti acquisiti, la nostra identità, il nostro orgoglio e limitando l'entrata sul mercato italiano di prodotti provenienti da altri Paesi. Ne siamo capaci?

Il decreto non va certamente in questa direzione. Servono misure diverse, forti e incisive: prima di vendere il patrimonio, cerchiamo di capire se ci sono altre possibilità.


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