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Frode milionaria nel mondo del vino Vini tarocchi spacciati per Doc

Una cantina della Marca Trevigiana e un mediatore sono accusati di aver fornito vini tarocchi spacciandoli per Pinot grigio, Prosecco e Tocai. Due le vittime, la Friulvini di Zoppola e la Schenk di Bolzano, a cui sarebbe stato fornito vino di qualità diversa e inferiore rispetto a quella richiesta

 
12 aprile 2012 | 18:42

Frode milionaria nel mondo del vino Vini tarocchi spacciati per Doc

Una cantina della Marca Trevigiana e un mediatore sono accusati di aver fornito vini tarocchi spacciandoli per Pinot grigio, Prosecco e Tocai. Due le vittime, la Friulvini di Zoppola e la Schenk di Bolzano, a cui sarebbe stato fornito vino di qualità diversa e inferiore rispetto a quella richiesta

12 aprile 2012 | 18:42
 

Ennesima truffa ai danni del vino made in Italy. Come riporta il Messaggero Veneto, una frode da 1 milione 400mila euro ai danni di due colossi del vino sarebbe stata messa a segno da una cantina trevigiana e da un mediatore, accusati di fornire vini di bassa qualità spacciandoli per Pinot grigio, Prosecco e Tocai.

Al centro dell'inchiesta ci sono il titolare di una nota cantina della Marca Trevigiana, zona Destra Piave e un agente mediatore, T.B. anche lui trevigiano. Due le vittime - la Friulvini di Zoppola (Pn) e la Schenk di Bolzano, a cui sarebbe stato fornito vino di qualità diversa, e inferiore, rispetto a quella richiesta. Diverse le partite contestate tra Pinot grigio e Prosecco Igt veneto: complessivamente 11.500 ettolitri tra il 2006 e il 2008. La gran parte del prodotto "taroccato" è stato sequestrato. In commercio sono andate invece le bottiglie che la cantina trevigiana produceva spacciandole per Merlot Doc Piave e Tocai Doc Piave quando invece si trattava di vini generici: il prodotto è stato venduto a svariate trattorie del Trevigiano ed esportato in Thailandia e Gran Bretagna.

Intanto la cantina trevigiana respinge le accuse sostenendo di essere stata a sua volta raggirata dal mediatore che  venduto a friulani e altoatesini vini provenienti dal Sud simulandone invece l'acquisto dalla cantina della Marca, emettendo fatture fasulle.

«I controlli sul settore vitivinicolo veneto aumenteranno», ha commentato l'assessore regionale all'Agricoltura, Franco Manzato. «Dobbiamo mettere chi bara nella condizione di non nuocere, perché comportamenti del genere ricadono su tutti gli imprenditori onesti che hanno fatto del Veneto una regione da primati mondiali nel settore. Vogliamo e dobbiamo puntare sulla qualità del prodotto e non possiamo permettere che truffe, contraffazioni o altri illeciti possano inficiare i traguardi raggiunti, con fatica e sacrificio da parte di tutta la filiera».

«è stata inoltra la richiesta, ed è già pervenuta la risposta positiva da parte della Repressione frodi - ha ribadito l'assessore - per realizzare un programma più serrato di dei controlli in tutto il Veneto, e soprattutto in provincia di Treviso. Avevo annunciato mesi addietro che avremmo dato un giro di vite, questi sono i risultati. Quanto ai presunti colpevoli, se la loro responsabilità dovesse essere confermata dalla magistratura sarebbe meglio che cambiassero mestiere, anzi ramo di attività, mentre non mi stupirebbe se la filiera volesse chiedere i danni».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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13/04/2012 17:15:00
1) Sarebbe giusto conoscere il nome della cantina
Credo sia una truffa, soprattutto ai danni della salute pubblica. Ritengo sia giusto rendere note le generalità della cantina. I cittadini devono conoscere il nome di chi crea un danno alla salute. A queste persone deve essere ritirata la licenza commerciale. E' giusto poter scegliere un'altra cantina.




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