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Stagione di rilancio per Moscato e Asti Dopo il boom, verso l'Estremo Oriente

Si prospetta un grande anno per il Moscato bianco di Canelli e l'Asti Spumante Docg. Questi prodotti infatti, oltre che in Italia e negli Usa, dov'è scoppiata la Moscatomania, si stanno espandendo, consolidando mercati come quello giapponese e cercando di affermarsi in Estremo Oriente e Bric

 
13 maggio 2012 | 09:34

Stagione di rilancio per Moscato e Asti Dopo il boom, verso l'Estremo Oriente

Si prospetta un grande anno per il Moscato bianco di Canelli e l'Asti Spumante Docg. Questi prodotti infatti, oltre che in Italia e negli Usa, dov'è scoppiata la Moscatomania, si stanno espandendo, consolidando mercati come quello giapponese e cercando di affermarsi in Estremo Oriente e Bric

13 maggio 2012 | 09:34
 

Una delle maggiori realtà vitivinicole italiane è quella del vitigno Moscato bianco di Canelli, dal quale hanno origine il Moscato a tappo raso e l'Asti spumante Docg. Entrambi stanno vivendo una stagione di rilancio, testimoniata anche dalle statistiche che rivelano una sorprendente ripresa.

Al centro di questa attività di rilancio c'è il Consorzio di tutela che ha ora anche competenza 'erga omnes”, compresa la difesa dell'immagine e la promozione dei vini. «L'attività principale del Consorzio - spiega il direttore, Giorgio Bosticco, in carica da poco meno di un anno dopo essere stato responsabile dell'ufficio vendite della Campari - oltre ad assicurare la tutela e la vigilanza delle denominazioni, consiste nel promuovere e valorizzare il prodotto in Italia e soprattutto all'estero, con differenti strategie di comunicazione e marketing. Tre sono le aree di intervento con progetti differenziati: la prima riguarda le nazioni con potenzialità di crescita, vedi Asia, Medio Oriente, Bric (Brasile, Russia, India e Cina), dove il Consorzio dovrà svolgere l'azione di apripista per le case spumantistiche e le aziende vitivinicole».
 
Parere che ribadisce il neo presidente del Consorzio, Gianni Marzagalli, eletto nei giorni scorsi (vicepresidenti Massimo Marasso e Gianluigi Biestro), che mette l'accento sulla necessità di far conoscere l'Asti e il Moscato in nuove aree del mondo e continuare a sviluppare la promozione in Estremo Oriente, dove il prodotto è già apprezzato.

In particolare in Giappone è stata avviata, con successo, l'operazione 'Kampai” che in giapponese significa 'Cin Cin” e ha già dato buoni risultati. La seconda area si focalizza nei mercati consolidati (Europa, Usa) con iniziative mirate a valorizzare e accrescere l'immagine del prodotto. Terzo capitolo di intervento sarà il mercato nazionale, da riposizionare in termini di valorizzazione con un complesso lavoro di sensibilizzazione del trade, in particolare nella distribuzione moderna. Non ultimo l'impegno di conquistare uno spazio nel consumo Horeca nelle province del disciplinare di produzione.

Il bacino di produzione comprende le tre province del basso Piemonte e cioè Cuneo, Asti ed Alessandria. In totale circa 10mila ettari di vigneto dai quali, lo scorso anno, hanno avuto origine 107 milioni le bottiglie . Le percentuali di vendita sono in costante aumento.

Per citare un esempio - rileva il direttore del Consorzio - basta ricordare che in Germania su 100 milioni di bottiglie, 38 sono del vino dolce piemontese a bassa gradazione. Un favore conquistato sia dalle bollicine che dal Moscato a tappo raso, entrambi Docg, con un sempre maggior utilizzo come base di cocktail degustati in tutto il pianeta. In particolare da segnalare proprio il boom del Moscato a tappo raso Docg, passato in pochissimi anni da 7 ai 25 milioni di bottiglie dell'ultima vendemmia e a tirare soprattutto è il mercato Usa dove è scoppiato il cosiddetto fenomeno della 'Moscatomania”.

Tutti sembrano volere Moscato, anche se ne esistono di tipi diversi, compresi quelli americani. L'obiettivo che si prefigge il Consorzio, di cui quest'anno ricorre l'80° di fondazione avvenuta per l'appunto nel 1932 (l'atto notarile venne firmato dal notaio Conte, padre di Paolo e Giorgio, entrambi celebri cantautori), è anche quello di sviluppare ulteriormente il discorso della destagionalizzazione del prodotto. Risulta che almeno il 70% dell'Asti viene venduto in occasione delle feste di Natale e Capodanno mentre è un vino che si può consumare anche in altre occasioni , come per preparare cocktail, con i gelati e anche in cucina (un'ottima ricetta è, per citarne una, il risotto con il Moscato).

Da ricordare che già da anni altri esperti del settore puntano sul contrasto dolce-salato, suggerendo abbinamenti del vino con specialità gastronomiche come i formaggi. Per restare in Piemonte, un ardito abbinamento è tra il Gorgonzola e il Moscato. E a proposito sempre di destagionalizzazione, l'estate è vicina e una ideale soluzione è bersi una coppa di Asti o di Moscato per dissertarsi e per un vero piacere.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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