Le iniziative sulla compensazione fra crediti e debiti da parte delle aziende nei confronti della Pubblica amministrazione soddisfano solo in minima parte le esigenze delle imprese di ristorazione collettiva. Infatti si tratta di compensare debiti già iscritti a ruolo prima del 30 aprile 2012 e non partite correnti.
«Questa condizione esclude la maggior parte delle imprese che rappresento - tuona Ilario Perotto, presidente Angem, l'associazione nazionale gestori mense aderente a Fipe-Confcommercio - perché non ha debiti iscritti a ruolo e quindi non si può compensare un bel nulla».
Angem ricorda infatti che l'iscrizione a ruolo dei debiti di un'azienda (esempio contributi previdenziali o imposte non pagate che potrebbero derivare anche da ritardi dei pagamento della pubblica amministrazione) implica già un'azione da parte degli enti creditori. Proprio ciò che non accade a chi rispetta le scadenze nel versare quanto dovuto. E si parla di un settore che complessivamente vanta circa 700 milioni dalla pubblica amministrazione.
«Speriamo - conclude Perotto - che il Governo tenga conto di chi paga regolarmente e studi una misura per compensare i crediti verso la pubblica amministrazione anche con i debiti non iscritti a ruolo».
Dello stesso parere anche Franco Tumino, presidente di Anseb, l'associazione che rappresenta le imprese emettitrici di buoni pasto: «La previsione di consentire di compensare i crediti verso le pubbliche amministrazioni con i debiti verso le stesse iscritti a ruolo alla data del 30 aprile 2012 non risolve certamente i problemi delle imprese virtuose, quali quelle che emettono buoni pasto, ma serve solo allo Stato per accelerare la riscossione di propri crediti».
Nemmeno la certificazione dei crediti, necessaria per avere liquidità dalle banche, è in grado di risolvere problemi di imprese che non sono in grado di corrispondere al sistema bancario interessi, che le stazioni appaltanti difficilmente riconosceranno, in ragione dell'entità degli sconti sul valore facciale dei buoni pasto che sono costrette a praticare da un sistema di aggiudicazione delle gare che va certamente riformato.
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