Con l'arrivo dell'estate cresce l'ansia per la "prova costume". Quindi si ricorre a diete estreme e si prendono d'assalto le palestre. Certo, l'attività fisica è alla base di una vita sana, ma eccedere può diventare pericoloso, per questo è importante sentire l'opinione di un esperto quale è Piero Volpi, responsabile di Ortopedia del ginocchio e Traumatologia dello Sport presso Humanitas.
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Dottor Volpi, quando la passione per lo sport diventa malattia?
Questo succede quando lo sport viene esasperato, comportando delle alterazioni che sfociano nella patologia. Alcune riguardano la violenza negli stadi, altre, come l'assunzione di sostanze dopanti durante le gare, comportano danni sia allo spirito agonistico che all'organismo.
Il doping è un esempio di come una passione salutare possa diventare un'ossessione. Quali sono i pericoli connessi al suo utilizzo?
Il doping non consente di competere lealmente con l'avversario, situazione etica assolutamente criticabile. La competizione sportiva è una sfida che deve essere affrontata senza barare. In secondo luogo la totalità di sostanze che fanno parte della lista dei farmaci vietati determinano delle situazioni di grave rischio per la salute. Le sostanze dopanti, oltre a comportare una visione fraudolenta del lato competitivo, sono anche dannose per il fisico.
E gli incidenti sportivi?
L'incidenza dei traumi da sport è in aumento, sia perché buona parte della popolazione lo pratica, sia perché è aumentata la competizione. Inoltre molte persone, anche di età avanzata, lo svolgono in maniera non corretta.
E gli sport estremi?
Fortunatamente si tratta di casi eccezionali. Mi è capitato che alcuni pazienti, usando il parapendio, abbiano avuto gravi fratture agli arti inferiori. Sono molti gli sport estremi che possono causare lesioni importanti; anche l'automobilismo, il motociclismo, l'alpinismo possono celare nella loro attività rischi traumatici elevati.
Quali consigli si sente di dare a chi pratica sport?
Primo: non sottovalutare lo sport, ma affrontarlo con un minimo di allenamento e di preparazione. In secondo luogo, conoscenza assoluta dell'attività che si va a fare: percorsi, attrezzature e gestualità. Terzo consiglio: conoscere il proprio corpo ed essere consapevoli dei propri limiti.
A cura di Alice Locatelli
humanitasalute.it
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