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Dieting, ortoressia e spuntini notturni Quando lo stress "cambia" la tavola

Dieting, ortoressia e Night Eating Syndrome sono solo alcuni dei disagi alimentari provocati dallo stress e dall'ansia. Tutti fenomeni in aumento in Italia negli ultimi anni, che finiscono per avere pesanti riflessi sulla salute. Occhio anche al bambino alle prese con le prime pappe

 
11 giugno 2012 | 14:58

Dieting, ortoressia e spuntini notturni Quando lo stress "cambia" la tavola

Dieting, ortoressia e Night Eating Syndrome sono solo alcuni dei disagi alimentari provocati dallo stress e dall'ansia. Tutti fenomeni in aumento in Italia negli ultimi anni, che finiscono per avere pesanti riflessi sulla salute. Occhio anche al bambino alle prese con le prime pappe

11 giugno 2012 | 14:58
 

Passare da una dieta all'altra, incassando con regolarità la frustrazione dei chili che vanno via e poi ritornano; oppure eliminare del tutto e in modo ossessivo dal menu cibi ritenuti quasi 'velenosi”, ossessionati dal diktat del mangiar sano; o concedersi abbuffate notturne pantagrueliche, finendo per annegare in depressione e rabbia e vergogna.

Dieting, ortoressia e Night Eating Syndrome «sono solo alcuni dei disagi alimentari provocati dallo stress e dall'ansia. Tutti fenomeni in aumento in Italia negli ultimi anni, che finiscono per avere pesanti riflessi sulla salute». Lo spiega all'Adnkronos Salute Paola Vinciguerra, psicoterapeuta e presidente dell'Associazione europea per il disturbo da attacchi di panico, che insieme al nutrizionista Giorgio Calabrese ha dedicato un libro al binomio stress e cibo. In 'Stress&Dieta. Consigli e rimedi per vivere al meglio” (Kowalski), i due esperti esplorano il legame cibo-mente, e propongono una serie di test per capire che rapporto si ha con gli alimenti, ma anche le indicazioni sui prodotti alimentari più utili per difendersi dagli effetti negativi della tensione e dell'ansia sulla salute.

«Il legame tra psiche e cibo è antichissimo, fin dall'allattamento associamo un ricordo emotivo di piacere al pasto. Quando sei angosciato, avvilito, abbattuto, ricorri al cibo come a una consolazione, e in caso di stress tendi a cercare una golosa ricompensa che ti permetta di superare il disagio. Ma in questo modo - avverte Vinciguerra - si rischia una dipendenza, un rapporto malato con gli alimenti». Insomma, secondo Vinciguerra «oggi sempre più persone ricorrono al cibo come un interruttore anti-stress, concedendosi alcuni piatti quando non sarebbe il caso, o bandendoli dalla propria vita in modo ossessivo. Due approcci opposti ma ugualmente rischiosi, che si accompagnano a un altro fenomeno molto diffuso: la vigoressia. In questo caso l'attività fisica è vista come un must e l'ossessione per il corpo cela un disagio psicologico ugualmente importante».

Ma che rapporto abbiamo con il cibo? L'esperta propone dei test per capire chi siamo a tavola, ma anche che atteggiamento abbiamo rispetto alle dinamiche di controllo, che entrano in gioco con la scelta del cibo. 'Disegnando” gli identikit del coscienzioso, del confidente, del vigilante e dell'aggressivo, si suggeriscono anche degli esercizi che possono aiutare a conoscersi meglio. «Se non ci nutriamo in maniera corretta, non possiamo fornire al nostro corpo gli elementi necessari per vivere al meglio e senza stress. Ma ci sono degli errori tipici che bisogna evitare: io ho ragionato per categorie, dalla casalinga, allo sportivo, al bambino, ho cercato di elencare gli errori più comuni che si fanno con il cibo», spiega.



Ad esempio, nel caso del manager, "una persona che vive correndo", il pericolo è legato all'abitudine di limitarsi troppo spesso al monopasto serale, sovente consolatorio, finendo per costruire «un rapporto disfunzionale con il cibo e gli alcolici, spesso usati per raggiungere quello stato di rilassamento altrimenti difficile da ottenere». Occhio anche al bambino alle prese con le prime pappe: non deve percepire la nostra ansia che lui mangi o no. «In questo modo può finire per usare la pappa come un ricatto per sentirsi protetto, al centro dell'attenzione», spiega l'esperta. Ma allora cosa fare per migliorare la nostra autostima e il rapporto con il cibo? «Una dieta sana e un approccio più naturale verso noi stessi contribuiscono ad allontanare paure e ansie, ossessioni e malattie. La parola d'ordine è vivere slow, partendo da una colazione fatta stando seduti e con calma, fino ad arrivare ad assaporare con calma ogni volta ciò che mangiamo. Smettendo di correre anche la compulsività viene meno», assicura Vinciguerra.

Giorgio Calabrese esamina le reazioni metaboliche allo stress e suggerisce gli alimenti utili per proteggere l'organismo. Un ruolo importante spetta alla vitamina C, cruciale per produrre la giusta dose di adrenalina, ormone che mette in moto tutta una serie di reazioni biochimico-metaboliche che cercano di riportare equilibrio nel cervello dello stressato. I cibi ricchi di vitamina C, come arance, broccoli, kiwi, frutti di bosco, peperoni e pomodori sono utili, come quelli ricchi di beta-carotene: carote, verdure a foglia verde e frutti gialli o arancioni. Tra le indicazioni dell'esperto, anche quella di bere molta acqua (per gli adulti almeno 1,5-2 litri di liquidi al giorno), moderare i grassi puntando su quelli polinsaturi (fonte di Omega 3) e bilanciare l'assunzione di sale. Nel volume si analizzano anche una serie di 'strategie” anti-stress, come il ricorso alle chewing-gum. «Una ricerca ha recentemente dimostrato che farlo sembra aiutare a ridurre lo stress e la tensione», oltre a favorire la contrazione, ricorda l'esperto nel volume, che esamina anche i minerali essenziali per la vitalità e il buonumore.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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