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"Vini" italiani con le polverine? Truffa contro le Doc in Inghilterra

Striscia la Notizia ha mostrato un servizio sui kit fai da te venduti in Gran Bretagna per ottenere beveroni chiamati “vino”: nel kit sono presenti “polverine magiche” e sacche con presunto mosto dal quale ricavare in meno di un mese il vino. Nel mirino della bufala Chianti, Barolo e Valpolicella

 
25 settembre 2012 | 15:22

"Vini" italiani con le polverine? Truffa contro le Doc in Inghilterra

Striscia la Notizia ha mostrato un servizio sui kit fai da te venduti in Gran Bretagna per ottenere beveroni chiamati “vino”: nel kit sono presenti “polverine magiche” e sacche con presunto mosto dal quale ricavare in meno di un mese il vino. Nel mirino della bufala Chianti, Barolo e Valpolicella

25 settembre 2012 | 15:22
 

Jimmy Ghione, inviato di Striscia la Notizia, da Stonehenge, Inghilterra, ha raccontato l'imbroglio del vino fai-da-te. In un negozio di Keynsham con poco più di 33 sterline (42 euro) si può comprare un box di cartone da cui ottenere 29-30 bottiglie di 'pregiatissimo” rosso italiano. Nel kit sono presenti 'polverine magiche” e sacche con presunto mosto dalle quali aggiungendo acqua, si otterrebbe in nemmeno un mese un vino 'di qualità” perché, a detta del venditore, mosti e polveri arrivano dalle zone di produzione dei blasonati rossi. Nel mirino della bufala: Chianti, Barolo e Valpolicella.

Franco Manzato, assessore all'agricoltura del Veneto, ringrazia Striscia la Notizia per il servizio sui kit fai da te venduti in Gran Bretagna per ottenere beveroni chiamati 'vino”.

«Era ora che venisse reso di dominio pubblico lo scandalo internazionale dei cosiddetti 'vini” fai da te con nomi di prodotti Doc, commercializzati nel Regno Unito, Paese oltretutto membro dell'Unione europea».

«Chiedere alle autorità britanniche e comunitarie di intervenire subito e duramente per reprimere il commercio di prodotti alimentari falsi in ogni senso, frutto di polverine e chimica, è il minimo. L'auspicio è che finalmente si faccia, perché è nota da tempo questa moda, diciamo così, di mettere in commercio scatoloni dal quale ottenere bevande che qualcuno ha la spudoratezza di chiamare vini. è un insulto a chi produce i veri vini e non mi stupirei che fosse anche un attentato alla salute dei consumatori».

«Mi piacerebbe che fosse lo stesso Monti, già commissario europeo per la concorrenza – dice ancora Manzato – a sollevare il problema nelle giuste sedi, perché altrimenti verrebbe da dire che le norme e le tutele dell'Unione Europea valgono solo a senso unico e non ci difendono affatto dal commercio illegale e dai tarocchi».

«Per quanto mi riguarda – conclude l'assessore – sarà mia premura mandare i migliori vini veneti ai conduttori e all'inviato di Striscia, per convincerli, prendendoli per la gola come Dio comanda, a superare il senso di schifo che viene a guardare certe scene».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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