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Tempesta di tasse per gli hotel Rischio di default di massa

Da una parte l’imposta di soggiorno cresciuta nel suo ammontare annuo da 150 milioni a 175 milioni di Euro (+17%), dall’altra l’Imu passata dai 320 milioni di Euro del 2010 (quando si chiamava Ici) ai 494 milioni di Euro

 
12 dicembre 2012 | 14:40

Tempesta di tasse per gli hotel Rischio di default di massa

Da una parte l’imposta di soggiorno cresciuta nel suo ammontare annuo da 150 milioni a 175 milioni di Euro (+17%), dall’altra l’Imu passata dai 320 milioni di Euro del 2010 (quando si chiamava Ici) ai 494 milioni di Euro

12 dicembre 2012 | 14:40
 

è una tempesta di tasse quella che si sta abbattendo sulle imprese turistico-ricettive italiane, proprio in un'annata come l'attuale che avvia a chiudersi con un -6% di clientela italiana ed almeno un -10% di fatturato.

Da una parte l'imposta di soggiorno, cresciuta nel suo ammontare annuo da 150 milioni a 175 milioni di Euro (+17%), con un incremento del 28,5% di Comuni che nel breve volgere di pochi mesi (da luglio ad oggi) sono passati da 332 a 426 pronti a riscuotere la tassa.

Dall'altra l'Imu passata dai 320 milioni di Euro del 2010 (quando si chiamava Ici) ai 494 milioni di Euro (se l'aliquota applicata è quella dello 0,76%) e/o ai 689 milioni di Euro (se l'aliquota è quella dello 1,06%) di quest'anno, pari ad incrementi che oscillano nell'ordine dal +54,5% al +115%.

«Alla vigilia delle dimissioni del Governo Monti, - afferma il presidente Federalberghi, Bernabò Bocca - allo scioglimento anticipato delle Camere ed all'avvio della campagna elettorale, non possiamo non stigmatizzare il fatto che le imprese ricettive italiane rischino un default di massa. Un default capace di provocare nuova disoccupazione per almeno 50mila lavoratori e la chiusura di 2/3 mila strutture ricettive».

«L'impegno formale che sollecitiamo alle forze politiche - conclude Bocca - è di porre il turismo tra i punti primari dei loro programmi elettorali, per non rischiare di regalare alla concorrenza internazionale quegli 83 miliardi di Euro di valore aggiunto che annualmente produce il settore, pari al 6% del Pil».


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08/07/2013 15:19:06
1) Troppa concorrenza sleale dai B&B
la concorrenza sleale dei B&B che affittano appartamenti dove non risiedono, e hanno a disposizione camere che sul mercato costano il 50% in meno dei costi di una camera di albergo. il comune dichiara la sua incapacità di controllo e da 3 anni latita, la guardia di finanza che mi risponde, mi porti le prove che non emettono regolare ricevuta etcc... è disarmante per sopravvivere dovrò aprire strutture abusive? i politici difendono il loro posto ma non prendono iniziative concrete. Taglio di tutti gli stipendi pubblici sopra i € 4000 tanti dei nostri giovani prenderebbero il posto di persone ormai da rottamare
carlo vismara
albergatore
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