Rimane nella patria d’origine la coppa d’oro della 14ª edizione del concorso internazionale Bocuse d’Or, una sorta di coppa del mondo dell’alta cucina. A vincere l’edizione 2013 è stato infatti il cuoco francese Thibaut Ruggeri (nella foto), 32 anni. Secondo posto per il danese Jeppe Foldager (Bocuse d’argent), terzo per il giappone con Noriyuki Hamada (Bocuse di bronzo). È la settima volta che la Francia si aggiudica il Bocuse d’Or. Vice chef da Lenôtre a Plaisir, nella regione di Parigi, il giovane Ruggeri ha conquistato la giuria e un pubblico di 1.800 persone con il “Filetto di manzo nella mente di un Rossini” e il “Rombo con infusione di perle a base di erbe”.
Solo il 20° posto per l’Italia, rappresentata da Alfio Ghezzi, 42 anni, cuoco della Locanda Margon di Trento, coadiuvato dallo chef-commis Sebastiano Cont, talentuoso 17enne. Per il team tricolore c’erano anche il presidente della commissione italiana Giancarlo Perbellini e la promotion manager Daniela Nezosi. Mister della squadra italiana Frederic Garnier, allenatore francese di grande esperienza. In giuria, il presidente d’onore era Enrico Crippa, 3 stelle Michelin con il Piazza Duomo di Alba (Cn), carica di grande prestigio ma senza diritto al voto.
Questi i "premi speciali" del Bocuse d'Or 2013:
- Miglior promozione: Guatemala
- Miglior poster: Ungheria
- Miglior commis: Kristian Curtis (Regno Unito)
- Miglior piatto di pesce: Norvegia
- Miglior piatto di carne: Regno Unito
A proclamare i vincitori, nonostante l’affaticamento degli 87 anni, Paul Bocuse in persona: il padre della “nouvelle cuisine” è apparso stanco ma sorridente. Il senatore-sindaco di Lione, Gerard Collomb, ha consegnato invece il trofeo al vincitore: una statuetta a somiglianza del famoso chef che nel 1987 lanciò il concorso gastronomico che si tiene ogni due anni.
La giuria includeva panelist di altissimo profilo, come Thomas Keller, super chef Usa, il cuoco danese Rasmus Kofoed, che ha vinto il Bocuse d’Or nella scorsa edizione, e il presidente dell’Accademia di Arte Culinaria in Uk, Brian Turner.
24 il totale dei candidati in gara, provenienti da 24 Paesi diversi e qualificatisi alle rispettive selezioni nazionali e continentali. Si sono sfidati alla finalissima di Lione nella preparazione di due piatti, uno a base di pesce e l’altro di carne. Una concorrenza di altissimo livello, con punteggi equilibrati e una classifica decisa da pochi punti di differenza, con nazioni che hanno investito cifre consistenti (alcune fino a un milione di euro) per prepararsi al meglio ad affrontare quello che viene considerato un vero e proprio campionato mondiale.
Soddisfazione per la Svizzera italiana, che porta a casa un eccellente 13° posto grazie a
Teo Chiaravalloti, sous-chef del Villa Principe Leopoldo hotel & spa. L’ardua selezione che ha portato Chiaravalloti a Lione é iniziata più di un anno fa con il trionfo alla selezione svizzera di Ginevra nel febbraio 2012, per poi proseguire con la qualificazione alla finale mondiale, ottenuta a Bruxelles nel marzo 2012 sfidando i candidati di 18 Paesi europei. Presente a sostegno di Chiaravalloti, oltre al direttore Reto Stöckenius, l’executive chef Dario Ranza, finalista a sua volta al Bocuse d’Or nel 2001.
E dopo le notizie, una sola considerazione: ma ha senso che gli italiani spendano soldi e tempo per un concorso che è lontano anni luce dalla nostra cucina e che sembra fatto apposta (come è un po' anche nella logica della Guida Michelin) solo per valorizzare la Francia? Lo ripetiamo da tempo... serve un grande concorso internazionale, ma fatto in Italia.