Nel 2013 un italiano su tre risulta iscritto a Facebook, uno su due possiede uno smartphone: statistiche impressionanti che dimostrano come il Belpaese, solitamente indietro rispetto alle altre potenze mondiali nella padronanza delle nuove tecnologie, si stia invece adattando rapidamente a quello che succede nel mondo. È normale che questi numeri, oltre che sul consumatore, si riflettano anche nella vita e nelle abitudini delle piccole e grandi aziende. In che termini? Avere una pagina Facebook o Twitter sta diventando un must nelle imprese italiane che sempre più si rivolgono a specialisti della comunicazione social, più ancora che a realtà che propongono quella tradizionale (carta stampata, cartellonistica).
E la ristorazione, come si muove in tal senso? I dati che emergono sono contrastanti. Vi sono realtà, anche nelle grandi metropoli, gestite da imprenditori che fanno ristorazione da oltre trent’anni, ma che per evidenti motivi sono poco avvezzi all’utilizzo delle nuove frontiere. È chiaro che di un ristorante apprezzeremo sempre più la qualità dei piatti e del servizio rispetto alla sua dinamicità sui social network. Ma certo è che il cambio generazionale dovrà aiutare questi ristoratori storici a farsi trovare pronti a quello che ormai l’utente finale chiede.
Già, perché se da un lato una fetta di locali non dispone nemmeno del computer in sala, dall’altro il mondo social sta creando non solo richieste variegate, ma addirittura nuove classi di consumatori. Mi riferisco ad esempio al “fanatico del coupon”, quell’utente che pianifica per mesi e mesi cene acquistate sui siti di riferimento di questo business, dimenticando che esiste una ristorazione di valore, anche a buon prezzo, che di coupon non ne ha mai proposto uno.
Non solo, in Italia e nel mondo si stanno creando nuove formule di “mangiare social”, impensabili fino a pochi anni fa. C’è chi condivide la propria cucina di casa con sconosciuti come se fosse un vero chef, proponendo menu a prezzi economici; per non parlare del fenomeno del delivery che consente a un’utente di mangiare i piatti del suo ristorante preferito seduto nella propria sala da pranzo. La domanda è: quali sono gli strumenti giusti per il ristoratore? Sicuramente un’attività social sana e continua: il primo passo per tenersi in linea coi tempi e non dimenticarsi che fuori c’è un mondo in costante evoluzione.
Determinante però è il lavoro da fare all’interno del proprio ristorante: veicolare al target quelli che sono i propri strumenti di comunicazione, web o mobile che siano, è un fondamentale mezzo di fidelizzazione del cliente. In tempi di crisi, agganciare nuova utenza e mantenerla, anche grazie a strumenti avanzati, è un valore inestimabile. La nostra cucina è famosa in tutto il mondo, magari un giorno lo sarà anche per come la promuoviamo.