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Euro Toques premia Sirio Maccioni

Il ristoratore montecatinese, proprietario del Le Cirque di New York, riceverà da Gaultiero Marchesi e Paul Bocuse il Primo premio internazionale Euro Toques Italia, ideato dal nuovo presidente Enrico Derflingher

 
16 maggio 2013 | 16:54

Euro Toques premia Sirio Maccioni

Il ristoratore montecatinese, proprietario del Le Cirque di New York, riceverà da Gaultiero Marchesi e Paul Bocuse il Primo premio internazionale Euro Toques Italia, ideato dal nuovo presidente Enrico Derflingher

16 maggio 2013 | 16:54
 

Sirio MaccioniPrestigioso riconoscimento per Sirio Maccioni (nella foto), il ristoratore montecatinese proprietario del celeberrimo Le Cirque di New York. Il prossimo 28 maggio, alle Terme di Montecatini (Pt), Maccioni sarà premiato da Gualtiero Marchesi e Paul Bocuse, presidenti onorari e fondatori di Euro Toques. Maccioni riceverà infatti il Primo premio internazionale Euro Toques Italia, ideato dal nuovo presidente Enrico Derflingher.

Sono felice di festeggiare un maestro, un vero, grande maestro di sala, esperto e fine nell’arte di accogliere e accudire chi si siede al suo ristorante», ha commentato Gualtiero Marchesi. «Festeggiamo insieme a Paul Bocuse l’amico Siro Maccioni e in lui il nostro perfetto alter ego. Ma tra maestri, si sa, la stima travalica i complimenti di circostanza, e allora mi va di sottolineare non le indiscutibili capacità ma lo stile personale. Come sintetizzarlo? Da che dipende veramente il successo? Un successo del genere? Io credo che sia il risultato di due, al massimo tre fattori. La conoscenza, la volontà e... la semplicità. Quest’ultimo fattore è il più importante. Con il tempo le cose finiscono sempre per complicarsi e rischiano di farti perdere il buon umore e la lucidità. Non resta, allora, che affidarsi alla semplicità. Tenersela stretta, esprimerla attraverso i gesti in modo che anche le idee ne siano condizionate, tenendosi lontane da inutili stranezze. Maccioni, da maestro quale è, l’ha fatto quando chiamava personalmente al telefono il cliente che non si faceva vedere da un po’ o destinando sempre allo stesso personaggio il tavolo da cui osservare meglio la sala. Piccoli gesti di benevolenza, di simpatia, forse addirittura di affetto. E a proposito di simpatia, ricordo l’incredibile allegria degli anni, a cavallo tra i Sessanta e i Settanta, in cui cambiammo volto alla cucina. Con Paul Bocuse e con altri partecipavamo a delle vere e proprie messe in scena esilaranti e imprevedibili. Ricordo Bocuse arrivare con un camion dei pompieri e la lancia d’acqua in mano o Troisgros improvvisare sul palco uno spogliarello. Degli autentici mattacchioni. Gente che lavorava tanto e sapeva divertirsi. Gente in gamba che non aveva bisogno di tenere il muso. Varrebbe anche oggi se fossimo tutti un po’ più semplici, più seri e più allegri».

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