Da quando è diventato di moda il servizio del personal chef, cioè di un cuoco che organizza un evento gastronomico a domicilio o pubblico, tutti si fregiano del titolo di personal chef, come se bastasse infilarsi in testa una toque per essere in grado di allestire una cena veramente memorabile. Per realizzare adeguatamente questo servizio è necessario invece avere una specifica preparazione che non si limita a saper spadellare, ma comprende una particolare abilità a servirsi dell’attrezzatura di cui si dispone in una casa, ottenendo comunque i massimi risultati, unita alla capacità di ideare un menù non solo di alto livello, ma perfettamente rispondente ai gusti ed alle scelte alimentari del Committente e dei suoi ospiti.
È per questo che la Federazione italiana professional personal chef, fedele al suo nome, ha ritenuto opportuno prima di tutto accettare tra i suoi soci solo cuochi di affermata fama professionale, poi organizzare dei corsi di formazione per inserire dei giovani adeguatamente preparati in questa professione che prevede anche un preciso Codice deontologico, vista la delicatezza del rapporto che si instaura con il Committente.
Questi corsi si svolgeranno in varie località d’Italia, dopo quello appena svoltosi a Lecce (20-26 maggio), che prevedeva 65 ore di full immersion, culminante, in occasione della consegna degli attestati, con la preparazione di una cena di gala, una vera tesi di laurea per i neopersonal chef. Questi corsi verranno poi ripetuti in diverse città d’Italia: Firenze, Roma, Bologna, Milano,Torino e Palermo.
Ma quali sono le “materie” di questi corsi? Lo abbiamo chiesto al presidente della Federazione, chef Giorgio Trovato, riuscendo fortunosamente ad incontrarlo nei suoi continui spostamenti fra la sua sede ufficiale di Siena ed il lussuoso ristorante “Stefanos’ Fine Food” di Kiev in Ucraina, di cui è executive chef e restaurant manager.
«Durante questi corsi - ci risponde - cerchiamo prima di tutto di spiegare bene il senso della figura del personal chef e le sue responsabilità, poi passiamo al lato tecnico coll’illustrazione delle norme dell’Haccp nell’attività del personal chef, quindi ci focalizziamo sul lato propriamente professionale, approfondendo le regole di composizione ideale di un menu (che deve sempre essere costruito rispettando i gusti e le esigenze alimentari del committente e dei suoi ospiti) ed analizzando i criteri scenografici che debbono ispirare un banqueting di qualità ed i principi di marketing legati alla nostra professione. Naturalmente non mancano poi esercitazioni e “lezioni” ai fornelli, iniziando dai principi di tecnica della panificazione fino a finger-food e tapas, per finire con i dolci».
Quando è previsto il prossimo corso? «Vicino a Firenze, dal 23 al 30 giugno».
Per informazioni: segreteriafippc@gmail.com