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Aceto Balsamico, stop alle contraffazioni con più controlli sulle materie prime

Autentico Balsamico: una moderna ricerca per un prodotto antico. Presentati al ministero dell'Agricoltura i risultati della prima fase del progetto di tracciabilità delle materie prime attuato da 3 consorzi di tutela

di Mariella Morosi
 
06 giugno 2013 | 17:04

Aceto Balsamico, stop alle contraffazioni con più controlli sulle materie prime

Autentico Balsamico: una moderna ricerca per un prodotto antico. Presentati al ministero dell'Agricoltura i risultati della prima fase del progetto di tracciabilità delle materie prime attuato da 3 consorzi di tutela

di Mariella Morosi
06 giugno 2013 | 17:04
 

ROMA - Troppo buono per non essere contraffatto. Anche l’Aceto Balsamico di Modena Igp non si sottrae al destino di tante eccellenze certificate del nostro Paese che necessitano tutela perché il consumatore sia garantito nelle sue scelte sugli scaffali, disorientato da un balletto di etichette ammiccanti e da prezzi civetta. Ma il controllo per la difesa dei nostri marchi, per essere davvero efficace, deve cominciare dalle materie prime perché esse poi vengano mimetizzate nei successivi passaggi della filiera.

È l’iniziativa che ha intrapreso il Consorzio Aceto Balsamico di Modena in collaborazione con il Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena e con il Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia. Il progetto si è avvalso della più moderna tecnologia messa a punto da Ugo M. Pagnoni dell’Università di Modena e Reggio Emilia. I risultati del primo step sono stati presentati a Roma dai presidenti dei tre consorzi al ministero della Politiche agricole.



«La costurzione e la difesa dei nostri marchi passa attraverso una robusta conoscenza scientifica e tecnologica», ha detto Stefano Vaccari della direzione generale per la promozione della qualità agroalimentare del Mipaaf. «Più differenziamo le analisi e rafforziamo la capacità di discernere da dove viene un prodotto, più diamo forza al brand».

L’importanza del lavoro di squadra tra Consorzi e Ministero per migliorare la qualità delle produzioni e rendere più efficace la tutela dei prodotti di eccellenza è stata sottolineato da Mariangela Grosoli, presidente del Consorzio Aceto Balsamico di Modena: «Con questa iniziativa - ha detto - abbiamo voluto porre le basi per una maggior tracciabilità delle materie prime, aspetto che sta assumendo sempre più rilevanza sul mercato. Questi risultati che presentiamo oggi possono costituire un valido data base di riferimento per gli aceti».

Fondamentale è stato il sostegno del Mipaaf - è stato anche sottolineato - perché negli ultimi anni ha svolto la sua attività di tutela delle tipicità andando oltre la registrazione delle denominazioni, a tutela del consumatore e dei produttori stessi. L’azione ministeriale è attualmente in corso anche per altri settori. Solo definendo l’entità tecnologica del prodotto si possono precisare in etichetta i reali contenuti.

Sulla necessità di interventi normativi mirati da parte delle istituzioni nella prevenzione e lotta agli illeciti come le contraffazioni e le imitazioni è intervenuto anche il presidente della Fondazione Qualivita, Cesare Mazzetti: «L’aceto Balsamico - ha detto - nonostante costituisca meno del 5% dell’intero comparto agroalimentare italiano, attira attenzione perché maggiormente soggetto a contraffazioni. Il Ministero si è sempre dimostrato al fianco degli operatori e li sostiene, ma la prevenzione di pratiche scorrette deve cominciare all’interno dei Consorzi perché le misure possano essere condivise realmente da tutti gli operatori aderenti. Alle istituzioni va invece il compito di predisporre una efficace normativa contro gli illeciti».

L’utilizzo di tecniche di analisi isotopiche che ha rappresentato un efficace strumento di controllo sul vino, per Francesco Pavanello dell’Uiv, l’Unione italiana vini, e può essere applicato per l’Aceto Balsamico e per tutte le produzioni tipiche italiane. I consorzi di tutela, con la loro attività di vigilanza, possono mettere a punto un protocollo di controllo sull’autenticità. Oltre 90 milioni di litri prodotti, di cui 73 milioni imbottigliati, per un fatturato di 433 milioni di euro: sono i numeri che appaiono sulla carta d’identità del prodotto Aceto Balsamico, unitamente a quelli relativi al tessuto economico nel quale la sua produzione si inserisce, ovvero 79 acetaie, 242 operatori e 550 addetti per questo settore che esporta all’estero il 92% dei volumi.

Sono numeri importanti, che confermano quanto il settore sia vivo e quanto sia essenziale lavorare alla messa a punto di politiche di tutela e di salvaguardia del prodotto, esigenza sentita sia dagli operatori che dai consumatori, sempre più attenti alla qualità dei prodotti alimentari. Nonostante il riconoscimento dell’Igt ancora vengono prodotti in Europa prodotti similari ed evocativi, alcuni in modo legale in Grecia e Spagna, il cui marchio recita un generico “aceto balsamico”. Invocata quindi da più parti una normativa più mirata a difesa della denominazione.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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